"OMBRE" di Felice Casalino 2° Capitolo
“Ombre”
di Felice Casalino
2)
L’attività commerciale del padre registrava grandi successi, e solo verso fine estate i genitori gli comunicarono che da lì a poche settimane, prima dell’apertura scolastica del nuovo anno, si sarebbero trasferiti in città, dove il padre aveva acquistato una nuova casa e deciso a far crescere il figlio, in un ambiente diverso, per consentirgli una educazione più appropriata e maggiori opportunità.
La notizia dell’imminente trasferimento, provocò in Giulio uno stato di meraviglia, mista a un crescente sconforto per la separazione così inattesa dal proprio paese e dai suoi amici.
In fin dei conti, ad eccezione di qualche episodio, la sua adolescenza era trascorsa in modo piacevole insieme ai compagni di scuola, con i quali organizzavano giochi, che per lui oramai diventavano impossibili da farsi in città.
La casa dov’era cresciuto, era non solo grande, ma tutto intorno i grandi giardini consentivano la possibilità di organizzare, senza dare fastidio agli adulti, i giochi più impensati, che necessitavano di grandi spazi all’aperto, certo in quel momento non solo non riusciva ad immaginare la nuova casa, ma neanche le possibilità che questa potesse offrirgli.
Il pensiero del trasferimento, si concretizzò inevitabilmente nella necessità di affrontare nuove amicizie, e chi sa come sarebbero stati i nuovi compagni di scuola, cercò di immaginare le novità, che di li a poco avrebbe vissuto, e un brivido gli attraversò il corpo.
Nonostante ciò, la cosa andava affrontata con decisione, fiducioso che tutto si sarebbe risolto per il meglio, convinto pure che il distacco dagli amici, con i quali aveva frequentato e terminato le scuole medie, gli avrebbero procurato un gran dolore.
Si giunse infine al giorno dei saluti, tutto era stato sistemato nella nuova casa, che Giulio non aveva voluto vedere fino ad allora, perché in cuor suo non aveva mai accettato quel trasferimento, di cui non sentiva alcuna necessità.
La loro partenza fu salutata da numerosi parenti ed amici, ivi compreso il parroco, che non lesinò raccomandazioni e consigli, tutti erano consapevoli del nuovo percorso, che la sua famiglia andava ad affrontare, ed ognuno di loro volle porgere le più appropriate frasi di commiato.
La nuova casa era ubicata in collina e dominava la città, tutte le abitazioni in zona erano realizzate su due livelli, ognuna con giardino, inoltre si godeva di un splendida vista sul mare, era fuor di dubbio un’abitazione di gran pregio, si rammaricò, di non averla voluta visitare prima, probabilmente, il dispiacere per l’abbandono della vecchia casa e del piccolo paese sarebbe stato attenuato.
L’ingresso immetteva direttamente in un ampio salone illuminato da vetrate scorrevoli aperte sul terrazzo, da qui attraverso pochi scalini, si raggiungeva il giardino molto ben curato con piante e un bellissimo roseto, vi era pure un tavolo, e tutto l’occorrente per poterci mangiare in estate, sul lato sinistro del salone, invece, un corridoio disimpegnava il bagno e la grande cucina.
Una scala posta sul lato destro del salone, portava alla zona notte, qui ci si immetteva in un corridoio, dove erano sistemate sul lato destro la camera degli ospiti, alla sinistra un ampio bagno e una di fronte all’altra, la camera sua, e dei suoi genitori, con una bellissima vista.
Alla fine dell’ispezione concluse, che si sarebbe trovato bene nella nuova casa, si augurava che la stessa cosa si compiesse con i nuovi compagni di scuola.
Il Liceo, al quale fu iscritto, non era molto distante dalla loro residenza, poteva raggiungerlo senza prendere mezzi pubblici, e questo gli piacque molto. Anche l’impatto con la nuova scuola non gli procurò l’angoscia che s’era immaginato, al contrario, il Preside fu molto cordiale, e dopo i convenevoli, volle ricordargli, nel caso ce ne fosse stata necessità, che lì si andava per studiare, i docenti, gli disse, erano scrupolosi , attenti e molto esigenti, pertanto, richiedevano agli studenti un impegno costante e proficuo, gli ricordò pure, che molti degli ex alunni avevano raggiunto traguardi molto lusinghieri in diversi campi, più tardi, nel congedarsi, gli augurò buona fortuna.
L’anno scolastico iniziò regolarmente e Giulio non ebbe particolari difficoltà ad inserirsi tra i nuovi compagni, anche se notava, che c’era in loro ancora in atto una fase di studio, per meglio capire chi fosse il nuovo arrivato.
Nonostante ciò, si rese conto della straordinaria differenza tra i vecchi ed i nuovi compagni di scuola, questi ultimi avevano un modo di fare completamente diverso, il comportamento, il modo di pensare ed esprimersi, erano lontano mille miglia dai vecchi compagni, avvertì la profonda diversità, che aveva caratterizzato la sua crescita in paese, con quella dei suoi coetanei, cresciuti in città.
Non fu facile, dovette imprimere un profondo sforzo al suo comportamento per sentirsi il meno possibile un diverso, specialmente nei confronti delle tante ragazze, che frequentavano la sua stessa classe, in paese non s’era mai posto questo tipo di problema, anzi, la faceva da padrone la sfacciataggine, mentre qui si imponeva un modo di agire adeguato alla situazione.
Alla fine del primo quadrimestre erano più che soddisfacenti sia i risultati scolastici, che l’integrazione con i nuovi compagni, anzi, con alcuni di loro erano più che ottimi, si accorse pure di non avere alcuna nostalgia ne per il suo paese ne per gli amici che là aveva lasciato, non sentiva in alcun modo la necessità di confrontarsi con loro.
La convinzione di ciò nasceva da quanto aveva potuto constatare durante le feste natalizie, in quella occasione gli aveva telefonato Andrea, chiedendogli di poter essere suo ospite, profittando delle vacanze scolastiche, naturalmente, anche i genitori acconsentirono, non dopo qualche osservazione, i giorni passati con il vecchio amico gli diedero la certezza di quanto già sospettava, le divergenze di veduta sui temi più dibattuti in quel momento, l’approccio ai rapporti sociali, nonché il comportamento, avuto da quest’ultimo nei confronti dei suoi nuovi amici, lo persuasero, che oramai erano ben poche le cose che li accomunavano.
L’anno scolastico volgeva alla fine e i risultati conseguiti lasciavano ben sperare, tuttavia, le preoccupazioni non erano mai del tutto accantonate, si sciolsero come neve al sole il giorno in cui furono affissi i risultati nelle bacheche, aveva superato l’anno brillantemente e già si pregustava la lunga estate in compagnia degli amici.