"OMBRE" di Felice Casalino 5° Capitolo

5 luglio 2010 | 18:59
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"OMBRE" di Felice Casalino 5° Capitolo

“Ombre”

di Felice Casalino

5)

Livia volle servire personalmente il caffè, e con gran familiarità riuscì a metterlo a proprio agio, era ciò che più desiderava, il pomeriggio trascorse velocemente tra discorsi più o meno impegnati, alternati a pure frivolezze, non mancò un accenno alle rose e al biglietto che l’accompagnavano, risero di gusto, e per la prima volta sporgendosi dalla sua poltrona lei lo baciò su una guancia. La tentazione di prenderla fra le braccia fu fortissima, infine si trattenne, e con garbo le chiese se avesse programmi per la sera,  nel fare ciò, non le diede la possibilità di rispondergli, le confidò di avere organizzato tutto, la cosa divertì molto Livia,  che acconsentì senza battere ciglio, si salutarono dandosi appuntamento per l’ora di cena.

Puntuale suonò all’ingresso della villa, questa volta venne ad aprirgli direttamente lei, ancora in vestaglia, dopo i saluti lo fece accomodare in salotto, lo pregò di attendere solo pochi minuti, il tempo necessario di indossare un abito, quando finalmente apparve in tutto il suo splendore. Indossava un meraviglioso vestito,  a differenza delle altre volte i capelli tirati all’indietro gli conferivano un’aria regale, con atteggiamento canzonatorio gli chiese se era pronto ad accompagnare una signora.

La serata si svolse all’insegna del buon umore, e di un ottima cena in un ristorante tipico della città, dopodiché decisero di andare ad ascoltare un po’ di musica in un locale poco distante, dove si esibiva al piano bar un amico di Livia, ballarono e si divertirono molto, incuranti degli occhi indiscreti di alcuni conoscenti, a differenza della prima volta, che l’aveva invitata a ballare, ora il corpo di lei aderiva al suo e si muoveva sinuoso, s’accorse di quanto Giulio la desiderasse, non dissentì quando lui le chiese di rincasare.

Quella notte Giulio rimase a casa di Livia, fecero l’amore fino allo sfinimento, che li colse alle prime luci dell’alba, e a distanza di tanti anni il solo ricordo gli procurava  la sensazione di sentire ancora l’odore del suo corpo, e di figurarlo nella mente nella sua perfezione e voluttà.

Le settimane che seguirono furono di una intensità unica quando stava con Livia,  e un vero inferno quando rientrava a casa sua, la madre, venuta a conoscenza del suo rapporto, divenne a dir poco furente, non voleva in alcun modo che il figlio ancora così giovane, avesse un rapporto con una donna parecchio più grande di lui e per di più separata. Inaspettatamente, il padre cercava di essere conciliante, ma nulla poteva contro l’ira della moglie nei confronti del figlio, tutto ciò indusse Giulio una mattina a fare le valigie, e d’accordo con Livia trasferirsi a casa sua.

Sarebbe rimasto in quella casa per circa due anni.

La sua vita cambiò improvvisa, Livia conduceva un alto tenore di vita, e manteneva relazioni con persone sicuramente importanti che l’aiutavano a districarsi al meglio negli investimenti finanziari e nei giochi di borsa, non mancavano di venire a trovarla amici e politici che ricoprivano cariche di un certo prestigio. Non gli leggeva mai imbarazzo sul viso, quando lo presentava ai suoi conoscenti, lo faceva nel modo più spontaneo e normale possibile, questo lo gratificava,  dandogli la certezza di vivere una vita di coppia assolutamente normale.

Abbandonò temporaneamente gli studi universitari contro il parere di Livia, iniziando a seguire un corso di studi tecnico-finanziari, che lo tennero occupato per diversi mesi, questo, insieme al rapporto esclusivo che viveva con la sua compagna, lo portarono ad allontanarsi sempre più dai suoi amici, anche con Luca le frequentazioni si diradarono  e divennero inesistenti con la sua famiglia a cui teneva tanto, questo sicuramente non l’aveva messo in conto, gli dispiaceva e se ne rammaricò con Livia, d’altronde anche lei  amica di famiglia. Seppero in seguito, che la madre di Luca non aveva alcuna intenzione di avallare la loro unione con frequentazioni o inviti a cena, ne voleva inimicarsi i genitori di Giulio.  

Con i suoi genitori, il tutto si risolveva con qualche sporadica telefonata, la veemenza della madre certamente non favoriva una subitanea riappacificazione, passarono mesi prima di andare a casa sua, spinto dalle insistenze di Livia.

L’estate la vissero lontano dalla città,  soggiornando per un lungo periodo in una deliziosa casa alle porte di St.Tropez, qui Livia lo introdusse nei posti più esclusivi e trendy che avesse mai potuto immaginare. Le emozioni lasciarono posto alla meraviglia, non avrebbe mai potuto concepire quanto di più diverso dal suo modo di vivere, non solo per le lussuose e bellissime barche, o le cene organizzate nei posti più ameni, bensì per la totale libertà di costumi, che caratterizzavano la vita della maggior parte degli amici di Livia. Il loro credo  era vivere la vita non in base alle convenzioni ma alle proprie emozioni, tutto questo lo frastornò e lo affascinò, allontanandolo ancora di più dalla realtà, nella quale prima o poi, finita la storia con Livia, si sarebbe venuto a trovare.

Ritornati in città, durante l’inverno riprese a seguire gli studi tecnico-finanziari, completando il biennio con buoni risultati finali, cominciò a guardarsi intorno per comprendere come mettere a frutto ciò che aveva appreso, nonostante tutto non riuscì a concretizzare nulla, era ancora molto preso dalla esclusività del suo rapporto, tanto da non consentirgli una appropriata programmazione in vista di un suo futuro professionale.

La primavera passò tra un fine settimana a casa di amici, alternati ad altri in diverse città europee, con l’arrivo dell’estate si ritornò in Costa Azzurra, stavolta l’esclusività e l’emancipazione dell’ambiente, che l’avevano sedotto durante la sua prima permanenza, diventò norma, fu comunque una estate intensa e piacevolissima, riuscirono a ritagliarsi degli spazi tutti per loro, facendo l’amore nei posti più impensati, e talvolta anche pericolosi, per la propria incolumità personale, provavano ancora una grandissima attrazione fisica, ed avevano raggiunto nel tempo una complicità assoluta.

Rientrarono in città all’inizio di Settembre,  i giorni che seguirono  furono caratterizzati  da  qualche

incomprensione, che ben presto sfociò in diverbi alquanto fastidiosi. Giulio fremeva dal desiderio d’iniziare una sua attività professionale, Livia, dal canto suo, riteneva fosse necessario per lui un tirocinio presso qualche studio qualificato, tutto ciò accompagnato ad altre discussioni, sempre meno piacevoli, indussero Giulio ad allontanarsi per la prima volta dalla casa dove aveva abitato per gli ultimi due anni. Si rifugiò in un albergo cittadino, malgrado il suo intenso rapporto con Livia, avvertiva sempre più la necessità di un riavvicinamento alla propria famiglia, nonché ai vecchi amici, in particolare modo a Luca.

Gli mancava il raffronto con lui, e con tutto quanto aveva caratterizzato in un passato non molto remoto la loro vita.

Telefonò dapprima a Luca, dandogli appuntamento in albergo, subito dopo la madre, che al solo sentirlo si sciolse in un pianto a dirotto, Giulio la confortò promettendole di essere a casa al più presto, al massimo entro un paio di giorni, infine la salutò rinnovandole quanto promesso poc’anzi.

Un abbraccio fortissimo segnò l’incontro con Luca, dopodiché cominciarono a raccontarsi ciò che non avevano avuto modo di dirsi negli ultimi tempi, infine Giulio gli confidò quello che da giorni andava rimuginando nella sua testa, riteneva, incurante dei sentimenti di Livia nei suoi confronti, che oramai la sua storia d’amore fosse al capolinea, cercava conforto nell’amico, e nel contempo si chiedeva come uscirne.

 Luca, resosi conto che quel rapporto, che tanto aveva scandalizzato i benpensanti, tra cui la madre era finito, restò vicino al suo amico, cercando di sdrammatizzare il tutto con qualche battuta di spirito, e invitandolo a lasciare l’albergo, per trasferirsi a casa sua in attesa delle prossime soluzioni. Ringraziandolo per l’invito, Giulio preferì rimanere in albergo, in modo d’avere la massima libertà e il minor condizionamento possibile, si salutarono dandosi appuntamento per le ore successive.

Rimase in albergo anche nei giorni successivi, incontrandosi unicamente con Luca, a cui confidava le proprie pene, si risolse infine a telefonare a Livia. La sentì particolarmente fredda, ella non riusciva  a capire, e quindi a giustificare quel suo comportamento, che definì, in un atto d’ira, infantile e privo di buonsenso, la discussione andò avanti per molto tempo, alla fine ella gli confessò quanto grande era l’amore che provava per lui, e sfoderando tutte le armi della sua femminilità, gli chiese di ritornare da lei. La raggiunse dopo poco, sull’atrio dell’ingresso si abbandonarono in un violento abbraccio, che trovò il giusto epilogo in una splendida notte d’amore.

Il giorno dopo, Giulio s’accorse della presenza della nuova ospite, Carla, la giovane nipote di Livia, era venuta in città, per seguire un corso universitario, a differenza della zia non era molto bella, in compenso era molto avvenente ed aveva un amabile modo di porsi, parlarono a lungo dei temi più sentiti e dibattuti, che caratterizzavano la loro età, questo creò indubbiamente fin da principio un forte feeling, che si tramutò in pochissimi giorni in una ottima intesa, tutto ciò non passò inosservato, e Livia  prese ad assumere un comportamento a dir poco guardingo.

Fu durante il mese di Ottobre, in occasione del torneo di bridge, che Livia era solita organizzare a casa sua, che si verificò quello che da tempo era divenuto prevedibile, da giorni Giulio e Carla cercavano l’opportunità  di rimanere da soli, il ché era risultato davvero difficile, vista la intransigenza di Livia nei loro confronti, si  presentò quella sera, e la colsero senza indugi, Livia li sorprese nella camera di Carla, in atteggiamenti che non lasciavano nulla al dubbio, furiosa rinchiuse la porta, non prima di aver apostrofato entrambi in modo molto violento. Giulio non proferì alcuna parola, né  tentò di giustificare quanto era successo, raccolse i suoi effetti personali, e abbandonò definitivamente quella casa, non avrebbe più rivisto ne cercato Livia.