Tre ore non sono bastate allo showman Renzo Arbore per il suo concerto di varie canzoni che ha trascinato il pubblico sorrentino che è andato in visibilio. Alla fine anche se la stanchezza stava avendo la meglio su tutti quando si era in procinto di mettere la parola fine, sembrava che essa non dovesse arrivare mai. Una serata che rientrava nella kermesse del “Festival dello Spettacolo”, ha visto le circa 2.500 persone, se non più, accorse al Teatro di Via Correale a Sorrento posto nello spazio sovrastante il parcheggio dietro Piazza Lauro, essere quasi protagoniste insieme al cantante con la sua Orchestra Italiana. Un uomo che con il vasto repertorio di canzoni napoletane e con il suo savoir faire, ha trascinato una platea composta dalle più svariate persone, giovani anziani, di media età e di ogni ceto sociale, ad esibirsi anche in qualche piccolo ballo tra la folla. Ed a fare da sottofondo qualche spruzzo di pioggia che sembrava dover minare il concerto, che non ha scoraggiato i presenti, anzi la clemenza del tempo è stata foriera di un qualcosa che resterà nelle mente di tutti. Poiché delle serate del genere se ne vedono poche e specialmente in questi tempi dove la gente vuole svagarsi ed lasciare fuori le difficoltà che giornalmente ci attanagliano. Preceduto dalle immagini delle sue tournee in tutto il globo, con il solito cappello bianco a falda larga, camicia bianca e pantalone nero (sono da qualche anno i nuovi colori sociali dell’Orchestra Italiana), fa il suo ingresso sul palco posto in fondo all’ampio piazzale ed inizia la serata con la canzone “Era de Maggio”. Con l’entusiasmo che egli immette in queste occasioni dice che “sono qui perché ho un vecchio conto con Sorrento”. Poi entrando già nel clima della serata, già la indirizza su un binario fatto di aneddoti, battute e qualche racconto di quando frequentava la città tassiana, continua dicendo che “questa sera inauguriamo questo spazio che è stato intitolato al comandante Achille Lauro”. Dopo di ciò si parte con la kermesse canora di canzone napoletane, e la sua prima dedica, poichè ne farà altre tre durante il concerto, è ad un grande della canzone napoletana, che negli anni del dopo guerra fuse i ritmi napoletani con il jazz ed il cha cha, Renato Carosone. E del grande pianista e cantante napoletano canta: “ ‘O saracino” e “Chella llà”. E con i vari aneddoti, a volte presenta la canzone che andrà a cantare. E racconta che tanti anni fa, dopo la guerra “quando i muratori ricostruivano la mia città (è nativo di Foggia), cantavano la canzone dell’ “Arte d’ ‘ o sole” ”. E così anche questa canzone è stata eseguita con tanta passione ed un ritmo che ha coinvolto il pubblico anche a cantarla. E con lo schermo che faceva da sfondo con le varie immagini che scorrevano, si andava avanti senza sosta. E si mescolavano sia gli assoli dei vari componenti della sua orchestra che i duetti composti, a volte, strada facendo. Le ottime voci di Gianni Conte e Barbara Bonaiuto davano quel qualcosa in più a canzoni come: “Dicitencello vuie” e “Voce ‘e notte”. Ma le sue emozioni si sono viste quando ha dedicato due canzoni a due noti volti dello spettacolo italiano, ed anche autori delle canzoni eseguite: “Malafemmena” e “Piove” o meglio conosciuta come “Ciao, ciao bambina”. Ed anche il pubblico ha provato un qualcosa di simile quando sullo schermo sono comparse le immagini di Totò e Domenico Modugno. Emozioni che l’autore de “ Il Clarinetto”, ha anche provato e che lo hanno scosso molto, durante la consegna del premio “Salvatore Di Giacomo” che ha ricevuto, insieme alla giornalista, Giuliana Gargiulo, la sera prima a S. Agata sui due Golfi. E proprio cantando una canzone napoletana, “Serenata napulitana” di Salvatore Di Giacomo, che non è riuscito a trattenere la sua commozione, ed ha dovuto interrompere, invitato poi tutti alla sua serata sorrentina. Così, o quasi, come alla fine del concerto, prima di cantare la canzone “Reginella”, che lui ha dedicato a Roberto Murolo, un suo grande amico con il quale passava svariato del suo tempo.
Concerto che è stato concluso con un mix di vari brani e con l’appuntamento al 2011.
Orchestra Italiana Totò Domenico Modugno Roberto Murolo
GIUSEPPE SPASIANO