Intervista al Cardinale Martino: Il Vescovo Moretti è deciso a cambiare tutto.
SALERNO – «Monsignor Moretti? Credo che sia la scelta più oculata e appropriata per l’arcidiocesi di Salerno». Poche parole e il cardinale Renato Raffaele Martino affronta per la prima volta il tema della successione dell’arcivescovo Gerardo Pierro che ha lasciato per sopraggiunti limiti d’età, incalzato da una vicenda giudiziaria, che lo vede imputato per truffa aggravata, falso e abuso edilizio. Fino ad oggi, il presidente emerito del Pontificio Consiglio di Giustizia e Pace si era mantenuto a debita distanza da ciò che avveniva nella sua città, preferendo non rilasciare dichiarazioni. Gli scambi di accuse tra sacerdoti, le lotte intestine per il potere, i vari dossier inviati in Vaticano e, su tutto, la vicenda dell’Angellara Home, lo avevano profondamente turbato. Ma al cronista che gli chiedeva un commento preferiva glissare. Alla vigilia dell’insediamento di monsignor Moretti, Martino, che come ogni anno trascorre le ferie d’agosto nella sua abitazione di via Roma, fa il punto della situazione. E si dice fiducioso per il futuro della diocesi.
Eminenza, tra poco meno di un mese c’è il cambio di arcivescovo a Salerno. Perchè, secondo lei, è stato scelto proprio Moretti?
«È la persona di cui Salerno ha bisogno in questo momento, un vescovo vicino ai sacerdoti, capace amministrativamente parlando, che ha già dato buona prova di sè come vicegerente del vicariato di Roma, un posto difficilissimo. La scelta più oculata e appropriata».
Ha avuto modo d’incontrare Moretti?
«Quand’era in preparazione la successione di Pierro l’ho incontrato e una volta gli chiesi: ti piacerebbe andare… a Salerno, la mia città? Non sapevo che era uno dei candidati. Lo avevo comunque individuato come la persona più adatta. Poi ho saputo chi erano gli altri candidati e ho avuto la conferma: è lui l’arcivescovo di cui Salerno ha bisogno in questo momento».
Di cosa ha bisogno la diocesi di Salerno?
«Ha bisogno di unione tra il vescovo e il clero e di un’amministrazione più trasparente dei beni ecclesiastici» .
Ma il caso Salerno com’è stato affrontato dalla Santa Sede?
«Più volte in Vaticano si era rilevata la necessità di un cambiamento, di una nuova guida per la diocesi e poi la decisione è stata quella di aspettare la data del settantacinquesimo compleanno di Pierro e le sue dimissioni».
Per cosa sarà ricordato l’episcopato di Pierro?
«Per aver dato un seminario degno alla diocesi».
Nel seminario, però, è stata anche eretta una statua autocelebrativa raffigurante monsignor Pierro. Una caduta di stile di cui ha parlato anche…
«Mi rifiuto di pensare che sia stata un’idea di Pierro, è stata solo l’iniziativa di un sacerdote zelante (Antonio Galderisi, ndr) per dimostrargli la sua fedeltà e gratitudine per aver ottenuto il titolo di monsignore».
Anche lei però ha un busto che la raffigura…
«È vero, ma io lo tengo in casa e lo potranno mettere solo sulla mia tomba».
Quale sarà il futuro dei sacerdoti più vicini al vescovo uscente?
«Monsignor Moretti comincerà tutto da capo, dal giorno 12 settembre quando s’insedia. Quindi tutto nuovo, non vuole essere influenzato dal passato».
L’anno scorso dalle pagine di questo giornale lei attaccò violentemente la Lega per i suoi atteggiamenti antimeridionali. Che cosa la turba nel Ferragosto 2010?
«La situazione nelle carceri italiane dove non vengono rispettati i diritti umani dei detenuti. La società cosiddetta civile si disinteressa completamente di questo problema e io voglio gridare forte tutto il mio sdegno. Nei prossimi giorni andrò a visitare il carcere di Fuorni».
Una battaglia, la sua, che finora ha caratterizzato l’impegno dei Radicali. Non teme di essere etichettato?
«Quando la causa è buona io non faccio distinzioni di affiliazione politica. E poi non dimentichi che io la vocazione alla denuncia l’ho assimilata in V ginnasio leggendo i Promessi Sposi. Sono stato così colpito dalla figura di fra Cristoforo che quando diventai terziario francescano presi il nome di frate Ludovico, il nome all’anagrafe di fra Cristoforo».
Nella chiesa attuale ci sono più fra Cristoforo o don Abbondio?
«Non ci sono abbastanza fra Cristoforo».
Gabriele Bojano