Atrani, ecco la protezione civile 4 giorni dopo: oramai hanno pulito i cittadini.
ATRANI (12 settembre) – Arriverà solo oggi la Protezione civile nazionale. Quattro giorni dopo la tragedia, quando ormai le speranze di trovare Francesca Mansi, la 25enne di Minori travolta dalla piena del torrente Dragone, sono ormai svanite.
La gente di Atrani aiutata da decine di volontari arrivati da tutta la Costiera, ha da sola ripulito il paese, dopo che i mezzi dei vigili del fuoco hanno spalato anche la spiaggia alla ricerca del corpo della ragazza, dopo che sub e motovedette hanno setacciato il mare, oggi su indicazione del capo della Protezione Civile, Guido Bertolaso, un team del dipartimento arriverà ad Atrani guidato dal vicecapo Bernardo De Bernardinis, con «il compito di supportare l’attività di ricerca della ragazza dispersa, di rimozione delle auto e di verifica dei danni condotta dalla Regione Campania, dal prefetto di Salerno e dal sindaco di Atrani».
Hanno lavorato con una foga straordinaria, residenti e volontari. Ieri, però, sono riusciti a ripulire piazza Umberto Primo e via dei Dogi, cacciando il fango dai sanpietrini, facendo riemergere il disegno della croce dei venti al centro del paese, ridando forma alla fontana, ai giochi dei disegni realizzati con le pietre bianche e nere. Atrani è stata divisa in due zone. La parte alta è finita sotto la gestione di Comunità montana e autorità di Bacino: quindici volontari dalle 7 della mattina sono stati prima a spalare fango e poi a controllare i valloni del Dragone per verificarne le condizioni.
Nella parte bassa hanno agito le varie associazioni di protezione civile locali coordinate dalla protezione civile regionale che ha anche fornito coperte, bottiglie di acqua e cibo alla Croce Rossa. Per tutta la giornata è stato più volte annunciato l’arrivo di qualche esponente della protezione civile nazionale, inutilmente. «È molto grave che non ci sia nessuno della struttura di Bertolaso – denuncia Lella Di Leo, presidente di Italia Nostra – qui tutti sono mobilitati, ma solo a livello nazionale hanno mezzi e fondi per proseguire le ricerche di Francesca Mansi e avviare la ricostruzione».
Il tema economico non è secondario. La barista di Minori potrebbe essere finita a mare nel fango: i sommozzatori dei vigili del fuoco hanno individuato sotto il livello dell’acqua una serie di auto sotto le quali ci potrebbe essere Francesca. Servirebbe un «pontone», una draga per tirare via dal mare carcasse, rifiuti e terriccio, con la speranza di ritrovare anche la ragazza. Il problema ieri è stato economico: chi pagava per il pontone? Il Comune o la Regione, in assenza della struttura di Bertolaso?
«Se volete facciamo una colletta» è stato lo sfogo ieri mattina di Pio Manzi, zio di Francesca. Ieri pomeriggio si è deciso che il finanziamento doveva arrivare da Palazzo Santa Lucia. Il pontone è partito in serata da Portici, arriverà ad Atrani stamattina.
«Ma non c’è questo problema – minimizza il sindaco di Atrani Nicola Carrano – non c’è bisogno della protezione civile nazionale perché c’è quella regionale». La linea di intervento la spiega il presidente della Provincia di Salerno, Edmondo Cirielli: «Con il presidente Caldoro abbiamo invitato il Comune di Atrani a chiedere lo stato di calamità naturale che sarà appoggiato da Comune e Regione e portato all’attenzione del governo nazionale: in questo modo si potrà accedere ai finanziamenti».
Lo stato di calamità è stato ufficialmente richiesto dal consiglio comunale di Atrani. In serata, infine, l’annuncio dell’arrivo del vice di Bertolaso.
Intanto la procura di Salerno ha aperto un fascicolo sull’alluvione di Atrani. Si registra poi la preoccupazione di Stefania Prestigiacomo: «Andiamo verso la stagione delle piogge – dice il ministro dell’Ambiente – e io temo che ci saranno tanti altri incidenti nel nostro Paese come quello di Atrani, un episodio gravissimo causato dall’uso dissennato del territorio».
Il Mattino di Fulvio Scarlata (inviato)