Costiera Amalfitana: La SS.163 la strada panoramica più bella del mondo ridotta a sito di stoccaggio.
Gent.mo Direttore,
mi rivolgo alla Tua testata “on-line”, che utilizzo ormai quotidianamente da anni per tenermi informato sul vissuto giornaliero della ns. Amata Costiera, per evidenziare, così come state egregiamente facendo per la struttura ospedaliera di Castiglione, svolgendo un verio servizio di informazione al cittadino, un problema che già si è avuto modo di toccare nella Vs. redazione: il“degrado ambientale”, per usare un dolce eufemismo, verso il quale sta declinando, purtroppo, in modo irreversibile, uno dei posti più belli del mondo. Mi riferisco allo stato di abbandono totale di alcuni arenili (il sottoscritto, in particolare, frequenta quello di Castiglione di Ravello, essendo quello il suo luogo di origine) ridotti, senza mezzi termini, in alcuni tratti, soprattutto nei mesi invernali, quando passeggiare sulla spiaggia è altrettanto bello che nei mesi estivi, a delle vere e proprie latrine a cielo aperto. Per non parlare della SS. 163 – definita di recente, non a torto, la strada panoramica più bella del mondo – che, in alcuni punti, assomiglia sempre di più a quei tristemente noti siti di “stoccaggio clandestino” (sempre eufemisticamente parlando) che sono ahimè una caratteristica comune a tutti i territori ricompresi nell’area dell’hinterland napoletano\casertano.
Ora, al di là di ogni campanilismo e di ogni bandiera o banderuola politica che dir si voglia, è possibile che il senso civico e le menti di tutti i concittadini di un posto unico nella sua orografia e nella dolcezza dei suoi paesaggi, siano stati così abbrutiti ed annullati in nome di un lassismo e un menefreghismo che sta producendo un simile sfacelo ambientale? Dov’è finito, se mai è esistito, quel senso di orgoglio e di appartenenza che può far sì che noi, nativi della Divina, residenti e non, siamo i primi a vigilare senza tregua sul mantenimento e sul decoro di tutto ciò che riguarda il ns. paesaggio senza eguali?
Forse i trentini, nel difendere giustamente il loro patrimonio forestale e montano o i toscani, nella impareggiabile arte del mantenimento della struttura medievale dei loro incantevoli borghi, sono persone con un’intelligenza superiore? O siamo noi ad essere dei menefreghisti, a pensare di essere più furbi solo perchè l’uscio di casa nostra è pulito e al resto “Dio vede e provvede”?
Perchè da noi, chiamare il Comune (uno qualsiasi dei Comuni della Costiera, n.d.r.) per segnalare di intervenire nella pulizia di un tratto di strada o di una spiaggia significa sbattere contro un muro di gomma? Sentirsi rispondere, quando va bene, che “è competenza dell’Anas, o della Provincia o del Demanio Marittimo o, ancora, della Capitaneria o forse dei Vigili del Fuoco?”. E le nostre istanze chi le può presentare se non il luogo che più di ogni altro dovrebbe rappresentare gli interessi della collettività?
Tu mi risponderai che questo è solo l’ultimo dei mali che affliggono nel quotidiano una terra baciata da Dio, ma violentata dalla beceraggine di alcuni dei suoi figli. Mi si potrebbero anteporre mille e mille esempi (Auditorium, ospedale, piano traffico, piano parcheggi, etc. etc.) di criticità da anteporre a queste mie osservazioni. Ma io, nel mio piccolo, sono convinto che quello della conservazione del nostro patrimonio paesaggistico sia il volano indispensabile per far sì che le menti di persone offuscate da decenni e decenni di inerzia civile e morale, possano essere finalmente riportate su binari più consoni a quella che è la nostra tradizione millennaria, che rese il popolo della Repubblica di Amalfi uno dei principali artefici, per secoli, della civiltà del bacino del Mediterraneo.
E allora Ti chiedo, con la presente, come ripeto hai già fatto egregiamente in altre occasioni, di farTi sempre più portavoce – anche attraverso reportage fotografici “ad alto impatto visivo” – di quella che deve essere, a torto o ragione, considerata una priorità assoluta per la conservazione della nostra identità di cittadini della Divina.
Pronto a collaborare all’invio di materiale e nella certezza di un tuo gradito riscontro alla presente, Ti saluto con stima, augurando a Te ed alla Redazione una continua crescita editoriale.
Antonio Pinto