Piano di Sorrento, telefonata dei pirati dalla Caylyn Se ci sarà l’intervento militare morirà l’equipaggio
Piano di Sorrento Sembra, paradossalmente, essersi aperta una breccia su questa spinosa vicenda che sta mantenendo con il fiato sospeso le famiglie dei marinai sequestrati nel Corno d’Africa, sia della Savina Caylyn che della Rosalia D’Amato, per la quale da oggi si è chiesto il silenzio stampa . I cui membri dell’equipaggio possono subire lo stesso iter di quello della petroliera sequestrata l’8 febbraio scorso. Da essa da poche ore è arrivata una telefonata a Radio Capital, che ha intervistato l’unico somalo di bordo che conosce l’italiano, nella quale si ascolta e si dice che i pirati “volevano i soldi e lasciare subito l’equipaggio. Ma la compagnia non ha parlato con loro e la trattativa va a rilento ed hanno chiesto 16milioni $. Il problema e che la compagnia non va avanti più”. Sul dove si trovavano a Niccolò Carratelli ha detto che “siamo vicino ad Haradhere, vicino alle coste somale”. Su un probabile intervento militare la risposta dei pirati è stata secca: “Non vogliamo i militari, se loro vengono a morire per prima saranno gli ostaggi”. Come si vede non ci sono mezzi termini anche se il governo italiano ribadisce che “sulla base di tutti i dati a sua disposizione, valuterà le possibili opzioni percorribili a protezione dei propri connazionali.[…] La Farnesina si ritiene al contempo essenziale ribadire l’opportunità che da parte dei media venga osservato il necessario riserbo per non compromettere l’efficacia delle diverse iniziative istituzionali. In relazione alla vicenda del sequestro della petroliera Salina Caylyn e ai diversi articoli apparsi sulla stampa nazionale e locale, il Ministro Frattini e la Farnesina, in particolare attraverso l’Unità di Crisi, hanno seguito in ogni momento sin dall’inizio l’evolversi degli eventi, attivando ogni canale utile – diplomatico, militare e di intelligence – per favorire la soluzione della vicenda. E’ stato inoltre mantenuto un costante e quotidiano contatto con i familiari dei sequestrati, con i quali rappresentanti dell’Unità di Crisi e della Difesa hanno avuto più incontri personali”. Queste sono le parole del Ministero degli Affari Esteri ed intanto tre parlamentari (De Luca Bosso, Luigi Muro e Di Stanislao) già da tempo, hanno rivolto delle interrogazioni parlamentari. Ma intanto cresce l’apprensione delle famiglie, ed in special modo per quelle dei marinai portati a terra. Ieri i familiari si sono recati alla Farnesina e hanno chiesto il silenzio stampa
GIUSEPPE SPASIANO