Quella che fu la prima volta dei tornado dopo la 2° guerra mondiale
SORRENTO – Non è una di quelle notti che tutti noi occidentali sogniamo in quella fantastica e mistica terra d’Arabia, ma è quella in cui per la prima volta l’Italia scendeva in guerra, secondo le varie risoluzioni emanate dall’ONU contro l’invasione irachena del Kuwait, per far fare retromarcia alle truppe di Saddam. E fu la prima volta dei nostri aerei Tornado che andavano in missione su un territorio che, dall’alto sembra quasi uguale e che nascondeva quelle micidiali batterie antiaeree, i nostri militari non conoscevano bene o quasi. E tra un bicchiere di vino e tra una chiacchiera e l’altra, uno dei due nostri piloti che fu preso prigioniero dalla truppe di Saddam, racconta quella brutta climaticamente notte. Nella quale si ci mise quasi tutto di traverso, e due dei nostri quattro tornado che erano in missione ebbero delle noie; uno spegne il motore ed il secondo resta con il carrello fuori dopo il decollo. E siccome che con il passare dei minuti, e delle ore, il nettare di Bacco da delle strane sensazioni e ti fa dire anche qualche verità, ecco che sta per nascere un volume che racconta quei tragici, ma decisi momenti nei quali devi essere istantaneo e non puoi permetterti sbandamenti. E così che l’allora maggiore ed oggi colonnello Gianmarco Bellini, che in quella serata era affiancato dal capitano e navigatore Maurizio Cocciolone, inizia a raccontare al cugino della sua moglie napoletana, Francesco Di Domenico, la storia della missione sul territorio iracheno. E tra quel vino che se ne scende liscio e la forma di pecorino che si assottiglia di più, l’autore cerca di spronarlo per fargli uscire quello che lui ha dentro, ma che non sa come fare ad esporre. Ci sono voluti ben tre anni di guerra con la tastiera del pc, tra una e-mail e tra una tirata con le pinze telefonata, a fargli uscire tutto quello che aveva incorporato di quei momenti che non si possono mai dimenticare. “L’idea del libro –racconta Bellini- è nata da una mia volontà di togliermi quello che avevo dentro: rammarico e storia. In poche parole di mettere nero su bianco. E tutto è anche nato grazie a mia moglie, la quale mi disse che aveva un bravo cugino scrittore”. E così “io gli ho raccontato la mia storia, la mia vita ed i miei momenti, passando diverse sere”. “Un lavoro che è nato nel 2006 –continua il colonnello Bellini- ed è continuato fino ad oggi. E dopo che è stato pubblicato l’ho letto quest’anno è mi ha fatto piangere, perché ho rivissuto quei giorni e sentimenti”. Che sono descritti da Francesco Di Domenico così bene, perché egli si è dovuto calare mentalmente per romanzare tutto quello che gli diceva Gianmarco Bellini. E lo stesso autore che nella Sala Consiliare del Comune di Sorrento, con la prefazione e la presentazione di un meticoloso e preciso Mario Esposito, alla presenza del sindaco Giuseppe Cuomo e della consigliera Maria Teresa De Angelis e dell’attore-narrante Patrizio Rispo, in una serata organizzata dalla eclettica Carolina Ciampa, precisa che “la narrazione è romanzata, perché lui non parlava molto, ma i sentimenti gli uscivano pian piano”. Un libro “che nasce –continua Di Domenico- da una parola “incidente-fortunato”, e sembra che davvero sia andato tutto ad incastro”. Si perché tutti i pezzi del puzzle siano stati ben messi ed anche perchè “il libro facendolo uscire nel mese di febbraio 2011, si è trovato nel momento in cui si festeggiavano i 150 anni dell’Unità d’Italia”. Insomma pare che da quando si stentava a farlo uscire, poi ha avuto una ottima esplosione ed un vasto consenso tra il pubblico. Ed alla fine della serata non poteva mancare anche qualche stuzzicheria, stavolta accompagnata dall’acqua e non dal vino, se no invece di fare le notti arabe, facevamo quelle delle sirene.
Gianmarco Bellini Bellini nel 1990 Francesco Di Domenico Sindaco Cuomo Mario Esposito
Patrizio Rispo Carolina Ciampa
Alcune foto della serata della presentazione:
GIUSEPPE SPASIANO