Gianmaria Cesaro sta bene, contatti non soddisfacenti, interessamento del Papa
PIANO DI SORRENTO – La strada da percorrere ormai è quella del negoziato che si sta svolgendo tra i pirati somali e la diplomazia italiana, che ha avuto degli sviluppi nei giorni scorsi quando ci sono stati degli intensi contatti. Per qualche giorno non si sono avute notizie dal primo ultimatum messo in atto dai pirati, questo aveva fatto presagire dei risvolti nella trattativa, ed infatti era così. La triade si era messa in contatto tra di loro: l’armatore, la nostra diplomazia ed i bucanieri somali, ma evidentemente qualcosa non è andato come quest’ultimi volevano, e si può capire che forse la cifra proposta non era quella della richiesta. Perciò all’inizio di questa settimana i caldi abitanti somali avevano dato un altro ultimatum, che scadeva martedì 31 maggio, se non sarebbe stato assecondato avevano minacciato di trasbordare a terra anche il direttore di macchina Antonio Verrecchia e tre membri dell’equipaggio indiani. Ed aprendo una parentesi, questi ultimi sembrerebbero essere sotto il tiro dei pirati, perché i militari della marineria indiana nelle loro catture adottavano una certa aggressività, giustificata dal fatto che i somali si erano fatti alquanto attivi lungo le coste di Nuova Delhi, a varie centinaia di miglia di distanza. Tornando alla Savina Caylyn, la petroliera battente bandiera italiana sarebbe allo stremo, come ha detto e letto il comandante in un pietoso appello (che si può ascoltare anche in audio) a Liberoreporter.it. Le condizioni si stanno facendo, giorno dopo giorno, drammatiche ed il comandante Lubrano Lavadera, con la voce rotta dalla commozione, ha implorato, con l’aiuto di Nostro Signore che illumini i nostri governati, il presidente Napolitano, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il ministro degli Affari esteri e tutto il governo, affinchè “si possa risolvere al più presto possibile la nostra tragedia umana”. Un qualcosa che sta assumendo delle proporzioni inumane, perché “il restante equipaggio è esausto sia dal punto di vista mentale che fisico. Infatti alla scarsità di cibo, ci danno un pugno di riso al giorno, si aggiunge la scarsità di movimento, giacchè siamo seduti o sdraiati, ed a volte legati”. Come si evince dalle frasi del comandante si rischia anche la staticità fisica dell’individuo, che può avere delle gravi conseguenze anche motorie. Ma non solo questo, a ciò “si ci aggiunge –dice sempre il comandante a Liberoreporter.it- il fatto che ci sono rimaste poche tonnellate di gasolio, perciò l’aria condizionata è stata spenta e gli altri strumenti di bordo rimasti al minimo per il poco gasolio rimasto”. La cosa che fa rabbrividire e che “in caso di emergenza non abbiamo la possibilità di muovere la nave e o fronteggiare eventuali incendi”. Poi sempre continuando nel suo accorato e drammatico appello parla dell’equipaggio e che “alcuni membri presentano endemi alle gambe e malattie della pelle e traumi, questi ultimi per l’inasprimento dei pirati”. Più si va avanti e più quello che dice fa tremare, perché a capo di questo appello “l’equipaggio è stato confinato sul ponte di comando ed è continuamente sotto il tiro di armi automatiche, sicchè al minimo avvicinarsi di navi ed elicotteri militari, venivamo minacciati di morte e veniamo usati come scudo umano”. In poche parole la morte vista con gli occhi, e “dopo aver trasferito tre nostri connazionali a terra, per porre ulteriore pressione minacciano di trasferire a terra il direttore di macchina e tre indiani. Ultimatum che scadrà domani pomeriggio (31 maggio)”. Ma la cosa positiva e che “i pirati mi hanno assicurato che i nostri tre connazionali sono vivi e sono nascosti in un posto che solo la piramide conosce”. Questa è la notizia che, se possiamo scrivere così, rincuora anche i genitori di Gianmaria Cesaro che stanno vivendo non solo dei giorni di angoscia, di ansia e di terrore, ma soprattutto sperano, come d’altronde tutti, che ne esca vivo e tutto si concluda al più presto. E perciò che il comandante Lavadera , che ha saputo anche dell’interessamento del Papa Benedetto XVI, dopo essersi rivolto, come scritto antecedentemente, ai nostri governanti, “umilmente chiediamo pietà al popolo italiano tutto, alla Santa Sede ed ai politici per porre fine pacificamente a questa triste vicenda”. Come è triste la domanda che gli ha rivolto il più giovane dell’equipaggio: “Comandante perché è successo tutto questo a noi poveri innocenti lavoratori? E quando potrò riabbracciare i miei cari? ”. La sua risposta è stata di “avere coraggio e fede in Dio e di confidare nel buon cuore del popolo italiano”. Questo è il dramma non solo della Savina Caylyn, ma anche della Rosalia D’Amato, della quale non si hanno notizie dal giorno del suo sequestro, il 21 aprile.
Corno d’Africa vista satellitare Pirati somali Papa Benedetto XVI
GIUSEPPE SPASIANO