A Cava de´ Tirreni inaugurata la mostra di Livia Giordano nella sala espositiva Comunale

20 agosto 2011 | 18:26
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A Cava de´ Tirreni inaugurata la mostra di Livia Giordano nella sala espositiva Comunale

Il 19 agosto scorso nella Sala espositiva comunale di Cava de’ Tirreni si è inaugurata la mostra di Livia Giordano dal suggestivo tema “.. la mia anima a nudo”.

L’artista nata a Vico Equense ha vissuto moltissimi anni nella Penisola Sorrentina prima di trasferirsi a Cava de’ Tirreni.

L’aver vissuto a contatto con un panorama tra i più belli al mondo ha chiaramente influenzato le tematiche della giovane pittrice: paesaggi costellati di girasoli, un verde predominante, la natura rigogliosa e naturalmente il Signore della costa, il mare. Il mare e i paesaggi della costiera sia Sorrentina che Amalfitana ricorrono incontrastati nelle opere della Giordano, ma ogni volta una sfumatura, un colore, un’ombra rendono le opere uniche.

Raffaele  Bussi, direttore di “artepresente”dice di lei “Il paesaggio Mediterraneo nei suoi anfratti più reconditi e nascosti si annida nel profondo della ricerca pittorica di Livia Giordano. In un contesto ambientale degradato e sottoposto ad infinite sollecitudini dall’uomo la pittrice riscopre il modus vivendi  antico che non consente all’uomo d’oggi di vivere al di fuori della contaminazione: angoli, anfratti, piazze, scenari marini, quasi rappresentati in un sogno senza confini, ripropongono la riflessione sul tema di grande attualità che è quello rappresentato dall’inquinamento  marino ed atmosferico. ”

L’artista ha al suo attivo molte partecipazioni a collettive nazionali e ad estemporanee, l’ultima  delle quali aveva la finalità di raccogliere fondi per il restauro del campanile di origine barocca della chiesa di Santa Maria del Toro a Vico Equense.

Nel suo percorso artistico la Giordano ha realizzato numerosi lavori su pareti secondo la tecnica del tromp-oeil e su supporti lignei.

La mostra nella Sala Espositiva Comunale sita in Corso Umberto I n.167 resterà aperta fino al 30 agosto.

Magrina Di Mauro