Piano di Sorrento, silenzio stampa sulla Savina Caylyn speranze per Gianmaria e gli altri marinai

28 settembre 2011 | 21:15
Share0
Piano di Sorrento, silenzio stampa sulla Savina Caylyn speranze per Gianmaria e gli altri marinai

Lo chiedono uniti i familiari, forse qualcosa si muove

PIANO DI SORRENTO – Secondo un’agenzia di stampa dell’Ansa divulgata da poche ore, tutti i familiari dei marittimi sequestrati sulla Savina Caylyn hanno chiesto all’unisono il silenzio stampa dopo che c’è stato l’incontro a Palazzo Chigi. Chissà, con molta probabilità qualcosa si sta muovendo ed è quello che tutti si augurano, perché come cita testualmente l’agenzia ANSA, nella riunione c’era anche l’armatore Luigi D’Amato. Questo può significare che le cose hanno preso decisamente una piega diversa da come stavano andando, forse anche già da qualche giorno c’era qualche fermento. Lo ricordiamo perché è, forse, la prima volta nella storia della marineria mercantile italiana che un sequestro di una nave – non dimenticandoci della Rosalia D’Amato (con sei italiani a bordo, due della costiera sorrentina) – è così lungo. Ma lo ricordiamo anche perché sulla quella petroliera ci sono degli uomini che non fanno altro che il loro dovere, quello di lavorare per andare avanti nella vita, specialmente in questo momento nel quale c’è una crisi che non vede la luce dal tunnel. Ricordiamo i nomi dei componenti dell’equipaggio che è nelle mani dei bucanieri. Cinque gli italiani: il comandante Giuseppe Lubrano Lavadera di Procida, il primo ufficiale di coperta Eugenio Bon di Trieste, il direttore di macchine Antonio Verrecchia di Gaeta, il terzo ufficiale di coperta Crescenzo Guardascione di Procida e l’allievo di coperta Gianmaria Cesaro di Piano di Sorrento. Diciassette i marinai indiani: il secondo ufficiale di coperta Modak Mudassir Murad di Chiplun, il primo ufficiale di macchina Puranik Rahul Arun di Mumbay; il secondo ufficiale di macchina Nair Hari Chandrasekharan di Kottayam Kerala, il terzo ufficiale di macchina Balakrishnan Bijesjh di Nambrathukara, l’elettricista Kalu Ram di Patauda Guragaon, il nostromo Kamalia Jentilal Kala di Navabandar J., il pumpman (addetto alle pompe) Tamboo Ahmed Hussein di Kondivare, il primo marinaio scelto Nantumuchchu Gurunadha Rao di Visakhapatnam, il secondo marinaio scelto Solanki Jitendrakumar Govind di Ghoghla G., il terzo marinaio scelto Nevrekar Asgar Ibrahim di Chiplun R., il primo marinaio Fernandes Prinson di Margao Goa, il secondo marinaio Fazil Sheik di Keekan Kerala, il montatore Rabbani Ghulam di Ballia Up, l’oiler (ddetto alla lubrificazione macchine) Palav Ganesh Babaji di Mumbai, il wiper (addetto alla pulizia macchine) Mulla Abrar Abdul Qadir di Deorukh, il capo cuoco Cardozo Pascoal Michael di Guirdolim Goa, l’aiuto cuoco e cameriere Jetwa Denji Keshav Mumbai (lista fonte Liberoreporter.it). Ed augurandoci che la smobilitazione del presidio davanti alla sede della società armatrice sia di buon auspicio per la liberazione e sperando che nelle prossime ore ci siano delle buone notizie, intanto riportiamo sotto il comunicato dell’agenzia di stampa ANSA:

(ANSA) – PROCIDA (NAPOLI), 28 SET – Silenzio stampa è quanto chiedono i familiari dei marittimi sequestrati a bordo della Savina Caylyn dopo l’incontro tenutosi in mattinata a Palazzo Chigi tra il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta, e Luigi D’Amato, armatore della petroliera ostaggio dei pirati dallo scorso mese di febbraio al largo delle coste somale. “In questo momento è opportuno il silenzio stampa” fanno presente all’unisono Nunzia Nappa, moglie del comandante della Savina Caylyn e Maria Valeria Barone del coordinamento ‘Liberi Subito’. La decisione di tutti i familiari dei marittimi sequestrati sulla Savina Caylyn è stata maturata – si apprende da Maria Valeria Barone – nel corso del presidio davanti alla sede della società armatrice F.lli d’Amato. Il presidio entro la serata sarà smobilitato.

I marinai prigionieri dei pirati

                     Familari in presidio davanti alla società armatrice

Antonio Cesaro

     Anche il calcio si mobilita

GIUSEPPE SPASIANO