Giò Di Sarno si racconta

12 novembre 2011 | 19:40
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Giò Di Sarno si racconta

Partirà con il suo tour di ‘Cantanapoli’ da Pompei

Sarà di scena a Pompei dal 18 al 20 novembre con il suo prossimo tour invernale del musical ‘Cantanapoli’ che poterà in giro le più belle canzoni napoletane che svariano in tutti i campi. Si canta l’emigrazione, la guerra, lo sbarco degli alleati, il can-can. La sciantosa, gli scugnizzi, i vicoli, la prostituzione e la struggente ‘Filomena Marturano’. Giovanna Di Sarno, in arte Giò Di Sarno,  aveva la passione per la musica fin da piccola, quando si metteva davanti allo specchio con il manico di una scopa e cantava. In molti volevano che insegnasse come maestrina di paese, ma la ragazza dai capelli rossi caparbiamente e con convinzione volle affrontare un mondo non facile da inserirsi, quello dello spettacolo. Originaria di Poggiomarino arrivò che non era ancora maggiorenne a Roma, insieme a sua sorella. A Napoli erano salite su un vecchio treno regionale “che puzzava terribilmente – ricorda il noto volto televisivo –, lo ricordo come fosse oggi, dentro di me tante speranze, sogni che affidavo al destino, alla ricerca di un’opportunità nel mondo del cinema”. E così con la sua presenza prorompente fu nota da un famoso cantante degli anni ’60, Little Tony, che le chiese di esibirsi senza i tacchi data la sua altezza. Dopo iniziò a cantare in coppia con Patrick Samson e Rocky Roberts e poi dopo qualche anno di ‘gavetta’, cominciò a scrivere bei brani intensi ed ironici, che parlavano dei problemi giornalieri. Ma il suo vero debutto lo fa nel 2000 quando esce il suo lavoro discografico ‘Spagnapoli’, che le ha dato tante soddisfazioni. Poi dopo un periodo di pausa, ha cercato di ritornare in quel mondo che temporaneamente ha dovuto lasciare, ma ovviamente come al solito si incontrano delle difficoltà di rientro nel giro. Ma con la sua solita caparbietà è riuscita anche stavolta a vincere. Oggi è la diva del musical ‘Cantanapoli’ che ha portato l’estate scorsa in tutta Italia ed ancora arrivano richieste per l’inverno. Al suo fianco Nunzio Milo (vincitore delle più importanti kermesse canore internazionali, l’ultima tenutasi alle Isole Canarie) ed il tenore Alessandro Fortunato. “Cantanapoli – racconta con una punta di amarezza Giò Di Sarno – èstato copiato da tv nazionali e figli d’arte”.

Solo da qualche giorno è rientrata dalla Spagna dove ha tenuto un tour che ha toccato le principali città della nazione iberica. Inoltre dal 18 novembre presenterà un programma su Teleuniverso al fianco di Pino Gagliardi in cui intervisterà alcune coppie e curerà la sigla mentre il 19 novembre porterà appunto Cantanapoli al Teatro di Costanzo-Mattiello di Pompei in occasione della tre giorni de ‘La Discussione’. Oggi raccoglie i successi, ma gl’inizi non se li dimentica. “Arrivai a Termini avvolta in un vestito leopardato che erano le 11 del mattino e chiesi alla stazione centrale come arrivare a Cinecittà per fare un provino per tentare la carta del grande schermo”. Non era arrivato ancora il suo momento. Oggi è chiamata da Gigi Marzullo e vanta una bella amicizia col decano dei fotografi romani Rino Barillari, quello che inventò la “Dolce Vita”. “Giò è uno dei più grossi talenti italiani – dice subito Barillari a piazza Navona – sono felice del successo che ha riscosso in Spagna. In realtà lei spagnola lo è per natura, è fantastica, femminile, artistica, riesce a cimentarsi con ogni vocalizzo o genere musicale”. Come mai nessun gossip su Giò? Mi rivolgo incuriosita a Barillari (visto che oggi i vip vivono di queste realtà). Barillari non esita un secondo: “Guardi, il gossip serve quando non si è un personaggio e va costruito, in questo caso con Giò Di Sarno il personaggio c’è ed è fortissimo, piace ai giovani ed ai meno giovani, inoltre i suoi brani sono cantati anche nelle disco”. 

A questo punto domando direttamente alla bella cantattrice erede  – secondo molti – di Gabriella Ferri, di raccontarci questo suo momento d’oro.

Com’è andata Giò in Spagna?

“Meraviglioso, un pubblico caldo, partecipe, applausi, richieste di bis e tanto entusiasmo ovunque specie a Madrid ed a Granada dove mi sono esibita al “Concierto a la Salle” un famoso locale di flamenco”.

Cosa hai fatto ascoltare agli spagnoli?

“Tutti i classici napoletani, del resto io ho inciso diversi anni fa “Spagnapoli”, un album con  classici napoletani in lingua spagnola. Bellissimo l’effetto che fa sul pubblico ascoltare brani come “Maruzzella” in spagnolo. E’ una sensazione che non si può descrivere”.

Questo tour è stato voluto da un noto intellettuale…

“Colgo pure l’occasione per ringraziarlo, si tratta di Gianni Spallone, docente universitario e scrittore, che ha vissuto per diversi anni in Argentina girando i Paesi dell’America Latina. Un vero studioso di tradizioni e storie locali”.

Anche il tour italiano di Cantanapoli registra un bel bilancio…

“Tante serate tra piazze e arenili, serate col tutto esaurito come a Scario nell’agosto scorso con 6mila persone rapite dalle canzoni e dai costumi”.

…già i costumi non sono scelti a caso…

“Sono della linea couture di Luigi Bruno che veste anche taglie comodi mentre i gioielli sono di Pink Emerald, tra le altre cose a palazzo Ferrajoli di Roma vi è appunto la mostra di Bruno”.

Ti capita di tornare a Poggiomarino?

“Raramente…”.

Un sogno?

“Portare Cantanapoli a Madrid!”.

Tra le altre cose è stato copiato da noti autori e registi nonché nomi famosi…

“Sono arrabbiata proprio perché troppo liberamente copiato da molti”.

Progetti futuri?

“Due spettacoli a cui tengo moltissimo: uno sulla grande Gabriella Ferri, l’altro sulla brigantessa Michelina De Cesare”.

Un luogo in Campania dove vorresti esibirti?

“All’Anfiteatro degli Scavi di Pompei ed al Teatro Augusteo di Napoli”.

Giò Di Sarno e Gigi Marzullo

GIUSEPPE SPASIANO – ANNA JM VILLANI