In mostra a Villa Fiorentino dai pastori agli attrezzi
SORRENTO – “Te piace ‘o presepe”, diceva Eduardo vicino al figlio nella famosa commedia ‘Natale in casa Cupiello’. Ed appunto il presepe è di scena fino all’8 gennaio nella Villa Fiorentino, tra un corteo del Gruppo Storico ‘Martino Marzano’ di Sessa Aurunca, con i tipi vestiti del 1500, il mercatino natalizio e gli agrumeti della costiera, in mostra c’è tutto quello che riguarda la famosa Natività nelle sue forme più svariate di un certo tipo. Dai pastori, in stile ‘700 ed ‘800 napoletano, fino agli attrezzi che usano i vari fabbri e falegnami, tutto nell’arte di vari artisti che hanno raffigurato l’arte presepiale non solo con la classica nascita del presepe in stile napoletano, ma anche con la fantasia adattandolo nelle forme più strane. Con l’organizzazione sia del Comune di Sorrento che della Fondazione Sorrento, la seconda edizione sta riservando un fascino tutto particolare che può dare un’arte ed una tradizione che si trascina da secoli. Infatti se l’arte presepiale napoletana viene data intorno al 1223, il presepe nasce proprio in quell’anno, quando San Francesco realizzò a Greccio la prima rappresentazione vivente della Natività. Sebbene esistessero anche precedentemente immagini e rappresentazioni della nascita del Cristo, queste non erano altro che ‘sacre rappresentazioni’ delle varie liturgie celebrate nel periodo medievale. Da quel ‘momento’ la Natività con tutti i suoi contorni prese piede nelle più svariate parti d’Italia, ma in particolare in Campania, dove “ ‘o presepe”, come diceva Eduardo, lo si è modellato in tutte le vari forme, ma quella che resta sempre più intrigante è quella riferita al ‘700 ed all’ ‘800 napoletano. Nella villa che fu dei coniugi Fiorentino si possono visitare presepi di varia grandezza, da quello classico in sughero, con pastori di circa quindici centimetri, a quello in terracotta, passando per alcuni in tufo ed altri di piccole dimensioni con pastori di due centimetri. Ma il presepio che fa un certo effetto, che è l’attenzione per molti e che adita la nostra fantasia è quello acquatico in corallo di un acquario. Ma non modellato in vasca senza pesci ed acqua, ma modellato con tutti i componenti che ci sono in esso. La fantasia non solo si sbizzarrisce in questo modo, ma anche in un altro, con delle rappresentazioni della nascita e dei suoi contorni in forme molto ristrette. Figuratevi che su una base di legno di circa venti centimetri per trenta, in un’altezza di quaranta circa, gli spazi sono talmente ben quadrati e calibrati per immetterci non solo la natività, ma anche l’osteria, il falegname, il vinaio e tutto quello che può contenere. Con il sotto fondo delle canzoni natalizie, anche i pastori sono al centro dell’attenzione, chi nei classici vestiti risalenti al ‘700 o ‘800 napoletano, chi in terra cotta, chi in altro materiale. In un periodo di crisi il presepio ci fa riscoprire quel qualcosa che ci sta mancando con il passare degli anni, e che ci fa stringere nei nostri sentimenti.
GIUSEPPE SPASIANO