Il 17 dicembre 2011, nella Sala Consiliare “Salvatore Attanasio” del Comune di Positano, alle ore 17,30, si presenterà il libro La pittura di Positano nel ‘900, realizzato dalla Provincia di Salerno.
Dopo i saluti istituzionali del Presidente della Provincia di Salerno, Edmondo Cirielli, e del Sindaco di Positano, Michele De Lucia, interverranno Loredana Conti, Soprintendente ai Beni Librari della Regione Campania, Maria Carmen Morese, Direttrice Goethe Institut di Napoli, Maura Picciau, Soprintendente ai Beni BSAE di Salerno e Avellino.
L’evento sarà presentato da Matilde Romito, autrice del libro e dirigente della Provincia di Salerno, che accompagnerà l’intervento con alcune immagini dei quadri contenuti nella pubblicazione.
Saranno inoltre proiettati i documentari Positano. Colori in libertà del 1946 dell’Istituto Luce e I nordici del Golfo del 1956 di Ugo Gregoretti, per la parte attinente Positano.
Ilvolume, nato come progetto di catalogazione e studio del patrimonio pittorico di proprietà del Comune di Positano, si è ampliato in uno studio più ampio teso a inquadrare la Raccolta nella storia artistica di Positano nel corso del Novecento.
Positano ha infatti costituito una base irripetibile di espressione artistica per quanti –vuoi nativi vuoi immigrati politici vuoi viaggiatori occasionali- hanno focalizzato su questo straordinario aggregato antropizzato il loro occhio di artista.
La documentazione raccolta ha consentito di sfaccettare “la pittura di Positano” usufruendo in buona parte di materiali inediti riguardanti Positano, sparsi in Musei e soprattutto in collezioni in Italia e all’estero, di rilevante interesse storico e di indubbia suggestione.
Ci si è avvalsi anche delle strumentazioni informatiche, rintracciando, attraverso le aste in Europa e in America, dipinti raffiguranti Positano, sparsi nel mondo.
La “narrazione” parte dalla seconda metà dell’Ottocento per evidenziare lo stato di abbandono e isolamento che in quel secolo incombeva su Positano, dichiarato addirittura Comune chiuso “per comprovata miseria” nel 1864. Solo con il prolungamento della strada statale, alla fine dell’Ottocento, il sito comincia pian piano ad essere conosciuto e amato, e questo proprio grazie allo spirito pionieristico di artisti, letterati e intellettuali stranieri che di questo paese, racchiuso fra alte cime e scogliere a picco sul mare, amarono il carattere primitivo e dunque naturale, l’aspetto di covo di pirati saraceni, la gente, unitamente alle favorevoli condizioni economiche.
Negli anni Venti, soprattutto intorno al 1924-’25, ritroviamo a Positano personalità di primo piano, da Bertolt Brecht a Max Hermann Pechstein, da Caspar Neher ad Adolf Erbslöh, Carlo Mense, Richard Seewald, ad Anita Rée, Martin Wolff, Adriaan Lubbers, Leo Gestel, Adolf von Hatzfeld, Hans Dornbach, Günther Stüdemann, seguiti, tra il 1926 e il 1929, da Riccardo Bacchelli, Lisel Oppel, Giovanni Zagoruiko, Louis Isidore Kahn, per citarne solo una parte.
Kurt Craemer scrisse: “Positano aveva già dietro di sé un periodo di relativa notorietà, che risaliva ai primi anni Venti. C’erano diversi motivi ad attrarre di continuo gli artisti a Positano. Uno di questi motivi fu l’ondata cubista che invase la vita artistica dell’intera Europa alla fine della prima guerra mondiale. Io credo anche che Positano sia stata scoperta in tutta la sua bellezza soltanto dopo l’esperienza del cubismo. … Intorno al 1925 non ci fu in Germania nessuna mostra pittorica o simili in cui il trenta per cento dei quadri in mostra non avesse fatto tesoro del cubismo positanese. La tradizione pittorica di Positano era inevitabile”.
Nella seconda metà degli anni Trenta la splendida residenza settecentesca “Villa Romana” accolse due mostre, con pittori italiani e stranieri; intanto continuava a Positano l’afflusso di artisti e letterati “in fuga dalla storia”, esuli per motivi politici, protetti dalle autorità e la gente del posto che con loro condivise le ristrettezze della guerra, da Irene Kowaliska a Stefan Andres, a Giovanni Zagoruiko, a Paula Bärenfänger. Con gli anni Cinquanta Positano esplode nel “jet set” internazionale: vi si girano films (pensiamo a Leoni al sole di Caprioli), nascono canzoni (come Vienetenne a Positano del 1955) e i giornali la dipingono come grande rivale di Capri. La fortuna del sito non conoscerà più soste.
A Positano sono arrivati, fin dall’inizio del secolo e per tutto il ‘900, svedesi, norvegesi, finlandesi, tedeschi (la maggior parte), danesi, olandesi, russi, polacchi, ungheresi, austriaci, svizzeri, e americani, australiani.
La Raccolta del Comune annovera 57 quadri: ben 22 sono della donazione di Michael Theile, effettuata, come egli stesso ha sempre professato, per riconoscenza verso la cittadina che aveva sostenuto e difeso sua madre ed egli stesso bambino negli anni difficili delle leggi razziali e della guerra. Inoltre si registrano opere di Gϋnther Stϋdemann, Lisel Oppel, Ivan Giovanni Zagoruiko, Bruno Marquardt, Eduardo del Castillo, Kurt Craemer, Peter Ruta, Vali Myers, Ibrahim Kodra, William Grosvenor Congdon, Ilse Bechhold Getz, Ed Wittstein, dell’Art Workshop (Sigmund Pollitzer, Gene Charlton, Suzanne Temp, Vassilis Voglis, Jack Dowling, John Maine), deipittori del centro e nord Italia (CarloTerzolo, Enrico Paulucci, Renato Tomassi, Antonello Marinucci, Fredericka De Vierno), dei partenopei Federico Starnone ed Errico Ruotolo, dei salernitani e “costaioli” Mario Carotenuto, Ottavio Romano, Mario Gallinari, Raffaele Starace e Federico Apuzzo.