Nel frattempo trovato a poppa il cadavere di una donna
META – Il sereno tramonto scende di giorno in giorno sull’Isola del Giglio mentre si alza un amaro e cupo sorgere d’alba sulla Costa Concordia che ha ancora nel suo ventre un’atroce verità. All’ora di pranzo, intorno alle 13,30, è stato rinvenuto un altro cadavere nella zona poppiera della nave, si tratta di una donna dall’apparente età tra i trenta ed i trentacinque anni. I soccorritori, i palombari con le loro cariche esplosive si stanno aprendo i varchi non solo verso le cabine dei piani inondati, ma anche in quelle zone adiacenti le macchine per vedere se ci sono amaramente altri corpi. Ad una settimana esatta dall’accaduto ormai la speranza di trovare vivo qualcun altro sembra svanire giorno dopo giorno. Facendosi strada con gli esplosivi i palombari della Marina Militare sono riusciti ad arrivare alla cabina del comandante, ed i sommozzatori dei Carabinieri hanno recuperato la cassaforte che era in uso dal comando della nave. E poi hanno sequestrato anche le valigie del comandante ed il suo passaporto, oltre ad alcuni documenti. L’operazione, particolarmente delicata,che è stata disposta dalla Procura di Grosseto, è stata completata. Intanto il comandante Schettino resta agli arresti domiciliari fino a quando non ci sarà l’udienza del riesame di Firenze, che secondo alcune voci non dovrebbe tenersi prima di una ventina di giorni, sul ricorso della procura di Grosseto contro la decisione del gip di disporre i domiciliari per il comandante della Concordia.
Il ricorso è stato depositato in cancelleria a Grosseto ed è stato poi trasmesso a Firenze. Sulla data dell’udienza potrebbe influire il ricorso, non ancora depositato, della difesa. Il riesame dovrà decidere se discuterli insieme o separatamente. Ed intanto sull’operato del comandante ci sono i pro ed i contro, da quando sta emergendo. Come la telefonata eseguita subito dopo l’impatto cruento con gli Scogli delle Scole con la compagnia Costa Crociere, nella quale affermava, come è contenuto verbale di interrogatorio di garanzia a cui è stato sottoposto martedì dal Gip di Grosseto, di aver “fatto un guaio, sono passato sotto al Giglio. Abbiamo ‘dato un urto’ e ti informo di tutto dicendo la verità”. Queste sarebbero le parole dette al responsabile della sala operativa della società, ma le immagini recuperate dall’hard disk delle telecamere ci diranno con certezza chi c’era e chi non c’era negli istanti decisivi. E cosa è accaduto in quell’ora è più prima di avvertire la Capitaneria di Porto.
Secondo una ricostruzione fatta forse sta emergendo, infatti (ed anche le immagini potranno confermarlo) che sono state ben 10 le telefonate fra il comandante Schettino e l’Unità di crisi della Costa Crociere. L’armatore sostiene che il capitano ha mentito nel corso di questi colloqui, così come ha mentito ai passeggeri e all’equipaggio. Se è così è un qualcosa di inaudito, che fa venire per una lato dei brividi. Questo sarà accertato ormai quando sarà il tempo opportuno, il giorno dell’udienza, perché come ha detto il presidente del Senato, Schifani, che chi deve pagare paghi. Un uomo ferito in se stesso che, come ha riferito il suo legale, Bruno Leporatti, lotterà fino alla fine ed è pronto ad assumersi le sue responsabilità, infatti egli ha presentato la richiesta per la scarcerazione del suo assistito, perché egli avvisò subito la costa dell’impatto. Uno di quei tanti studenti della costiera che hanno frequentato il glorioso Istituto Nautico ‘Nino Bixio’ di Piano di Sorrento, in un periodo, negli anni sessanta e settanta, dove c’era una forte presenza di studenti. Un istituto dal quale sono usciti uomini di un certo calibro, che con le loro navi hanno solcato tutti i mari del mondo, affrontando le più disparate situazioni, ed anche quella dell’inchino che sarebbe stata fatale alla Concordia. La quale urtando con una certa violenza quel maledetto scoglio ne ha sradicato un grosso masso, portandoselo con se, e lasciando sul fondale di sette metri delle lamiere contorte come se fossero una strada tipo Positano, tutte curve. Ma quando sarà vedremo nell’udienza quale sarà la verità che uscirà, ora scrivere e dire è tutto superfluo.
GIUSEPPE SPASIANO