E’ Domnika Cemoretan, una interprete moldava della Costa Crociere
Meta – La calma è ritornata nella strada adiacente l’abitazione del comandante Schettino che è agli arresti domiciliari in attesa che inizino le procedure da parte della magistratura sul disastro della Costa Concordia per verificarne le cause e la dinamica dei fatti. Intanto si è svelato nelle ultime ore il giallo della donna bionda che era in sua compagnia in quella disastrosa sera di venerdì e che ha cenato con lui. Si tratta di una donna moldava, Domnika Cemortan, che fa da interprete sulle navi della società Costa Crociere da cinque anni, come lei stessa ha affermato in un’intervista rilasciata ad una televisione moldava, ‘la Jurnal.tv’. Infatti, la bionda Domnika, che da quando si è appreso dalla Costa Crociere era regolarmente imbarcata, alla televisione di Chisinau ha detto che si trovava insieme al comandante Francesco Schettino al momento del’impatto. Ma nell’intervista rilasciata afferma che il comandante “ha salvato più di 3 mila persone, penso che abbia svolto un lavoro straordinario, lo pensa tutto l’equipaggio”. Ora la procura di Grosseto che già è sulle sue tracce, perché è stata rintracciata in Moldova, la vorrà interrogare per capire varie cose e sapere come sono andati i fatti in quella tragica sera. Una sera nella quale un testimone, che ha telefonato alla trasmissione di ‘Chi L’ha visto?’, ha riferito di aver visto il comandante tranquillo ed in compagnia di due donne, una bionda ed una nera. E poi nella stessa telefonata, con voce decisa ha riferito che sono stati tutti abbandonati e li hanno salvati cuochi e camerieri. Ora tutti quei filmati registrati sui vari cellulari dei passeggeri, con molta probabilità, saranno al vaglio degli inquirenti che dovranno stabilire l’esatta dinamica dell’accaduto. Forse le cause potrebbero essere varie: un’accostata troppo vicina, l’alta velocità della nave, il timone tutto a dritta, come a testimoniare una virata fatta in fretta e furia. Tutto un concatenarsi di eventi annodati tra loro che ora alla procura di Grosseto spetterà di cogliere. Ma nella cittadina costiera da un lato si fa quadrato intorno ad un uomo che è rinchiuso in casa e che con molta probabilità sta soffrendo sull’accaduto, del quale tutti parlano bene perché dedito al suo lavoro e con uno striscione davanti a casa sua lo incitano a non mollare; da un altro i molti marittimi, anche quelli che hanno molti anni di navigazione sul groppone, affermano che il suo errore è stato quello di abbandonare la nave. Perché, e questa è una prassi che si impara anche nelle scuole nautiche, il comandante è l’ultimo a scendere dalla nave. Di supposizioni se ne possono fare varie, ora sarà la stessa prefettura di Grosseto a stabilire perché il comandante Schettino ha avuto quell’atteggiamento, forse perché in balia anche lui del panico? Perché è la prima volta che si è trovato in una situazione del genere? Tante sono le domande che in molti si pongono, ma il necessario è che migliaia di persone sono in salvo, restano quei ventuno dispersi. Che saranno forse nelle sale macchine o altrove sui ponti nei punti di raduno? Le risposte le sapremo con il passare dei giorni e poi, come suol dirsi, “ai posteri l’ardua sentenza”. Ed intanto la famiglia Schettino fa quadrato facendo sapere che egli non mollerà perché è un comandante che fa il suo dovere, anche se è stato mollato dalla compagnia. Nel frattempo ci si sta affrettando intorno al relitto della nave da crociera, anche a suon di cariche esplosive per aprire vari varchi, per trovare gli altri ventuno dispersi nelle parti sommerse, ed anche per far sì che il carburante stivato non si riversi in mare creando un grave danno ambientale, prima che arrivi il maltempo. Nelle ultime ore il ministro Clini illustrerà al Consiglio dei Ministri il testo del provvedimento sulle rotte e decreterà lo Stato di emergenza per l’area dell’Isola del Giglio. Si tratterà di un provvedimento interministeriale tra il dicastero dei Trasporti e quello dell’Ambiente, pertanto immediatamente esecutivo. La possibilità viene offerta da una legge già esistente, la 51 del 2001 (art. 5, comma 2). Una possibilità, rileva pertanto Clini, che “esiste da ben 10 anni, e che ora applichiamo per la prima volta”. Nella stessa legge inoltre si parla del doppio scafo. Insomma una corsa contro il tempo su tutti i fronti.
GIUSEPPE SPASIANO