Gianmaria Cesaro in autostrada verso Piano di Sorrento

10 gennaio 2012 | 15:56
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Gianmaria Cesaro in autostrada verso Piano di Sorrento

 Sono sbarcati all’aeroporto di Roma intorno alle ore 12,45


Gianmaria Cesaro

PIANO DI SORRENTO – Come diceva Eduardo nella famosa commedia di Napoli Milionaria: “Adda passà ‘a nuttata”, la nottata è passata ed il provato guerriero è in autostrada verso Piano di Sorrento, così come lo sono gli altri cinque suoi compagni di questa sventura somala. Dovevano arrivare ieri alle 18.30 all’aeroporto di Fiumicino con un volo degli Emirates da Dubai; i familiari erano già pronti per partire con un pulmino messo a disposizione dall’armatore, quando dalla Farnesina è arrivata la comunicazione di rientrare a casa. Non si sa la causa del rinvio, fino all’ultimo è stato avvolto nel più assoluto mistero. Si sa soltanto che i cinque marittimi erano arrivati in aeroporto con due ore di anticipo, che erano anche saliti a bordo dell’aereo quando è arrivato l’ordine di farli nuovamente sbarcare. La motivazione che ha dato il Ministero Degli Affari Esteri è questa: “Difficoltà di ordine burocratico, ulteriori indagini sui documenti”. Ed anche grazie all’intervento dell’ambasciatore italiano a Dubai che ha fornito tutti i chiarimenti possibili, i cinque sono partiti stamane con il volo delle 9 e sono arrivati finalmente a Roma alle 12.30. Ed infatti così è accaduto, il ritorno in patria e l’abbraccio con i propri cari c’è stato oggi. I cinque marittimi erano molto provati in volto, smagriti di molti chili, si parla quasi di 25, o per lo meno intorno a quel peso. Dalla capitale secondo una telefonata ricevuta dal sindaco Giovanni Ruggiero, dal consigliere Antonio Russo, che insieme all’altro consigliere Giovanni Iaccarino, ai familiari ed amici, sono partiti alla volta della città carottese intorno alla ore 13,45. Perciò è in autostrada. Grandi feste dei parenti ed amici al ritorno dopo che hanno messo piede sul suolo italiano dopo circa undici mesi, scene di giubilo, di festa che hanno attirato le attenzioni di tutte quelle persone che erano nella sala dell’aeroporto romano. Qualcuno dei familiari gli ha gridato: “Bentornati lupi di mare”. Smagriti, con la barba lunga di quasi un anno, i cinque di cui ricordiamo i nomi: il comandante della nave, Giuseppe Lubrano Lavadera, Crescenzo Guardascione, terzo ufficiale di coperta, entrambi di Procida, Gian Maria Cesaro, allievo di coperta, Antonio Verrecchia, direttore di macchina, ed Eugenio Bon, primo ufficiale di coperta, con ogni probabilità andranno direttamente nelle loro case per riposarsi dal viaggio che hanno sostenuto. Ma soprattutto dopo quello che hanno passato anche fino all’arrivo a Fujairah, negli Emirati Arabi Uniti, non solo le vessazioni subite durante la lunga prigionia, che è sembrata quasi quella in tempo di guerra.  Ma anche il duro lavoro giornaliero per riportare una nave, e per di più una petroliera di 105 mila tonnellate di stazza e lunga 266 metri, che aveva la carena incrostata, con le macchine che non giravano al loro ritmo giornaliero perché ferme da mesi, nel porto dell’emirato. Poi anche i cavilli burocratici, ma come ha detto il comandante Lubrano Lavadera: “È finito un incubo: ancora una volta hanno vinto l’amore sull’odio, la vita sulla morte. È stato terribile, ci sono stati vari momenti bruttissimi ma ne siamo usciti fuori: ringrazio di cuore tutti gli italiani che ci hanno aiutato. Un grande ringraziamento al Governo, al ministero degli Esteri, alla nave Grecale, a tutti”. Ed ora tutti a casa per un grande rifocillarsi.

Aeroporto di Fiumicino

GIUSEPPE SPASIANO