A Vietri sul Mare "Celiachia tra dubbi e certezze" per sfatare tanti miti e conoscere la malattia
Il 14 marzo scorso al caffè Pasticceria Russo di Vietri sul Mare si è svolto un interessante dibattito “Celiachia tra dubbi e certezze”.
Il convegno moderato dalla giornalista Imma Della Corte ha visto ospiti il Dr. Basilio Malamisura del Consulente Scientifico Nazionale AIC – Dirigente Resp. Centro di riferimento per la diagnosi di celiachia dell’Unità Operativa di Cava de’ Tirreni e la dr. Teresa D’Amato segretario generale dell’AIC Campania (Associazione Italiana Celiachia).
Il vice sindaco di Vietri Marcello Civale ha portato i saluti dell’amministrazione comunale e manifestato il plauso per l’iniziativa; ha poi preso la parola la dr.ssa D’Amato.
Si è partiti dalla certezza dell’attività dell’AIC che ha 32 anni di vita.
Molteplici le iniziative tese a rendere la vita del celiaco la più normale possibile in modo che mangiare fuori non diventi momento di imbarazzo o peggio ancora di pericolo.
Iniziative di sensibilizzazione dei ristoratori perché sia la preparazione dei prodotti che il servizio siano rispettosi del celiaco.
“Nella nostra sede a Portici c’è una nutrizionista e una psicologa a disposizione per aiutare le famiglie. – ha proseguito la D’Amato – Finchè non si vive il problema nessuno può capire la celiachia. Solo dal 2005 è stato possibile avere nelle scuole pasti differenziati e questo a tutela anche del bambino diabetico o allergico ad altri alimenti. L’AIC è riuscita a fare sistema e a livello nazionale cerca di tutelare coloro che sono celiachi. La nota stonata è che a fronte di numeri importanti di affetti da celiachia gli iscritti siano pochi, se invece unissimo le forze potremmo avere un forte peso. Già per ora è una vittoria che non siano stati effettuati tagli al contributo per acquistare i prodotti”.
Il dr. Malamisura ha cercato di fugare i dubbi su questa “malattia”. Brevemente ha parlato della celiachia che studia da ben 34 anni come di una intolleranza alimentare che si manifesta nei confronti di proteine presenti in alcuni cereali come il frumento l’orzo e il malto. Questa intolleranza scatta in individui geneticamente predisposti. “A queste due componenti occorre aggiungere la presenza di alcuni tipi di infezione e il sesso prevalentemente femminile – ha proseguito il dottore – e avremo la celiachia. Essa provoca nell’intestino l’attivazione di anticorpi che attaccano la mucosa intestinale danneggiandola. Si tratta perciò di una malattia auto-immune dove l’organismo attacca se stesso. I sintomi sono oltre 200 e si passa dalla diarrea alla stipsi o alla osteoporosi. Il grosso problema è il grosso ritardo con cui si diagnostica la malattia; spesso si vaga da un medico all’altro finché qualcuno non intuisce che possa trattarsi di celiachia. Arrivati alla diagnosi il celiaco deve essere contento perché basterà eliminare il glutine e finiranno i problemi. Si tratta tra le malattie auto-immuni di una peculiarità che ha solo la celiachia, evitando l’ingestione del glutine si guarisce completamente da essa.
Ma perché questa malattia sembra essere esplosa solo in tempi recenti? Nel 78 la casistica era di un caso ogni 2000 pazienti ed era classificata come malattia rara poi a partire dagli inizi anni 90 con le diagnostiche raffinate e fine anni 90 con l’ulteriore sviluppo di esse si è giunti a scoprire moltissimi casi.
Si pensava a una intolleranza transitoria, ma una volta scoperta la predisposizione genetica si è capito che non potrà mai sparire. Attualmente la casistica e di un caso su 80 ed è sempre più forte il problema di integrare il malato nella società. Se si pensa che nel 2014 la vita lavorativa porterà il 45 % delle persone a pranzare fuori è ancora più pressante che la cultura del cibo senza glutine si faccia strada negli operatori della ristorazione.”
A seguito di domande dal pubblico il dr. Malamisura ha ricordato che a volte l’esito delle analisi può essere negativo e in caso di predisposizione genetica e di sintomi solo la biopsia dell’intestino può portare a diagnosticare la celiachia.
Pur essendoci molte linnee di ricerca ad oggi la possibilità di un farmaco che eviti conseguenze dannose all’organismo in caso di ingestione di glutine sono scarse. “Più speranze forse per un vaccino che possa proteggere il celiaco, ma io penso che costringere il sistema immunitario a bloccarsi per una pizza sia assurdo, molto meglio mangiare senza glutine”.
A tal proposito la dr.ssa D’Amato ha sottolineato che per poter attirare il celiaco in un ristorante occorre che i ristoratori preparino gli alimenti con gusto e non utilizzino i prodotti in commercio “A quel punto il celiaco se deve mangiare come a casa non andrà al ristorante una seconda volta”.
Il presidente dell’associazione giornalisti Cava-Costa d’Amalfi Antonio Di Giovanni ha auspicato che dopo la presa di coscienza della problematica si debba passare ai fatti e sarebbe bello che proprio da Vietri e Costiera partisse un progetto di ospitalità free glutine vista la realtà delle strutture recettive.
Il maestro Fulvio Russo, presidente provinciale dell’associazione pasticcieri e di Pasticcieri si nasce ha sottolineato che chi non è celiaco deve rendersi conto della situazione. “Si possono fare dolci per tutti senza glutine. Colgo l’occasione per lanciare la proposta di fare la scuola per i cibi salutistici visto che “Pasticcieri si nasce” ha avuto la sede ad Albori, borgo bellissimo”.
E a dimostrazione di come il glutine non sia essenziale per fare un ottimo dolce al termine della serata i presenti hanno degustato dolci e biscotti preparati senza glutine e realizzati dalla Pasticceria Russo.
Magrina Di Mauro