Pogerola, 23 milioni per un ´monumento´ Tanti dubbi sull´ospedale nella frazione di Amalfi.

23 marzo 2012 | 11:42
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Pogerola, 23 milioni per un ´monumento´ Tanti dubbi sull´ospedale nella frazione di Amalfi.

L’inchiesta Pogerola, 23 milioni per un ‘monumento’. Tanti dubbi sull’ospedale nella frazione di Amalfi. Negli anni ’60 nasce un ente per riconvertire la vecchia colonia. SALERNO – Bastano 23 milioni per costruire un monumento? Bastano cinquant’anni per dedicarlo allo spreco? Interrogativi di Pogerola, frazione collinare di Amalfi, un balcone sul paesaggio patrimonio dell’umanità. Aria buona e tranquillità: non a caso, agli inizi degli anni Cinquanta ci costruirono un sanatorio antitubercolare. Di quei tempi è rimasto un palazzotto: doveva essere un ospedale, è diventato un caso dell’Italia deteriore. Quest’altra storia comincia nei Sessanta, quando gli amministratori locali vogliono un presidio sanitario. Così nasce un ente ospedaliero per la vecchia colonia. E si alzano le nebbie. Perfino la data della prima pietra è incerta: il 1976, come scriverà una commissione parlamentare? Il 1978, come dirà la seconda? Comunque i lavori vengono interrotti subito, in attesa di autorizzazioni mancanti e di finanziamenti, che non bastano, sicché l’opera procede per lotti. Se è tenacia, il cielo non la ripaga. Fra il 1988 e il 1991, leggi e decreti alzano gli standard dei presidi, segnatamente il minimo di posti letto. Pogerola torna inservibile. Anzi no. Sul finire del ’92 (anno dell’ultima ristrutturazione), la giunta regionale autorizza il completamento e l’uso del plesso con 84 posti, in deroga. Però il consiglio non ratifica la delibera, bloccando l’apertura. E’ un gioco per mantenere una struttura virtuale? In effetti non è proprio tutto fermo. Nel 1994 esce la graduatoria di un concorso bandito 5 anni prima. Molti medici idonei rimangono al palo, pochi ottengono assunzione e primariato. E’ un modo per aggirare altre graduatorie? Nel 1995 i senatori della commissione d’inchiesta sulle strutture sanitarie trovano opere edilizie complete, apparecchi radiologici e sale operatorie. Però la struttura ha meno di 120 posti, pochi. «Ipotizzano una diversa destinazione d’uso», scrivono i parlamentari. Ah sì? Nel 1998, la seconda commissione d’inchiesta trova tutto peggiorato. I dirigenti dell’Asl Salerno 1 non sanno precisare data del progetto iniziale, fonti di finanziamento, inizio dei lavori, soldi spesi e fondi necessari. I parlamentari si stupiscono, osservano che «l’ubicazione è molto infelice poiché è di assai difficoltoso accesso». Davvero, «strana collocazione». I senatori descrivono il plesso come «una sorta di fabbrica di primari, pretesto per bandire concorsi». Povero palazzone. Nel 2002 i carabinieri ci trovano una discarica di rifiuti, mentre la Guardia di finanza segnala un danno erariale di oltre 23 milioni alla Corte dei conti, che apre un’istruttoria. Nel 2004, il procuratore regionale spiega che non sempre l’inutilizzo di strutture dipende da incuria o grave negligenza: «Il presidio ospedaliero di Pogerola era stato predisposto in funzione di una normativa che è in seguito mutata». Ancora nel 2010, i parlamentari democratici interrogano il governo per sapere se ha progetti: istanza ripetuta 12 volte – fino al 10 febbraio 2012 – e sempre inevasa. Più umilmente, il cronista ha chiesto alla direzione generale dell’Asl se ha programmi: domanda senza risposta. Gli amalfitani ritengono che la struttura finirà venduta o degradata. Il Puc, che il sindaco Alfonso Del Pizzo annuncia per l’inizio del 2013 al più tardi, riserverà l’area ai “servizi”. Cosa metterci, scuole e uffici pubblici? Funzione troppo intensa per la rete viaria attuale. Vero, il libro dei sogni comprende un vettore meccanico fra centro storico e frazione. Però, coi tempi che corrono… E poi, dove sono i soldi per comprare l’immobile? Magari, se la Regione volesse donarlo… Pogerola e la sua gente meritano un premio.

Raffaele Schiavino CORRIERE DEL MEZZOGIORNO

23 marzo 2012