Sorrento tornano a casa le spoglie mortali del soldato Antonino Russo FOTO

17 marzo 2012 | 20:07
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Sorrento tornano a casa  le spoglie mortali del soldato Antonino Russo FOTO

Affondò con l’Espero nel Mediterraneo Centrale nel 1940  SORRENTO – L’Inno del Piave ed il Silenzio hanno accolto sia al loro arrivo che all’uscita le spoglie del marinaio Antonino Russo caduto nel giugno del 1940 nel Mediterraneo centrale sotto il fuoco nemico fatto contro il cacciatorpediniere Espero. Si era nell’estate di quel primo anno di guerra che solo da pochi giorni l’Italia, insieme alla Germania ed al Giappone, aveva dichiarato contro gli USA, la Gran Bretagna e la Francia. Nel mare ‘Nostrum’, come lo chiamavano gli antichi Romani, un convoglio di navi militari italiane trasportava sia le truppe che i materiali (munizioni e cannoni anticarro) destinati in Africa, dove ricordiamo che c’erano sia colonie inglesi che italiane, ed era comandato dal cacciatorpediniere Espero. La missione al quale fu sottoposto era pericolosa a causa delle vicine basi inglesi, specie a Malta, ma c’erano motivazioni urgenti che si dovevano eseguire. Il naviglio militare italiano fu intercettato nel tardo pomeriggio dalla squadra navale inglese del viceammiraglio Tovey, grazie alle intercettazioni ed alle decifrazioni dei piani della marina reale italiana, che fece fuoco sui di esso dalla distanza di sedici chilometri. Colti di sorpresa i cacciatorpediniere misero avanti tutta per sfuggire al fuoco nemico, e l’Espero che era il più veloce di tutti (39 nodi) poteva distanziare gli incrociatori inglesi, ma siccome che era sovraccarico non gli fu possibile. Così vista la situazione il comandante Enrico Baroni decise di sacrificarsi lui, la nave ed il suo equipaggio, soccombendo sotto i colpi nemici fino all’affondamento. Dopo furono recuperati quarantasette superstiti, non cerano sia il comandante Baroni che Antonino Russo. Il suo corpo fu rinvenuto su una spiaggia vicino a Tobrk, in Libia il 19 luglio 1940 e sepolto nel cimitero di Derna, sempre in Libia. Poi da li le sue spoglie furono traslate nel Famedio Militare di Taranto. E da li, grazie all’interessamento di molti, le sue spoglie oggi sono state riportate nella sua terra natia con una solenne celebrazione che rientra nell’ambito della chiusura dei festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia e risposano nel cimitero di Sorrento. Nella cattedrale della cittadina costiera il rito ha avuto inizio con il loro arrivo intorno alle ore 10,30, con il complesso bandistico ‘Bartolo Longo’ di Pompei che ha eseguito l’Inno del Piave (inno nazionale italiano dal 1943 al 1946) ed il picchetto d’onore che ha suonato il silenzio. Davanti a molte autorità militari e civili, alle associazioni nazionali combattentistiche ed ai rappresentati dei comuni della penisola sorrentina, la celebrazione della santa messa è stata eseguita dal Cappellano dei Carabinieri Francesco Facchini, coadiuvato da Monsignor Giuseppe Testa, da Don Antonio Barrese e da don Carmine, il parroco della cattedrale. Nella sua omelia il cappellano dei carabinieri ha “ringraziato le autorità che hanno organizzato questo rientro”, ed ha ricordato che “tutti i nostri militari se fanno il loro lavoro lo fanno con amore”. Alla fine della celebrazione il primo cittadino sorrentino, Giuseppe Cuomo, ha avuto parole doverose nei confronti di tutti, ma soprattutto: “Abbiamo il dovere di ringraziarlo anche per la sua tempra che ha dimostrato come sono gli uomini della penisola sorrentina. La sua terra ha conservato il ricordo di riaverlo e questo si è avverato”. A conclusione della santa celebrazione sono state benedette le sue spoglie, che poi portate in corteo a mano dai vari commilitoni sono giunte al cimitero dove sono state tumulate.

Le foto di Rosario Criscuolo. Nel cimitero e l’urna delle spoglie portata a mano dai commilitoni

GIUSEPPE SPASIANO