“CITTA’ E CULTURA DELL’ACQUA AL TEMPO DELLE REPUBBLICHE MARINARE

17 giugno 2012 | 10:31
Share0
“CITTA’ E CULTURA DELL’ACQUA  AL TEMPO DELLE REPUBBLICHE MARINARE

 Riproponiamo la cronaca  delle due giornate di questo importantissimo evento culturale svoltasi volutamente in concomitanza con la Regata delle Repubbliche, in quanto nell’euforia di quelle memorabili giornate è stato un pò trascurato, è soprattutto per sollecitarne gli atti che  sarebbero di notevole importanza nella storia della marineria della Penisola Amalfitana -Sorrentina, per la qualità dei contributi e l’apertura internazionale verso il Giappone.  

PRIMA GIORNATA DEL CONVEGNO  
“CITTA’ E CULTURA DELL’ACQUA  AL
TEMPO DELLE REPUBBLICHE MARINARE”.

Si parla giapponese ,in questo convegno, dedicato  ai confronti sincronici : il Mediterraneo e
il mare di Seto  in Giappone. In una location
d’eccezione come gli arsenali.

Gli interventi moderati dal Prof Giuseppe Galasso, si sono
succeduti ininterrottamente dal mattino alla sera, tranne una pausa per il
pranzo.

Ad aprire i lavori il prof Cobalto, che ha raccontato la
storia del Centro di Cultura e Storia Amalfitana, dei pregiati traguardi
raggiunti ma anche delle sofferte vicissitudini 
di una gestione fatta all’insegna di un principio di econimicità.

Il prof Bruno Bonfigliuolo dell’università di Udine ,ha
presentato una relazione dal titolo “i mercabti Fiorentini e il loro spazio
economico: un modello di sviluppo capitalistico.”

Enrico Basso dell’università di Genova :”Lo sviluppo delle
attività mercantili  a Genova tra XI e
XIV secolo:”

Enrica Salvatori dell’università di Pisa ha parlato di “ lo
spazio commerciale pisano dal X al XII secolo”. Con l’uso di fonti annalistiche
e cronicistiche ha posto l’attenzione sull’alleanza  politica e militare di Pisa e Genova ,  nel 1087,soprattutto nelle scritture arabe di
Al-madhia , in cui la sola fama del gioco di squadra di queste due Repubbliche
era un successo anche se uno dei due non partecipava.

Il prof Tsunekazu Toda 
dell’universita’ di Hiroshima ha relazionato su  “Economia e marineria  del Mare interno di Seto nel Medioevo” avvalendosi
dell’interprete  Rio Yougami.

Egli ha spiegato che il medioevo giapponese  ha una datazione diversa dalla nostra, è  compreso tra il 1200  a tutto il 
1600, e che il commercio nel mar di Seto era controllato con castelli di
mare, cioè a dire una serie di isolotti in punti strategici  come stretti operavano una tassazione pari al
10 per cento sulla merce.un po come la decima 
ebraica, o la decima che i pescatori di Amalfi versavano a sant’Andrea.
Le merci scambiate erano polvere da sparo, tessuti, spade , bussola, ma anche
idee e cultura. Non mancava il problema dei pirati Wakou , che nel periodo  delle due corone  1334- 1392 tocca il suo massimo.  Nel XII secolo il dominatore del mar di Seto
era Kiyomori Tairano. Sotto di li il traffico merci si arricchisce di porcellane
e pepite in sabbie, argento e porcellane. Dal 1338 e il 1573 è definito periodo
Muromachi, commercio  Kangou è gestito
dai regnanti.

La sessione pomeridiana dedicata a traffici marittimi e
attività mercantili è stat moderata da Gerardo San Germeno.

Ermanno Orlando 
dell’università di Venezia 
“Strutture e spazi del commercio veneziano nel trecento” .I libri
Pactorum, patti per libertà di commercio e doganali,  come fonte ci vengono incontro, illustrando
meccanismi e organizzazioni, anima portante del sistema economico era la
navigazione in linea di convoglio, scali predeterminati e rotte fisse con navi
armate,il tutto gestito da l’ORDO GALEARUM ARMATORUM. Orlando annuncia comunque
che tutto un mare magnum di atti notarili aspetta ancora di essere studiato.

Pasquale Natella  del
Centro di Cultura Amalfitana, “Il fondaco amalfitano .Repertorio di un mercato
internazionale”. Fondaco, etimologicamente, può essere fatta risalire a funduc
parola araba, come araba è la prima carta geografica del mediterraneo in cui
appaiono come città italiane solamente Calabria , Cosenza, Amalfi e Gaeta.
Amalfi è  segnalata con scritto Mefites .
Matteo Camera già   ci erudisce
abbondandemente sui fondaci amalfitani, nell’VIII – IX sec , la prima colonia a
Salerno,poi a Lipari,  nel 1242 il
califfato arabo degli ommayyadi commissiona agli amalfitani il trasporto di
broccati per la Spagna. I regnati di Tunisi intrattengono rapporti mercantili
con gli amalfitani Sabatai e Papaleo. 
Nel 996 al Cairo vengono uccisi 
160 mercanti amalfitani. Una serie di notizie che come tessere di
mosaico danno vita alla storia  della
Repubblica Amalfitana che per il 90 per cento è in mare, fuori dalle mura della
città.   

Naboru Goto dell’università di Hiroshima “ Rapporto tra la
storia medievale e del mare interno di Seto e 
il progetto della strada del mare”

SECONDA  GIORNATA DEL CONVEGNO   “CITTA’ E CULTURA DELL’ACQUA  AL TEMPO DELLE REPUBBLICHE
MARINARE”.   

Ad aprire i lavori di domenica 3 giugno, presso gli arsenali
di Amalfi, Giuseppe Gargano, tra i soci più attivi e produttivi del Centro
Storia Amalfitana, che  ha proposto il
risultato dei suoi studi e ricerche sulla portualità amalfitana. Indagini
autoptiche sulle strutture portuali anche sommerse, che hanno permesso  una nuova lettura della città e della
distribuzione dei suoi spazi. Realizzando personalmente anche grafici e
rilievi  per ben puntualizzare.

La professoressa Teresa Colletta  dell’università di Napoli, ha invece
proiettato una serie di meravigliose slide di antiche stampe ,mostrandoci  la presenza di fondaci amalfitani in tante
varie città del mediterraneo, Palermo, 
Messina in cui il toponimo “melfitano” è ancora reperibile. Particolare
il caso di Napoli in cui le strutture mercantili e gli uffici , la colonia
degli amalfitani era detta “ascalesi”, per cui è facile capire che quello che è
oggi il grande ospedale napoletano  da
dove tra il suo nome.  

  Il giapponese
Masayuki Miura ha parlato con l’ausilio dell’interprete Rio , del tempio
shintoista di Itsukushima spettacolare concetto architettonico in cui
l’elemento mare è parte integrante del complesso. Esso infatti e interamente
costruito sull’acqua a pochi centimetri dal livello zero. Testimone dell’amore
di quel popolo per il mare, che dà sempre tanto ma a volte prende. Questo
tempio è sotto il patrimonio Unesco e il suo portale Tori visitato da 2 milioni
di turisti l’anno, per effetto della marea, a volte è raggiungibile a piedi e a
volte in barca.

Hidenobu Jinnai ha proposto un confronto tra il mar di Seto
e il Mediterraneo, molto simili ta di loro per grandezze ed etereogenità di
culture.

Il occasione 
dell’argomento commercio e produzione porcellane in Giappone è stato
offerto a tutta la delegazione nipponica dell’università di Hirishima una
recente pubblicazione  sulle porcellane
orientali del Museo Correale di Terranova in Sorrento.