Bixio in scena 2012.Ieri sera a Villa Fondi. Una riflessione sulla scenegiatura.
La scelta di “sdrammatizzare” i testi di Omero ed Euripide con una rielaborazione
ironica e dissacratoria è stata un’idea,forse balzana ma molto coinvolgente. Pensare
che, sotto sotto, l’algida Minerva fosse innamorata dell’eroe astuto ci è
balenata in mente constatando che nei versi dell’aedo cieco un interesse della
dea della saggezza nei confronti di Odisseo che, forse, travalicava la normale
attenzione divina nei confronti degli umani. E, poi, … le altre! Tutte le donne
che contattavano il prode Ulisse venivano, prima o poi, prese da “vivo
interesse” nei suoi confronti. Ecco: … le donne, innamorate perse ma , poi,
anche e soprattutto il viaggio. Il mare, con tutte le sue inquietudini, il suo
agitarsi come si agitano e si mescolano i sentimenti nell’animo di chi li
prova. Il percorso di quest’anno è stato particolarmente costruttivo anche per
quel che riguarda il copione da interpretare che si è, man mano, arricchito con
le “battute” estemporanee dei giovani interpreti. Ogni risata è stata fissata
nel testo con la battuta che l’aveva provocata e, quindi, sono venute facili le
caratterizzazioni dei “compagni” di Ulisse con i pregi ed i difetti di
Federico, Giovanni, Miche le e Stefano, gli interpreti. Mario-Giove, poi, con
le sue osservazioni subito contestate ma ben presto acquisite nel contesto ha
materializzato, con un monologo su Euriclea, la necessità di superare la
mancanza di interpreti femminili, data la scarsità di ragazze del “nautico”.
Tutti convincenti, gli interpreti nel calarsi nei personaggi ma soprattutto
Antonio-Odisseo ha mostrato una maturazione di sensibilità davvero eccezionale.
La sua interpretazione di “Vinocolo” di Capossela è davvero emozionante. E gli
altri? Federica-Minerva, algida e combattiva ma anche appassionata nella difesa
dell’eroe è molto convincente mentre appare disarmante Angela-casta Penelope ma
anche bomba sexy-Circe. Camillo è un simpatico Mercurio, Leone, un truculento
Polifemo, Roberto un Sileno imbroglione quanto basta, Nausicaa una timida
pulzella pronta a lanciarsi sulla preda-maschio, Sara una Calipso appassionata
ma anche un’interprete convinta di belle melodie, Raffaele-Telemaco un figlio
ingenuo ma combattivo, Federico un Antinoo deciso e spietato, Antonio un
Euriloco virile quanto basta, insomma tutti hanno cercato di dare ai loro
personaggi una genuina carica di vis interpretativa. La storia del viaggio di
Ulisse inizia proprio con “Il canto del viaggio”, splendido brano di Piovani
che a noi è sembrato potesse subito aprire, nell’immaginario degli spettatori,
la strada percorsa dall’eroe che si conclude con “Itaca”, un omaggio al mai
dimenticato Lucio Dalla. I ringraziamenti, sull’aria “Non più andrai farfallone
amoroso” da “Le nozze di Figaro” di Mozart vogliono sottolineare la simpatica
abitudine dei Odisseo di lasciare vittime femminili sul suo cammino. Abbiamo,
infine, voluto dare un’impronta partenopea alla parte più “passionale” del
testo con l’utilizzo di una Tammurriata per il baccanale da Circe e “’O’ mare”
di Spaccanapoli per l’incantesimo delle sirene. “Core ‘ngrato” sottolinea la
freddezza di Penelope, “Passione” l’amore lontano e perduto, “L’isola che non
c’è” le affannose bugie di Ulisse. Comunque, il culmine è stato raggiunto
quando abbiamo proposto “Berta filava” di Rino Gaetano per evidenziare
l’antifemminismo di Telemaco. Lì c’è voluta tutta la nostra fermezza ed una
forza di convinzione non indifferente per limitare la piccola pantomima solo ai
quattro interpreti della scena. Tutti volevano partecipare! Speriamo, quindi di
trasmettere agli spettatori il divertimento ma anche il rigore con il quale
andiamo a rappresentare il nostro “Odisseo, il viaggio e…le donne”.
Eva Contigiani