È entrato in funzione da pochi giorni
PIANO DI SORRENTO – È stata applicata da pochi giorni l’antennina Acces Point Wi Fi Free e già sta avendo un buon successo, perché ti permette di collegarti tramite computer e senza i fili a vari terminali di utenza. La bella idea è venuta a Giovanni Pepe della libreria ‘Edicolè’, sita a Piano di Sorrento; ed una semplice idea è diventata realtà, dopo aver avuto i vari permessi. Il termine Wi-Fi indica la tecnica ed i relativi dispositivi che consentono a terminali di utenza di collegarsi tra loro attraverso una rete locale in maniera wireless (WLAN) basandosi sulle specifiche dello standardIEEE 802.11. A sua volta la rete locale così ottenuta può essere interallacciata alla rete Internet tramite un router ed usufruire di tutti i servizi di connettività offerti da un ISP. Qualunque dispositivo o terminale di utenza (computer, cellulare, palmare e così via) può connettersi a reti di questo tipo se integrato con le specifiche tecniche del protocollo Wi-Fi. La rete Wi-Fi è una rete di telecomunicazioni, eventualmente interconnessa con la rete Internet, concettualmente paragonabile ad una rete a copertura cellulare a piccola scala (locale), tramite dispositivi di ricetrasmissione radio quali gli Access Point (AP) in sostituzione delle tradizionali stazioni radio base delle reti radiomobili (modello di architettura client-server). Per aumentare il raggio di connettività di un singolo Access Point (100m circa), la cui potenza di trasmissione è limitata da normative specifiche di sicurezza legate al rischio elettromagnetico (100mW), e poter coprire così una desiderata area si usano comunemente più Access Point (e relative celle di copertura) collegati tra loro tramite cablaggio in rete locale. La parte radio o interfaccia radio Access Point-utente costituisce la rete di accesso, mentre la LAN cablata che collega tutti gli Access Point rappresenta la rete di trasporto. Le celle di copertura degli AP sono spesso parzialmente sovrapposte per evitare buchi di copertura del segnale creando un’area di copertura totale detta ESS (Extended Service Set), mentre la parte cablata è generalmente una rete Ethernet che può essere a bus condiviso oppure commutata ovvero switchata. I singoli AP hanno funzionalità di bridge ed hanno il compito di inviare in broadcast alle stazioni ricetrasmittenti wireless nel loro raggio di copertura l’SSID che identifica la rete o le reti che stanno servendo, mentre l’insieme delle stazioni servite dagli AP è detto BSS (Basic Service Set). La rete totale così ottenuta può essere interallacciata alla rete Internet tramite un router usufruendo dei relativi servizi di internetworking. Per poter comunicare con stazioni riceventi poste nell’area di copertura di altri Access Point, ogni stazione a livello logico deve potersi registrare/deregistrare, all’atto della connessione, sull’Access Point della cella di appartenenza (ed eventualmente riassociarsi su un altro AP se la stazione mobile cambia nel tempo cella di copertura (handover) il quale poi dovrà comunicare agli altri Access Point la presenza nella sua cella di copertura di ogni stazione servita con rispettivo indirizzo per il roaming. In particolare la registrazione della stazione sull’Access Point avviene attraverso l’invio di un normale pacchetto dati al cui interno è contenuto l’indirizzo di sorgente e quello di destinazione utilizzati per l’indirizzamento. Tale pacchetto è poi incapsulato all’interno di una trama di livello MAC per il trasporto sulla parte cablata, mentre la segnalazione agli altri AP della stazione servita per il roaming sull’eventuale pacchetto di risposta da parte delle altre stazioni riceventi avviene aggiungendo alla trama formatasi l’indirizzo dell’AP ricevente (per ulteriori dettagli si veda lo standard IEEE 802.11). L’installazione delle antenne ovvero degli access point è semplice. Si tratta di antenne piccole: normalmente sono scatolotti larghi circa 20 cm e spessi qualche centimetro, ma possono essere anche più piccole. Le coperture di queste antenne sono fondamentalmente di due tipi: omnidirezionali e direttive.
Le antenne omnidirezionali vengono utilizzate di norma per distribuire la connettività all’interno di uffici, o comunque in zone private e relativamente piccole (questo è stato storicamente lo scopo principale per cui fu ideato il protocollo Wi-Fi). Oppure, con raggi d’azione più grandi, si possono coprire aree pubbliche (come aeroporti, centri commerciali ecc.).
Successivamente il Wi-Fi si è evoluto per coprire aree più vaste: con l’utilizzo di antenne direttive è infatti possibile coprire grandi distanze esterne ad edifici, definibili in termini di chilometri, e sono proprio questi collegamenti a portare la banda larga nei territori scoperti dalla rete cablata. In questo caso, è possibile aggregare più reti in un’unica grande rete, portando la banda in zone altrimenti scollegate.
Le antenne direttive Wi-Fi generalmente sono parabole poste sui tralicci della corrente elettrica e dietro i campanili (che tipicamente sono i punti più alti nel paesaggio nazionale). Ciò evita un onere elevato per la costruzione di torrette dedicate. Le antenne delle singole case sono poste sui tetti. È importante porre in alto i trasmettitori perché in assenza di barriere in linea d’aria il segnale dell’access point copre distanze di gran lunga maggiori. Le antenne direttive che amplificano il segnale dell’access point, a parità di distanza in cui è ricevibile il segnale, sono utilizzabili da più utenze se poste in alto.
Con un access point omnidirezionale è possibile coprire con banda larga fino a una distanza di 100 metri teorici (uso domestico) se non vi è alcuna barriera in linea d’aria. In presenza di muri, alberi o altre barriere il segnale decade a circa 30 metri. Tuttavia, con 2-3 antenne direzionali dal costo ancora inferiore, la copertura dell’Access Point sale a 1 km. Il segnale delle antenne direzionali, diversamente da quello dell’Access Point, è sufficientemente potente (in termini di Watt di potenza trasmissiva) da mantenere lo stesso raggio di copertura di 1 km, inalterato anche in presenza di barriere in linea d’aria.
Con questa geniale idea molti utenti della zona limitrofa alla piazza potranno utilizzare questo tipo di connessione liberamente.
GIUSEPPE SPASIANO