Antonio Caprarica da Londra a ‘Le Axidie’ di Vico Equense
Dalle olimpiadi alla spiaggia di Seiano con l’olimpionico Andrea Rolla
VICO EQUENSE – Non sono passati neanche due giorni dal suo ultimo collegamento in diretta da Londra che ha preso l’aereo che lo ha portato da un capo all’altro dell’Europa per parlare del suo libro proprio sulle tre olimpiadi londinesi. La stanchezza non sembra far suo e dopo aver lasciato il microfono pettorale moderno ha maneggiato quello stile anni ’60 per illustrare, quasi senza un attimo di tregua, il suo libro ‘Oro, argento e birra’. Mentre Pina Radicella con le sue magiche mani allietava il numeroso pubblico presente con le melodie napoletane (‘ ‘O surdato ‘nnammurato’ e ‘Caruso’, con vari mix), il noto giornalista ormai divenuto mezzo inglese, poiché ha un appartamento nella ‘City’, avendo accanto a se due belle signore, Stefania D’Alessio e Silvia De Angelis, racconta di quelle storie che hanno fatto epoca. Stefania D’Alessio nella sua prefazione si dice “incuriosita del titolo del libro che è diviso in quattro parti e parla delle tre edizioni londinesi (della terza solo l’attesa, aggiungiamo noi, poiché il libro è uscito prima) e di un città che è unica al mondo perchè ha ospitato tre olimpiadi. Quindi Londra capital dello sport”. Questo volume “lo definirei anche un romanzo che narra vicende di vita umana e di storie (basti pensare all’arrivo tramortito del maratoneta Dorando Pietri alle Olimpiadi di Londra 1908), con storie di sconfitte e dolori”. Ammirata ed anche un poco incantata dal giornalista che aveva accanto, continua che “solo la penna di Antonio Caprarica ha fatto rivivere queste storie con emozione in una Londra città ospitale. Una città ed una nazione che hanno investito molto nella pratica sportiva che assume un ruolo importante e che forgia gli atleti”. Lasciata la sua abituale giacca e cravatta ed indossata una camicia di jeans ha ringraziato in primis la pianista Pina Radicella per la sua dedica della canzone ‘Imagine’che “mi ricordano la fine delle olimpiadi –esordisce Caprarica- perché nello stadio aleggiavano i fantasmi di due grandi artisti, Freddy Mercury e John Lennon”. “Ho scritto un libro –continua inerpicandosi nel discorso- delle passate olimpiadi mentre la terza l’ho vissuta. Non ho scritto un volume di record ma di vicende umane straordinarie”. Di vicende sia umane che sportive che parlano di tutti quegli sport e dello sport, su cui ha puntato molto l’indice, che serve molto nella vita non solo fisicamente ma anche socialmente. Se si parla di sport è difficile non fare subito riferimento all’Inghilterra: oltre alla parola, moltissimi sono infatti gli sport che devono agli inglesi se non la nascita almeno lo sviluppo, e non si parla certo di discipline sconosciute ai più: calcio, tennis, corsa, hockey, canottaggio, pugilato, equitazione, nuoto… e basta così, perché già solo citando queste abbiamo esaurito buona parte del programma olimpico. Non a caso il termine che definisce il corretto comportamento agonistico fu coniato proprio nell’Inghilterra vittoriana: fair play. Da allora molte cose sono cambiate e di quello spirito olimpico originario ben poco è rimasto e queste terze olimpiadi londinesi in qualche caso lo hanno dimostrato, ovviamente sono state così diverse dalle prime del 1908 e dalle seconde del 1948, in un mondo appena uscito dalla più sanguinosa guerra di tutti i tempi. Ma come nasce questa parola ‘fair play’? Il noto ed esperto giornalista narra un aneddoto che “un lord in un incontro di boxe a mani nude all’inizio dell’ ‘800, ebbe il figlio morto in un combattimento. Gli dissero se egli voleva perseguire contro l’avversario del figlio. Ma il lord rispose che se era andato tutto secondo le regole di non volerlo denunciare”. Un fair play che alle Olimpiadi di Londra 1908 andò a farsi benedire, perché quando Dorando Pietri entrò barcollando nello stadio e cadde per molte volte, l’ultima non riuscì ad alzarsi, tutto il pubblico dello stadio lo incitò a gran voce quando entrò in pista l’americano che stava dietro di lui e che sorretto dai giudici fu fatto tagliare il traguardo. Anche se poi alla fine gli stessi lo dovettero squalificare e dare la medaglia d’oro all’americano. Perché gli inglesi incitarono Pietri? Perché all’epoca c’era con gli americani una grande rivalità. E parlando di uomini delle olimpiadi sulla terrazza de ‘Le Axidie’ c’era anche il carottese Andrea Rolla che tutto emozionato, forse più della gara che ha nuotato, difende i suoi amici nuotatori perché “è d’obbligo prendere le difese della nazionale (si riferisce alla debacle di medaglie). Forse ci siamo caricati troppo di false aspettative, lavoreremo per fare meglio la prossima volta”. Sotto la conduzione esperta del giornalista Angelo Ciaravolo e con la calda serata rotta da qualche benefico soffio di vento, parla dello sketch televisivo al quale si è sottoposta la regina per le olimpiadi e che ne è stata la protagonista dal vivo. Poi nel suo discorso finale ricade sugli straneri ai quali non diamo la nostra cittadinanza guardando alle multiple etnie che ci sono in Gran Bretagna e su Mario Monti che ci ha ridato credibilità giacché un anno fa stavamo come la Grecia.
Qui sotto alcune foto di Lello Acone, le altre sul sito: http://www.facebook.com/media/set/?set=a.432438023474992.114763.100001263938886&type=1&l=46a664e03f
Antonio Caprarica Sefania D’Alessio Angelo Ciaravolo
Silvia De Angelis Pina Radicella Il quartetto
Andrea Rolla e Gennaro Pappalardo
GIUSEPPE SPASIANO