Il primo approccio con Kalì è stato con l’opera Rinho, ove traspare un misto di cultura indiana e tecnica batik, e mi sono detto, sarà la solita studentessa universitaria che nel concedersi l’anno sabatico si è avvolta nei parei d’arte , di spirito e religiosità orientale, tale e tanto da mutare anche il suo nome –identità, la giada preziosissima e Kalì la dea dalle mille braccia. Poi vedendo le altre opere mi sono accorto che Rinho , con tutta la sua possanza, non è altro che uno strumento per svegliare il mondo dai torpori di un dio danaro che la pervade fin nelle più recondite intimità, per spingerlo a guardare oltre e altrove. Viaggi surreali necessari agli spirti che non si riconoscono nella robotizzazione quotidiana. Su quel corno appuntito può spuntare anche l’albero della vita,non produrre solo polverina afrodisiaca cara al mondo cinese. La provenienza e l’influenza dei paesi Bassi la vedo in certe atmosfere alla Jeronimus Bosch, piuttosto che in qualche moderno. Penso che la risposta è contenuta nel nome “lemaitre” , che in italiano sta per “la maestra”.
QUELLO CHE SI DICE IN GIRO NEL WEB DI GIADA KALI’ /ISABELLA LEMAITRE
Il surreal-concettuale di Giada Kali, il cui vero nome è Isabelle Lemaitre, nasce il 16 Marzo 1964 a Charleroi, inBelgio. La sua è un’Arte che non ha alcun bisogno di scorciatoie intellettuali per
professare le sue verità. Un’Arte che conosciuto il Surrealismo, lo ripropone in maniera del
tutto personale. Si giunge così ad una nuova figurazione. Una figurazione “sospesa”.
Caratterizzata dall’aristocrazia della forma e dall’eleganza cromatica. Isabelle Lemaitre
esplora nuovi universi. Squarcia il buio e giunge a nuove verità. Il “suo” rinoceronte, Rinho,
vaga in realtà fantastiche. Idealmente potrebbe essere uno dei personaggi del Mago di Oz
di Frank Baum, alla ricerca di valori eterei. Lemaitre a differenza di Dalì, Breton o Mirò, è
più legata alla dimensione che pone al centro della sua analisi, sogno e follia. La sua
indagine si concentra sugli aspetti taciti che aspettano di essere portati a nuova luce. Le
opere di Isabelle non devono subire quella che Umberto Eco ha definito decodifica
aberrante. Attraverso un’attenta analisi, queste, devono essere analizzate in maniera da
non alterarne il significato. L’astante ne rimane sedotto. Il suo è un nuovo alfabeto visivo,
che attraverso una “dotta” calligrafia segnica è destinato a restare nella memoria collettiva.
Ormai da anni l’Artista calca i più importanti palcoscenici internazionali, ottenendo un
grande successo. Un’arte che indaga il mondo e lo ripropone in chiave surreal-
concettuale, agli occhi di chi osserva.
Isabelle Lemaitre di Charleroi (Belgio), vive col suo delicato immaginario le terre lontane della sua patria, ma, inesorabilmente, innesta alcuni motivi di una solarità mediterranea, filtrati in una filigranata disamina, che le è dentro e le scende nel corpo e nell’anima. I chiarori lustri delle sue parti sono esaltati e sono difesi dalle onde della valanga di luce che offre il bacino esaltante del Mediterraneo. Con incisivi segni contiene calori ed affetti familiari, marcando, così, una voglia di serena ed agreste dimensione, perdendosi con i pensieri nel blu del cielo, che, incantata, gode dal suo terrazzo di Massa Lubrense, inseguendo il profilo di Capri.
Oggi insegue, nel tempo sottile, ma resistente, del mito, essenze autentiche, che risultano, però, ancora inavvicinabili. Si avverte nel suo codice linguistico, che rimanda ad un tempo vicino e, nel contempo, lontano, declinato da segni e simboli e da figure particolari ed estreme, la volontà di afferrare in un’analisi condensate valutazioni della vita.
Ci fa piacere citare un passo di Gennaro Colangelo, dell’Università di Roma – Lumsa, che scrive sull’operatività di Isabelle Lemaitre: “Secondo l’acuto giudizio di Zygmunt Bauman, uno dei più grandi pensatori viventi, la fase attuale della nostra modernità è caratterizzata dalla leggerezza e dalla liquidità. Un modo fluido di leggere il reale come un’entità scorrevole e mai totalizzante è nell’opera di Isa. Sperimentazioni cromatiche e contaminazioni parafigurative ricche di simboli e di ardite suggestioni sono gli equilibri su cui l’artista costruisce il suo pensiero come un codice di comunicazione delle sensazioni che emergono dal suo percorso nell’esistente. Nel quadro “Samuel e moi” i soggetti assumono sembianze di origine incerta, eppure collegabili alla concezione platonica dell’essere sferico perfetto nel tempo dell’inizio: l’ermafrodita del SIMPOSIO, scisso in due da un tragico destino in cui le due metà sono alla perenne ricerca l’una dell’altra. Sul palcoscenico delle nostre inquietudini, in questi anni di grande incertezza, solo l’artista può ancora evocare l’epoca mitica in cui era possibile all’uomo ascoltare la voce autentica dell’Essere. Tutta la pittura di Isa è una costante ricerca del senso profondo delle cose in un mondo che di giorno in giorno perde contatto con la verità e la vita, tramutandosi nella terra desolata di cui scrisse T. S. Eliot.”
Le redazioni pittoriche di Isabelle Lemaitre reggono una scena trasversale, in cui s’incontrano e si scontrano, gareggiano e dialogano, mute esistenze. I simboli e le sofisticate elaborazioni, quasi d’elevazione fantasy, duettano in un mondo di liquidi rimandi per afferrare, di tessute evidenze e di nascosti interrogativi, molti rilanci e svariati segreti
Isabelle Lemaitre, Immacolata Maddaloni
Materiali d’oltre segno
Materiali spiaggiati dal ricco oceano dell’immaginazione. Il segno si frammenta nei protoplasmatici “reticoli” di Immacolata Maddaloni, si distorce nelle composizioni oniriche e surreali di Isabelle Lemaitre. Si rappresenta l’inconscio, incapace d’articolare pensieri di senso compiuto ma matrice di desideri, scena di passioni. Due artiste l’una napoletana e l’altra belga, entrambe ben conosciute per una lunga partecipazione alla vita artistica della nostra regione, propongono una doppia personale di rara complementarità offrendo col loro lavoro un esempio di come il sostegno ad una produzione artistica locale possa essere insieme confronto tra artisti di diversa nazionalità.
Isabelle Lemaitre e’ nata a Charleroi in Belgio ma si e’ formata come designer di moda a Londra e Firenze, l’incontro con una comunità di artisti di diversa nazionalità l’ha portata a prediligere l’arte attraverso tecniche di pittura ad olio, disegno e incisione. Vive da diversi anni nella costiera sorrentina. La sua e’ una dimensione onirica in cui personaggi dalle fisionomie distorte si aggirano in mondi di luce e colore ma dove possono altresi’ incontrarsi inquietanti paesaggi in bianco e nero. E’ la ricerca dell’identità segreta che si nasconde in una quotidianità priva di senso.
Immacolata Maddaloni, formatasi presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, e’ presente nella scena artistica italiana ed internazionale fin dagli anni ‘70 sia come artista che come operatrice culturale, attraverso l’Associazione Culturale Arianna. Usa i piu’ disparati materiali per produrre lavori corposamente materici in cui l’astrazione non e’ distacco o razionalità ma passionale coinvolgimento nella vita quotidiana, nel sociale. Un’emotività che non arriva ad articolarsi in discorso o storia ma resta grido, istintivo e caotico sentimento di partecipazione.Chi guarda e’ messo in grado di avvertire l’urgenza dei sentimenti ed entrare in contatto col suo universo emotivo.
Presentazione di Angelo Calabrese Il Ramo d’Oro Via Omodeo 124, Napoli
Quando l’eroe è Donna Venezia – dal 18 febbraio all’otto marzo 2011
Terza Triennale dell’Esasperatismo Napoli – dal 5 febbraio al 3 marzo 2011
La Valigia nell’anima Massa Lubrense – dal 23 al 29 agosto 2009
L’esasperatismo nel contenitore della storia Pompei – dal 29 aprile al 13 settembre 2009
Interart Massa Lubrense – dal 28 settembre al 4 ottobre 2008
Isabelle Lemaitre / Immacolata Maddaloni – Materiali d’oltre segno
Napoli – dall’otto al 23 dicembre 2007 Seconda Mostra Internazionale del Movimento Artistico Culturale Esasperatismo Logos & Bidone
Napoli – dal 20 novembre al 2 dicembre 2007 Isabelle Lemaitre – Mondi fluidi
Acerra – dal 19 marzo al 2 aprile 2005