L´artista Mario Apuzzo ed il Centro Xeniat a Minori

Minori, Costiera amalfitana, Amalfi Coast “Quando morirò, nel 2036, sulla mia tomba dovranno scrivere: sorprendeva con generosità” Mario Apuzzo, minorese di Terzigno, che Ermanno Corsi definisce una patriarcale figura uscita da una pagina del Vecchio Testamento, con i suoi capelli lunghi ed la barba bianca, è un artista che spazia il suo sapere, la sua azione dalla pittura alla scultura all’enogastronomia. ” Sono un sognatore di armonia e di libertà”, dice con una voce semirobusta che esce da sotto un largo cappello di paglia. Persino il vino prodotto nella sua vigna di Terzigno cui ha dato, spinto dal filosofo Masullo, il nome di “mbriacafemmena”, è un’opera d’arte. E’ stato aiutato, iniziato all’arte da un acquarellista tedesco, di cui divenne per scherzo l’assistente. Ha conosciuto e frequentato Giuseppe Ciavolino, Antonio Bresciani; ha avuto a che fare con lo sperimentalismo di Renato Barisani e con l’orafo Luigi Ferrigno. Poi, il salto verso Amsterdam in cui stava ritrovando se stesso, ma dovette, per motivi di sopravvivenza economica e di sicurezza futura, rientrare in Italia, in Sardegna, per attendere ai suoi impegni di educatore. Il rientro in “patria” porta alla creazione del Centro Studi Xeniat dove si da del “tu” all’arte ed alla cultura. Ed iniziano le collettive e le personali da Milano alla Sicilia, passando per la Sardegna, per il Museo Provinciale di Varese, per i Musei Vaticani dove si ammira una sua “Maternità” fatta dono a Giovanni Paolo II°. Ha legato il suo nome al premio “leggio d’oro” consegnato ad Aldo Masullo, Margherita Hack, Uto Ughi, Gualtiero Marchesi, Stefano Rodotà. Molto, legato al lugo di nascita, Mario Apuzzo tiene aperto da tempo a Minori (dove ha ricoperto l’incarico di assessore alla cultura per alcuni anni), un Centro Xeniat. Spunto da Il Denaro. Una persona grande non solo come artista ma come uomo che tutta la redazione di Positanonews ha avuto modo di apprezzare

gaspare apicella