Sant’Agnello, penisola sorrentina, Costa di Sorrento Riceviamo e pubblichiamo Egr. Direttore Michele Cinque, mi ero ripromesso di non rispondere alle provocazioni che da tempo il suo sito on line esterna nei confronti della manifestazione “Terre, acqua e fuoco”, che si svolge nel contesto dei festeggiamenti in onore di san Rocco nel borgo di Maiano a Sant’Agnello. Ma, leggendo l’ultimo articolo riguardante la stessa e dal titolo “Sagra di san Rocco bis un successo con tensioni” da lei pubblicato, mi sono sentito in dovere di dare qualche chiarimento in merito, visto che il suo contenuto offende soprattutto chi, spendendo le sue ferie sotto il sole di agosto gratuitamente, lavora con passione per far sì che tutto si organizzi alla perfezione. Innanzitutto, è da tempo che la sua testata giornalistica definisce sagra una manifestazione che in realtà si propone come evento culturale. Forse Lei, attirato più dal fumo dell’arrosto delle salsicce e dall’odore delle polpette, non si è reso conto dello spessore artistico di questo evento. Qui, infatti, da sei anni si sono susseguiti artisti di livello internazionale, tra i quali Nicola Boccini, Romano Ranieri, Roberto Domiziani, Lucio Liguori, Domenico Pinto., Patrizio Chiucchiù, Rubboli, Augusto Ambrosone, Enzo Angiuoni, Alfonso Coppola, Antonio Ianuario e tanti altri. Più di un museo ci ha onorato della sua presenza; basta ricordarne alcuni, come quello della ceramica di Deruta, il museo della tela Umbra e la tipografia museo Grifani Donati di Città di Castello. Ancora, l’esposizione di opere dei migliori artigiani d’eccellenza della penisola sorrentina, tanto affezionati a questa manifestazione. Vogliamo parlare ,poi ,dei personaggi dello spettacolo che ci sono stati vicini e che non solo ci hanno onorato della loro presenza con visite e concerti, ma hanno fatto sì che il nostro progetto attraverso le loro dichiarazioni si ponesse ancor di più all’attenzione dell’opinione pubblica. Si, parlo del progetto che anche attraverso questa manifestazione cerchiamo di portare avanti e del quale avrei perplessità su un suo interessamento. A questo punto le ricordo che questa manifestazione è nata proprio per questo scopo, attirare l’attenzione su un progetto di riqualificazione del borgo attraverso l’insediamento di un centro di artigianato di eccellenza da collegare soprattutto al mondo giovanile, per far si che i ragazzi si possano appassionare a quelle arti che hanno reso ancor più famosa la nostra terra nel mondo. Qui non si parla solo di polpette ma soprattutto di futuro. Se personaggi come Lucio Dalla, Peppe Barra, Sal Da Vinci, Marcello Cirillo, Nino D’Angelo Paola Saluzzi, Marco Alemanno ed altri hanno appoggiato tutto ciò, è perché in esso sicuramente hanno intuito qualcosa di positivo. Potrei evidenziare, tutte le attestazioni di stima e gli auguri che da anni abbiamo ricevuto da ministeri, curie, artigiani, enti locali ma quelle sono emozioni che, nonostante ci rendano orgogliosi, teniamo per noi per non incorrere in inutili atteggiamenti di superiorità, anche perché la semplicità è la vera anima della nostra associazione. Per nulla togliere al suo sito on line, inoltre, le faccio presente che alla nostra manifestazione e soprattutto al nostro progetto si sono interessati diversi mass-media, tra i quali Rai Uno, Rai Due, Rai Tre, Isoradio ed i più importanti quotidiani. E lei, illustre direttore di tutto ciò cosa pubblica? Oltre a qualche apprezzamento, il fatto che non siano stati serviti alcuni contorni, che ci sono state tensioni durante l’evento ed i pareri di un vigile urbano e due chierichetti. Ma ancor più grave è la leggerezza che il suo redattore commette identificando con l’appellativo ras alcuni degli organizzatori, tra i quali credo ci sia anche io. Se lei, infatti, cercasse in qualche modo il significato della parola ras leggerebbe: piccola autorità locale che esercita il suo ufficio con atteggiamenti dispotici e tronfia consapevolezza di sé, anche riferito talvolta ai capi della delinquenza locale e della malavita. Le faccio notare, a questo proposito, che non solo i nominati, ma tutti i collaboratori di questa manifestazione, non hanno nulla in comune con questa identificazione, essi provengono infatti da famiglie per le quali il lavoro, la lealtà e la disciplina sono state il fulcro della loro vita. Vede egregio direttore, una testata come la sua che si rivolge ad un pubblico così vasto, dovrebbe fare molta attenzione a quello che pubblica e l’articolo di cui parlo mi sembra oltremodo offensivo verso l’ intelligenza dei suoi lettori. Se le ho scritto, non è perché presuntuosamente non accetto critiche, anzi, se la nostra manifestazione ha raggiunto questi livelli è proprio perché ha saputo cogliere nelle critiche lo sprono per migliorare, ma per capire cosa la spinge a ridimensionare in tutti i modi questo evento maianese. Spero, comunque, che dietro tutto ciò, in un momento particolare che sta vivendo la mia cittadina, non vi sia qualche diavoletto che con delle magie nere muova la mano dei suoi redattori facendogli scrivere questi articoli (se così si possono definire). Mi permetto di farle notare, che dirigendo una testata molto seguita, Lei avrebbe il dovere di vagliare attentamente il materiale che le viene inviato per far sì che Positano news ,che ricopre un ruolo pubblico così importante per il nostro territorio da quotidiano on line, non diventi fumetto on line per la gioia di quella minoranza che fa del pettegolezzo il live motive della sua vita. Sicuro che la sua onestà intellettuale le farà pubblicare questa mia lettera, la saluto cordialmente e con la stima di sempre
Marcello Aversa
Risposta del direttore. Saro’ breve. L’articolo in questione era un particolare resoconto di un vosto concittadino residente a Maiano. In un certo qualmodo si e’ adoperato anche per farvi pubblicita’ facendo sapere sul web prima durante e dopo della manifestazione. Positanonews per prima ha parlato di questa manifestazione (non crediamo sia dispregiativo chiamarla sagra) legandola a Lucio Dalla e altri personaggi e sarebbe stato bello far qualcosa insieme visto il concerto in spiaggia di Alemanno il suo ultimo compagno