MUSEO TORRE CETARA UNA "SENTINELLA DI CULTURA" FOTO INAUGURAZIONE. dal nostro inviato

20 ottobre 2012 | 18:30
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MUSEO TORRE CETARA UNA "SENTINELLA DI CULTURA" FOTO INAUGURAZIONE.  dal nostro inviato

Cetara, costa d’ Amalfi Dall’inviato di Positanonews, quotidiano online della Costiera amalfitana e penisola sorrentina, Lucio Esposito di Piano di Sorrento di seguito le foto dell’inaugurazione: A poco meno di un anno del restauro architettonico, ecco aprire un museo civico. Com tante opere che raccontano il paesaggio nella sua accezione storica. La torre è e sarà sempre protagonista scenica, entra in migliaia di fotografie annualmente e Cetara non sarebbe Cetara senza la torre. Ottimo il restauro, che ha preservato tutto l’apparato di macchina difensiva e di allerta, scale e passaggi interni, cisterne per la raccolta dell’acqua,e locali di guarnigione, ove potevano alloggiare le milizie e i loro cavalli, ed essere autosufficienti per un buon periodo di tempo. Filologico il titolo della manifestazione di apertura del museo, SENTINELLA DELL’IDENTITA’ LOCALE, memore del lavoro di sentinella antisaracena svolto secoli fa. Un popolo che si riconosce nella sua icona più antica. In un momento in cui le città creano il loro logos architettonico, vedi qualche annetto fa il museo Guggenheim di Bilbao progettato da Lloyd Wright , o città come Dubai con l’hotel Al Arab, o la stessa Salerno che ha convocato una messe di progettisti internazionali dall’esperienza collaudatissima come Oriol Bohigas (Piano Urbanistico comunale), Zaha Hadid (Stazione Marittima), Ricardo Bofill (Piazza della Libertà e piazza della Concordia-Mazzini), David Chipperfield (Cittadella Giudiziaria), Tobia Scarpa (PalaSport), Santiago Calatrava (Marina d’Arechi Port VIllage), Massimiliano Fuksas (Riqualificazione di Fratte), Jean Nouvel (area ex Pastificio Amato), Nicola Pagliara (Grand Hotel Salerno), Rui-Sanchez (Parco dunale Marino), e tanti altri, per darsi una identità al passo coi tempi. Ecco che Cetara scopre di avere da sempre la sua icona architettonica. Sinergie di intesa tra Amministrazione locale e Soprintendenza ai Beni Architettonici, hanno fatto si CHE il tutto si svolgesse in tempi relativamente brevi e ben fatto, corredandolo con pieghevoli esplicativi in diverse lingue e un ricco catalogo.Complimenti a Squzzato sindaco e coordinatore, ma anche ad una serie di collaboratiri attenti e volontari che hanno permesso di raggiungere risultati di grande museografia, basti citare un Nicoletti accanto alla finestra raffigurante la casa sul porto con monazeni che con un sol colpo d’occhio si intravede attraverso la finestra nelle sue fattezze attuali.O un meraviglioso portale ispirato ai quadrotti MACKINTOSH con vasetti d’alice sistemati a mo di urnette,prospetto d’ingresso che proietta il visitatore verso il quadro principe del museo di Catara , il Rebel. Casi Come la Reggia della Quisisana a Castellammare di Stabia,il polverificio Borbonico di Scafati, restaurati ma senza destinazione d’uso, lasciano interdetto il cittadino che paga le tasse. Ho l’impressione che la Penisola Sorrentina Amalfitana, ripartita in due Soprintendenze, sul versante salernitano che le cose si muovano con una marcia in più. Personaggi come Matilde Romito, Lina Sabino e tanti altri producono è come se producono, San Salvatore de Bireto, santa Maria de Olearia, gli Scavi di Fratte , aperti e fruibili sempre.

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Questo articolo qui di seguito è di Ugo di Pace del Corriere del Mezzogiorno

Nella mattinata di sabato una festa corale e civile ha celebrato l’apertura del Museo Civico di Cetara. Una folla si è assiepata nella bella sala polifunzionale “Mario Benincasa”. Alla grande adesione cittadina si è unito un gran numero di amici di Ugo Marano, l’artista di Cetara scomparso un anno fa. Tra le sedie del teatro si confondevano, discrete come sempre, Stefania, la moglie, e Enrica, la figlia, insieme al fratello di Ugo. Un filmato racchiude un’intervista a Ugo rilasciata qualche mese prima della scomparsa: qui l’artista racconta con sobria chiarezza il suo percorso formativo e gli incontri con i maggiori artisti e uomini di cultura europei. La delicata esposizione è cominciata con Edoardo Sanguineti e Filiberto Menna per poi passare a Giulio Turcato, Renato Guttuso, Giulio Carlo Argan, Karlheinz Stockhausen e Pasquale Persico. Questo per ricordare il tempo in cui Salerno e Vietri uscivano da un limbo indistinto per inserirsi, anche tramite Ugo Marano, nell’agone dell’arte contemporanea. Il preambolo della memoria è stato subito seguito dai convegnisti che hanno specificato le funzioni di Museo che dalla torre seicentesca domina il mare da tre parti su uno scenario di una incantevole bellezza marina. Per l’occasione evocando le secolari lotte contro la pirateria araba, con intelligente acume il museo – il curatore è Massimo Bignardi – è stato chiamato di nuovo “Torre di Cetara, sentinella dell’identità locale” (costruita da artigiani cavesi nel 1567). E prima di entrare nel nucleo vivo di questo meraviglioso complesso artistico è utile ricordare la volontà programmatica del sindaco Secondo Squizzato e l’intelligente finanziamento sostenuto dal Presidente Bcc di Scafati e Cetara Massimo Cavallaro. In altre parole, nessuna istituzione pubblica ha sovvenzionato la fondazione del nuovo Museo. Accediamo finalmente alla Torre per raccontare l’ordine delle sale dove le opere sono state sistemate e catalogate con rigore scientifico: una scelta che facilita la visione ai visitatori. Al secondo piano sono collocati i quadri degli artisti Gaetano Capone, Antonio Ferrigno, Pietro Scoppetta, Angelo Della Mura e Mario Carotenuto (Carotenuto è l’unico che ha donato le opere al museo). Il quarto livello della torre è stato riservato all’artista della costiera meglio conosciuto a Cetera per aver trascorso parte della sua vita come ospite della fortezza. Qui sono stati sistemati i 22 oli di Manfredi Nicoletti (1927-1964). Joseph Rebell FIGLIO E NIPOTI – Per l’occasione sono intervenuti a Cetara il figlio Luigi e i nipoti che hanno offerto in comodato d’uso le opere al Museo. Grande è stato il successo dell’olio “Torre di Cetara” realizzato nel 1813 dal vedutista austriaco Joseph Rebell, che un collezionista cavese ha prestato al museo. I visitatori del museo ieri mattina si sono soffermati per ore ad osservare la perfetta esecuzione, la bellezza della pittura che raffigurava la fortificazione che al momento ospitava l’opera. Ma a molti la sala più bella è apparsa quella all’ultimo piano della torre riservata al Museo Vivo di Ugo Marano. Ad accogliere gli ospiti c’erano Stefania, la moglie dell’artista, che commossa ha salutato gli amici e Massimo Bignardi, curatore della Torre. Nel Museo Vivo, oltre ai grandi del passato ci sono i piatti in creta realizzati da Pasquale Persico, Rino Mele, Bruno Gambone e Mario De Biase.