Ravello al cimitero per rendere omaggio ad Andrea Mansi marinaio martire delle "Quattro Giornate" foto

Più informazioni su

La redazione di Positanonews si è recata ieri al cimitero di Ravello con il direttore Michele Cinque ed il garante del lettore del quotidiano online della Costiera amalfitana e penisola sorrentina, Alberto del Grosso. Giornalista già dell’ambasciata americana, al seguito dei Kennedy, ma anche di Reagan, sia a Roma che nella costa d’ Amalfi, grande cultore della storia della Campania, ma in particolare di Napoli, che è venuto a conoscenza della vicenda di Mansi grazie a uno studio sulle “Quattro Giornate” che sta realizzando con lo storico il professor Aldo de Gioia, che nello “Zibaldone Napoletano” pure ricorda il Mansi Siamo venuti a Ravello per  rendere omaggio ad Andrea Mansi il marinaio ravellese barbaramente trucidato dai nazisti prima che scoppiassero le famose “Quattro Giornate”, episodio che Del Grosso ha studiato insieme allo storico Gioia. La commozione è stata tanta e ci siamo intrettenuti di fronte alla sua tomba, con un numero che non era evidente, ma crediamo sia il 66a, dove è stato traslato il 17 marzo 1951, in  un’ala da sistemare, ma ci hanno informato di lavori che ci saranno ad aprile. Andrea Manzi, nato nel 1919, è stato un martire, un’eroe, un giovane onesto e serio che tornava a compiere il suo dovere di ritorno dalla licenza, nonostante molti lo sconsigliassero, trucidato senza pietà e senza motivo sugli scaloni dell’Università al Rettifilo il 12 settembre 1943, a soli 24 anni.  “fatemi tornare da mamma mia..”, pare avrebbe detto, ed esalndo l’ultimo respiro “Oj ma’, nun aggio fatto niente!”. La mamma, Angelina Rispoli, la aveva vista l’ultima volta al Lacco la frazione di Ravello, dove vi è una piazza a lui dedicata. Da qui si  era partito inerpicandosi sui monti a piedi fino a Gragnano e da li poi arrivare alla stazione di Castellammare di Stabia con il treno incontro alla morte. I tedeschi lo individuarono mentre girava per Napoli tranquillamente in cerca dei compagni marinai ignaro del pericolo, non sapendo dell’armistizio, e al momento lo accusarono ingiustamente di aver attentato a un militare e decisero di giustiziarlo, ordinando ai passanti, fra i quali Antonio Ghirelli poi giornalista de Il Mattino, di inghinocchiarsi applaudire all’efferato gesto.  Pregare è stato il nostro atto spontaneo. Per noi è stato un momento importante visitare la tomba di questo giovane ravellese.  E lo abbiamo potuto fare grazie alla pazienza di Raffaele D’Aniello, il custode originario di Gragnano ma sposato a Ravello, che ringraziamo per la disponibilità, come ringraziamo l’amministrazione tutta, il sindaco Paolo Vuilleumier ed il vice sindaco Teresa Pinto in particolare, per averci consentito questo omaggio, ringraziamo Luigi Buonocore per averci indirizzato ad Achille Benigno e lo stesso, nipote del Mansi, come il parroco don Giuseppe Imperato ,  per averci raccontato di questo giovane la cui storia dovrebbe essere raccontata in tutte le scuole. All’ingresso del cimitero superiore ci sono i progetti dei lavori per il cimitero, esposti e trasparenti. Lavori che Ravello merita da anni e speriamo che si facciano al più presto. Come speriamo che la tomba di Andrea Manzi abbia una degna collocazione, Del Grosso, con calma, scriverà ancora di lui e di ciò che ha significato per Napoli il suo sacrificio

Più informazioni su

Commenti

Translate »