Damasco Giardino del Mondo

30 dicembre 2012 | 00:00
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Damasco Giardino del Mondo

Damasco “Giardino del Mondo” In Siria la situazione è sempre più grave. L’escalation di violenza tra regime e ribelli ha ormai provocato lo sdegno di tutto il mondo. Sagge sono le parole del patriarca Hazieem della chiesa mariana, situata al centro del quartiere cristiano nella città vecchia di Damasco, il quale ricordando la storia di Paolo sulla via di Damasco sottolinea il fatto che “qui si radicarono la religione islamica e quella cristiana e che tutte le religioni nelle loro varie suddivisioni qui hanno convissuto per secoli e secoli” ed in favore del dialogo e della pace fra le diverse confessioni si è espresso anche il gran Muftì della moschea Omayede di Damasco. Ahmad B. Hassoun tuona contro le “ingerenze estere che fabbricano la guerra invece di lavorare per la riconciliazione fra tutte le parti”, “ C’è gente che uccide per denaro, soldi che arrivano da fuori. Ditelo. Sono armati e ricevono molti dollari”. Ma cosa è successo in Siria? Inizialmente c’era solo un diffuso malcontento per una crisi economica che ha causato alti livelli di disoccupazione cui va aggiunta una legittima stanchezza verso un partito che governa da oltre quarant’anni il Paese. Poi un governo che resta sorpreso dalla presenza nelle piazze di un’opposizione diffusa e tutto trascende quando le reazioni da parte della polizia diventano spropositate . Saranno condannate da Assad ,ma quando il capo del governo siriano inizia ad aprirsi alle riforme richieste dal popolo, l’opposizione si trasforma e diventa terrorismo, sempre a discapito dei più deboli. Ecco perché il mio intento è ricordare a tutti la storia di Damasco che assieme ad Atene, a Roma ed Alessandria, fa parte di quel gruppo di metropoli che costituiscono un punto di riferimento obbligato nelle pagine della storia. Punto d’incontro di grandi civiltà , dagli Assiri fino ai Regni Ellenistici, dai Romani ai Bizantini agli Arabi è da sempre considerata paradiso del Vicino Oriente. Damasco è attraversata dal fiume Barada, citato, nella Bibbia, col nome di Abana e chiamato dai Greci Chrysorrhoas (Fiume d’oro). È dominata a nord-ovest dal Jabal Qasiyun, un monte dell’Anti-Libano, mentre ad oriente si trova il deserto siriano. La città immersa nel verde degli ulivi, degli alberi da frutta e delle palme, nel passato dai visitatori era denominata “Giardino del mondo”. La storia di Damasco ha radici antichissime: il primo documento scritto riguardante DAMASCO risale al faraone egizio TUTHMOSE III che, nel XV secolo a.C., includeva la città nell’elenco delle conquiste portate a termine dai suoi eserciti. In quel periodo la città era già la capitale del regno degli armeni ed era nota come DIMACHEQ. Antichissimo centro preistorico, era ben noto ai Sumeri, che lo chiamavano Anshukurraki «Città dei cavalli». Quattro secoli più tardi divenne capitale del regno degli aramei e fu abbellita con numerosi templi. In seguito fu conquistata da assiri, babilonesi e persiani e, nel 333 a.C., cadde in mano ad Alessandro Magno, legandosi all’Occidente per i successivi dieci secoli. Nel I secolo a.C. l’espansione di Roma toccò le terre del Medio Oriente e Damasco capitolò davanti alle legioni di Pompeo: correva l’anno 64 a.C. quando i conquistatori trasformarono il tempio arameo di Hadad in un santuario dedicato a Giove Damasceno. Nel I secolo d.C. l’azione evangelizzatrice di San Paolo diffuse il Cristianesimo nel Medio Oriente. Nel III-IV secolo il tempio di Giove subì una serie di ristrutturazioni e, per ordine di Teodosio (379 d.C.), fu trasformato nella chiesa di San Giovanni Battista. Questa consacrazione venne rispettata anche dopo la morte di Teodosio (395), quando i domini di Roma furono divisi tra gli imperi d’Occidente e d’Oriente. Durante il VI secolo la città attraversò un periodo di decadenza per via delle guerre che opposero la Persia a Bisanzio. La grave situazione provocò un diffuso malcontento nella popolazione e favorì l’avvento dell’ISLAM fra il 635 e il 636. Nel 664 prese il potere il terzo califfo islamico, Uthman , seguace di Maometto ed erede di un’antica dinastia di oligarchi della Mecca, che però fu ucciso da un gruppo di ribelli egizi nel 656. Al suo posto salì al potere Alì, accusato , in seguito, di essere coinvolto nell’assassinio del predecessore . L’opposizione fu guidata da Muawiyya, nipote di Uthman e governatore della Siria che alla morte di Alì si fece proclamare califfo, ponendo le basi del potente impero arabo. La dinastia degli OMAYYADI rese Damasco la città più potente del mondo, capitale di un Regno che si espanse dalla Spagna all’India tra il 661 ed il 750 e lo rimase fino al 744 quando l’ultimo califfo Marwan II spostò la capitale ad Harran. Damasco perse allora il suo grande potere politico che non riuscì più a recuperare e con l’avvento degli Abbasidi decadde a centro provinciale. Dopo una serie di rivolte, infatti, nel 749 Abu al-Abbas venne proclamato califfo e diede inizio alla dinastia degli abbasidi, che trasferirono la capitale dell’Islam a Bagdad, facendo retrocedere DAMASCO al ruolo di semplice capoluogo di provincia. Nel 1076 la città cadde infine nelle mani degli ottomani. L’emiro Nue al-Din ne rinforzò le difese e fece costruire uno dei più celebri ospedali del mondo medievale, quello di al-Nuri. Nel 1176, due anni dopo la morte di Nur al-Din, Saladino entrò in Damasco, egli fu l’ultimo grande sovrano della città prima che una lunga serie di lotte intestine favorisse la conquista mongola nel XIII secolo. Liberata dai mamelucchi, nel 1400 fu saccheggiata da Tamerlano, che portò con se’ a Samarcanda non solo i grandi tesori della città, ma anche gli artigiani più esperti. Nel 1516 gli ottomani conquistarono di nuovo Damasco e la dominarono per quattro secoli, durante i quali venne relegata a un ruolo di modesta importanza. Capitale della SIRIA indipendente, Damasco è soggetta a un ambizioso progetto di recupero del suo centro storico, che mira a riportare agli antichi fasti i suoi monumenti, quando la città era un faro di civiltà nel Medioevo. Duramente governata da Gemāl Pasciā durante la Prima guerra mondiale, Damasco fu liberata nel 1918 da forze angloarabe (il nazionalismo arabo si risvegliò ed originò la cosiddetta Rivolta Araba, appoggiata dal governo britannico , che portò alla liberazione dei paesi assoggettati agli ottomani, tra cui anche la Siria).Ma il tentativo di rifarne la capitale di un regno arabo, con il figlio dello sceriffo della Mecca Faisal, che si proclamò nel 1920 re di Siria, incontrò l’opposizione della Francia e fallì. Sconfitto, Faisal lasciò Damasco e questa fu proclamata capitale della Repubblica siriana, sotto mandato francese. Negli anni successivi, la resistenza siriana contro l’occupazione francese si espresse in ripetute agitazioni e rivolte (la più cruenta tra 1925 e 1926) fino al conseguimento della piena indipendenza nel 1946. La città ellenistico-romana aveva una cinta di mura rettangolare, l’impianto urbanistico era ortogonale, con isolati regolari. L’asse principale era la “Via diritta”, citata negli Atti degli Apostoli; parallela a questa vi era una strada che collegava l’agorà con il tempio di Zeus. Situata nell’antichissimo quartiere di Bāb Tūma (Porta di Tommaso),la Grande Moschea, è senza dubbio uno degli edifici più importanti e rappresentativi della città, essa è il più importante luogo di culto della capitale. La sua costruzione ebbe inizio nel 706 su ordine di al-Walid, sesto califfo omayyade, sul luogo un tempo occupato dal tempio arameo di HADAD e in seguito da quello romano di Giove. Innalzata in dieci anni, doveva simboleggiare la potenza degli omayyadi. La vastità e l’armonia delle sue proporzioni, la ricchezza delle decorazioni, lo splendore dei materiali e il fantastico chiaroscuro della navata principale testimoniano che l’obiettivo fu raggiunto. Il complesso presenta un cortile esterno lungo 385 metri e largo 305, delimitato da un muro, affiancato da tre torri quadrate ,(i tre minareti, costruiti in stili diversi), utilizzate sia come terrazze, sia per la chiamata alla preghiera del muezzin. – Due di queste torri si trovano all’estremità del grande muro di fondo (quibla), mentre la terrazza si eleva sul lato opposto. Il cortile interno è circondato su tre lati da un porticato coperto a doppia arcata e conserva un edificio a pianta ottagonale, sormontato da una cupola che poggia su otto colonne con capitelli corinzi, conosciuto come “CASA del TESORO” per via della sua ricca decorazione. La navata principale, posta sul lato del recinto, è suddivisa in tre sezioni parallele separate da colonne. Nel senso della lunghezza si nota un’ulteriore suddivisione in tre settori: i due laterali presentano un soffitto in legno con decorazioni geometriche, mentre quello centrale è coronato da una volta splendidamente stuccata che porta al Mihrab ovvero una piccola cappella che completa la struttura interna della navata, in cui, secondo la tradizione, sarebbe conservata ,in un grande cenotafio, la testa di San Giovanni Battista venerato dai musulmani come uno dei maggiori profeti prima di Maometto e quindi reliquie considerate sacre sia dagli abitanti del posto, in gran parte sunniti, sia dalla minoranza sciita, sia dai cristiani. La Grande Moschea fu danneggiata da ripetuti incendi nel 1069, nel 1400, nel 1479 e nel 1893 e perciò conserva molto poco della sua decorazione originale.