L´Epifania dei Tammore – Paolo Marrone racconta il "Capodanno Nocellese" VIDEO
Riceviamo e pubblichiamo
L’epifania dei Tammore
L’altra sera camminavo per i vicoli di Nocelle, carico di microfoni e leggii, eppure non avvertivo alcuna fatica, proprio come chi corre verso una meta troppo a lungo lontana. Le pietre risuonavano sotto i miei passi trasudando parole antiche che accarezzavano la mia anima. Troppo poetico, forse, ma è proprio così che mi sento quando mi capita l’occasione di poter cantare a Nocelle. E’ un ritorno alle origini, un viaggio a ritroso dentro quella tradizione, che solo in luoghi come questo è ancora così viva e palpitante. Qui la nostra musica non è uno spettacolo per turisti o un’ora di divertimento con gli amici, qui si denuda di ogni artificio e si riveste di autenticità, divenendo la magica chiave con la quale aprire il cuore delle persone. Qualcosa del genere è successo la sera dell’Epifania a Nocelle, grazie all’invito, che l’associazione ADIN ha rivolto ai Tammore, di tenere un concerto presso il centro Ex Ex. Già di per se questo luogo è una sognante follia, con la sua mostra permanente, con il suo progetto “per non dimenticare”, che propone un’ esposizione-ricordo della teleferica che collegava Nocelle a Positano. Creare un centro culturale a Nocelle e impegnarsi per rendere la nostra frazione più montana un polo di riferimento artistico, rappresenta una sfida avvincente e controcorrente e proprio per questo da sostenere e condividere. La serata serena, ma fredda, la concomitanza con altri eventi, la partita del Napoli, facevano temere il peggio, ma così non è stato. I cinquanta ardimentosi, che hanno vinto ogni indugio e con convinta partecipazione hanno assistito al nostro concerto non sono tornati a casa imprecando per non aver potuto assistere alla tripletta di Cavani. Ieri sera a Nocelle l’esperimento di fusione musicale ha avuto successo, il vetro invisibile che spesso divide il palco dagli spettatori è stato infranto e alla fine abbiamo ballato, suonato e cantato tutti insieme. Merito anche di una scaletta pensata con lo scopo di guidare gli spettatori in un viaggio attraverso i vari aspetti della musica popolare, dai canti augurali a quelli devozionali, dai brani rivoluzionari, alle pizziche e alle tammurriate finali. Il terreno era fertile perché la pianta più verace della nostra tradizione musicale potesse sbocciare e così è stato quando Salvatore ha intonato le note del Capodanno di Nocelle. Un canto antico, unico, tramandato da padre in figlio e non violentato da alcuna riproduzione arbitraria, in quanto gelosamente custodito. E’ stato come se una vetusta preghiera scendesse dal cielo e abbracciasse tutti i presenti. Il migliore augurio che la stella “auriosa” dei magi potesse lasciarci.
Paolo Marrone
Ringraziamo Paolo per il suo intervento, ed invitiamo ad avere sempre “cura” della musica popolare, fondamento della cultura e della tradizione dei popoli mediterranei.
Salvatore “il corriere” ed i Tammore eseguono “Il Capodanno alla Nocellese”, accompagnati dal pubblico