Il Papa Benedetto XVI lascia il pontificato si dimetterà il 28 febbraio. Il lancio fatto dall´ ANSA

11 febbraio 2013 | 12:16
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Il Papa Benedetto XVI lascia il pontificato si dimetterà il 28 febbraio. Il lancio fatto dall´ ANSA
Il Papa Benedetto XVI lascia il pontificato si dimetterà il 28 febbraio. Il lancio fatto dall´ ANSA
Il Papa Benedetto XVI lascia il pontificato si dimetterà il 28 febbraio. Il lancio fatto dall´ ANSA

Foto ANSA il fulmine cade sulla Cupola di San Pietro  il giorno dell’annuncio. Il Papa lascia il pontificato dal 28 febbraio. Lo ha annunciato personalmente, in latino, durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto. “Un fulmine a ciel sereno”. Con queste parole il decano del collegio cardinalizio, cardinal Angelo Sodano ha commentato la decisione di Benedetto XVI di lasciare il pontificato

Il Papa ha spiegato di sentire il peso dell’incarico di pontefice, di aver a lungo meditato su questa decisione e di averla presa per il bene della Chiesa.

Il papa ha indicato il 28 febbraio per il termine del pontificato e chiesto che si indica un conclave per l’elezione del successore

Fonte ANSA – Il lancio (riportato da Positanonews per primo fra i siti della Costiera amalfitana e penisola sorrentina in Campania ) è stato fatto dall’ ANSA in anteprima mondiale. Giovanna Chiri è stata l’autrice grazie alla conoscenza del latino Il flash dell’ansa delle 11.46 sull’annuncio delle dimissioni del Papa ha fatto in pochi minuti il giro del mondo. Prima l’agenzia Reuters, poi la Cnn e a seguire al Arabiya, France Presse, i britannici Telegraph e Bbc e Sky News l’hanno rilanciato prima che arrivasse la conferma del Vaticano. Migliaia i tweet rilanciati, dall’Europa all’Asia, passando per il Medio Oriente.

“Ho dato la notizia, poi mi sono messa a piangere”. L’ha capito subitoGiovanna Chirri, vaticanista dell’Agenzia Ansa, “redattrice di una testata laica”. Quando il Papa ha cominciato a sussurrare in latino il discorso di addio “sono andata in panne: ho pensato che era assurdo. Sapevo, come tutti, quel che aveva scritto nel suo libro. Ma ero convinta che non si sarebbe dimesso”.

Lei, giornalista delle cronache vaticane da quasi vent’anni (1994), ha ascoltato in latino, ha capito, e poi non ha retto: “Umanamente, mi è dispiaciuto tantissimo. Stimo Ratzinger, lo rispetto. Sapevo della portata della notizia: ho cercato di contattare l’agenzia, di farla ri-verificare, anche se non avevo dubbi sul mio latino, poi a fare il flash ci hanno pensato loro. Ed è così che ho dato la notizia”.

E’ finito con le lacrime, il lancio della news più importante del mondo. Eppure sembrava l’incipit di una barzelletta: c’erano una italiana, un messicano, due francesi e un giapponese. La genesi della Notizia, quella con la N maiuscola, inizia come un racconto frivolo, ma è roba seria, serissima.

Vaticanisti, mestiere difficile. Giornalisti che seguono passo dopo passo gli equilibri del Vaticano, gli umori della Chiesa. Cronisti di un mondo che riguarda milioni di fedeli, per cui due sole notizie valgono più di ogni altra cosa: la nomina del Papa e l’addio del Papa.

Va così che – e la storia oltre a Giovanna ce la racconta il vaticanista franceseCharles De Pechpeyrou dell’agenzia i.media – in un tranquillo lunedì mattina in calendario c’è il Concistoro ordinario pubblico per la Canonizzazione di alcuni beati.

“E’ importante, ma non uno di quegli eventi che segni in agenda più volte: se lo segui, è per precauzione, per darne il semplice resoconto”. Così, spiega Charles, nella sala stampa del Vaticano si ritrovano lui e un collega francese, Giovanna Chirri, Andreas Beltramos della Notimex e un vaticanista giapponese.

Seguono il Concistoro dallo schermo della televisione che trasmette “immagini interne del Vaticano: solo alcuni eventi vengono trasmessi, in questo caso c’era la diretta video”. Charles racconta che i vaticanisti da tempo chiacchieravano fra loro di quelle parole, ricordate anche oggi da Padre Lombardi, che Papa Benedetto XVI aveva lasciato nel libro intervista ‘”Luce del mondo” a proposito delle sue dimissioni, spiegando che non ci si dimette in un momento di pericolo, solo in un momento di serenità o “quando semplicemente non ce la si fa più”. Giovanna conferma: “Anche io l’ho letto, ma non credevo si potesse dimettere”.

Ma “mai ci saremmo aspettati quel che è accaduto oggi. Alla fine del Concistoro abbiamo visto monsignor Marini passare un foglio al Papa. Bendedetto XVI ha cominciato a leggere in latino e…”

A quel punto, nella normale competizione fra giornalisti, si apre la gara: chi ha dato per primo la notizia delle dimissioni del Papa? Chi ha avuto il coraggio di dare il take? Questioni che fuori dal circuito media possono valere poco, ma che diventano “notizia” nel mondo interno della comunicazione.

“Brava Giovanna” scrivono diversi cronisti italiani su twitter. E infatti è lei, in assoluto, la prima a dare la notizia delle dimissioni. Vaticanista “fuori moda” scrive lei stessa su twitter, Giovanna non perde tempo.
Sono le 11.46 quando viene battuto il take:

+++ FLASH +++ PAPA LASCIA PONTIFICATO DAL 28/2 +++ FLASH +++

papa

I COMPLIMENTI DEI SITI STRANIERI ALLA CHIRRI E L’IMPORTANZA DEL LATINO

Tanto di cappello, dunque, alla cronista italiana. Charles stesso racconta che “Giovanna era più in la rispetto a me, non so, credo che lei l’ha data per prima. Noi ricontrolliamo molto prima di battere una notizia del genere e ho fatto verificare anche dalla Francia”. Il difficile “era capire dal latino. A un certo punto, io per esempio ho colto la parola “incapacità” detta dal Papa.

Mi sono girato e ho parlato con il collega messicano. Abbiamo notato un volto triste di Papa Benedetto, non classico. C’era qualcosa che non andava. Quando poi il cardinal Sodano ha accennato alla “tristezza” abbiamo capito. E al telefono Padre Lombardi ci ha confermato le dimissioni”.

Ecco, dunque, come è andato il lancio della notizia più importante dell’anno (e non solo). I complimenti a Giovanna Chirri e all’agenzia Ansa, oltre che da tutti i media italiania, sono stati riconosciuti anche da quelli stranieri, fra i quali per esempio ilNew York Times.