SALERNO. IL MEZZOGIORNO ALTOMEDIEVALE NEL LIBRO DELLA VISENTIN
Il 28 febbraio sarà presentato il libro LA NUOVA CAPUA LONGOBARDA. Identità etnica e coscienza civica nel Mezzogiorno altomedievale – Barbara Visentin, presso il complesso di San Pietro a Corte di Salerno.
In un territorio di grande transito per uomini, idee, commerci e poteri locali, Capua rappresenta un documento prezioso dell’iter evolutivo di un insediamento urbano dalla tarda antichità all’alto Medioevo. Fiorentissima urbs romana, oggi Santa Maria Capua Vetere, sul finire del VI secolo diviene gastaldato dei Longobardi, nell’840 dà vita, per gemmazione, sulla collina del Triflisco, al campo trincerato di Sicopoli con dignità comitale e, distrutta dai Saraceni nell’841, è rifondata per volere della gens del conte-gastaldo Landolfo, nella pianura sul fiume Volturno.
Nobilitata dalla presenza dei principi della patria longobarda e dalla corte, Capua esercita una forza di attrazione centripeta, alla quale nessuno sembra potersi sottrarre: anche i benedettini
di Montecassino e i monaci vulturnensi non possono tenersi lontani da quella città che, di lì a qualche anno, sarebbe diventata la capitale di un vasto stato, ristabilendo l’unità delle terre longobarde meridionali.
L’autrice Barbara Visentin è dottore di ricerca in Storia dell’Europa Mediterranea dall’Antichità all’età Contemporanea, i suoi interessi prevalenti riguardano le strutture produttive e la tipologie insediative del Meridione in età longobarda; le evoluzioni della forma urbis delle città meridionali tra età tardo antica e Medioevo; il ruolo degli insediamenti monastici nell’età di transizione tra longobardi e normanni. Ha pubblicato diversi articoli su riviste specializzate circa le dinamiche insediative rurali e urbane dell’Italia meridionale longobarda e normanna, le espressioni materiali della cultura politica longobarda, l’identità etnica e la coscienza civica nel Mezzogiorno altomedievale. Attualmente è docente a contratto di Storia della città e del territorio presso l’Università degli Studi della Basilicata.