Vietri sul mare arrestato Ragosta aveva minacciato Soglia per l´asta del Raito Hotel
Vietri sul mare, Costiera amalfitana . Arrestato Ragosta aveva minacciato Soglia per l’asta del Raito Hotel Minacce e intimidazioni, per evitare di farlo partecipare all’asta fallimentare del Raito Hotel. Con questa accusa è stato arrestato, dagli uomini della Guardia di Finanza su indagine coordinata dalla Procura di Salerno, l’imprenditore Fedele Ragosta.
Le indagini risalgono al 2005, quando la struttura alberghiera della Costiera amalfitana fu messa in vendita dopo una procedura fallimentare. Vittima delle minacce Francesco Soglia, fratello del deputato uscente Gerardo, titolare della società alla quale era stato affidato l’albergo in gestione. Le accuse per Ragosta sono di concorso in estorsione e turbata libertà degli incanti aggravati dal metodo mafioso. La società «Ragosta Real Estate», che faceva capo a Fedele Ragosta, si aggiudicò l’asta per il Raito Hotel dopo tre incanti andati deserti per una cifra di poco superiore ai sei milioni di euro. Secondo le indagini degli investigatori, Ragosta è stato il mandante delle minacce subite da Soglia per impedirgli di partecipare all’asta. Ragosta è peraltro già destinatario di una ordinanza di custodia cautelare: nel 2012, insieme ad altre 59 persone, finì nel mirino della Direzione distrettuale antimafia per i reati di associazione a delinquere e riciclaggio.
Petronilla Carillo su Il Mattino del 5 febbraio descrive così la vicenda. Lo avevano fatto chiamare dagli addetti alla reception, distogliendolo dalla partita della Juve. Ad attenderlo era un uomo che gli chiese di andare fuori con lui. Ma, una volta varcata la soglia del Baia Hotel, quello stesso uomo lo prese per un orecchio e lo trascinò fino ad un’auto. «Seguimi, presto», disse quest’uomo a Francesco Soglia «vieni a parlare con noi e risolviamo tutto subito». Francesco Soglia lo seguì fino a quando non si trovò al cospetto di altri due uomini armati. «Il paese è dei paesani. Ti abbiamo prestato dei soldi e dobbiamo recuperarli». Soglia avrebbe subito inteso che il loro riferimento era riferito all’acquisto dell’Hotel Raito e rispose loro: «Se questo è il problema, non vi preoccupate». Da quel giorno il Gruppo Soglia abbandonò l’idea di acquisire il lussuoso albergo di Raito poi acquistato dai Ragosta. Un episodio che Francesco Soglia (nella foto), nel corso del filone napoletano d’indagine sul Gruppo Ragosta, avrebbe negato essere avvenuto. Per poi raccontarlo e denunciarlo ai finanzieri del Gico del Nucleo di polizia tributaria di Salerno (maggore Salvatore Perrotta) qualche mese dopo. Un racconto-denuncia in parte «forzato» dal momento che, per quest’episodio, la Dda aveva già delegato alle indagini le fiamme gialle salernitane con il coordinamento dei sostituti procuratore Valleverdina Cassaniello e Francesco Rotondo. E ieri mattina l’epilogo con l’arresto di Fedele Ragosta in esecuzione ad un ordinanza di custopdia cautelare emessa dal gip di Salerno Renata Sessa. Ragosta è stato così prelevato dalla sua lussuosa abitazione di Posillipo, dove era detenuto ai domiciliari a seguito dell’operazione Bad Iron sugli affari illeciti del clan fabbrocino, e condotto presso il carcere napoletano di Secondigliano. Gravi i capi di imputazione: estorsione aggravata dal metodo mafioso e turbativa d’asta. Secondo l’accusa, difatti, Ragosta sarebbe il mandante delle minacce a Soglia. Oltre all’imprenditore di San Giuseppe Vesuviano ci sarebbero altre tre persone indagate: un uomo già identificato e i due personaggi armati in fase di identificazione. L’episodio sarebbe avvenuto la sera del 10 agosto del 2004. Le indagini si sono concentrate sulle vicende riguardanti l’aggiudicazione nell’aprile 2005 dalla procedura fallimentare del Hotel Raito (di proprietà della fallita Hotel Raito spa) da parte appunto del Gruppo Ragosta. Dopo tre incanti andati deserti, l’aggiudicazione finale è avvenuta alla Ragosta Real Estate srl, unica partecipante che ha corrisposto una cifra di poco superiore ai sei milioni di euro a fronte dei nove inizialmente richiesti. In quel periodo Soglia Service srl, invece, gestiva la struttura alberghiera in virtù di un contratto di fitto con la curatela. Francesco Soglia, pertanto, era interessato a presentare l’offerta per l’aggiudicazione ma poi nopn ha partecipato alla gara. Nell’inchiesta napoletana dello scorso anno, fedele Ragosta fu coinvolto insieme ad altre 59 persone e accusato di reati di associazione a delinquere, reimpiego e riciclaggio di proventi illeciti. Nell’inchiesta furono coinvolti anche giudici tributari. I Ragosta avrebbero riciclato i soldi del clan Fabbrocino. Una montagna di denaro, per la quale valeva la pena di corrompere persino magistrati tributari che dovevano esprimersi rispetto ai buchi neri individuati dalle fiamme gialle proprio in certe movimentazioni economiche delle aziende dei Ragosta.