Esercizio sprecato chiedere la fiducia al M5S.

10 marzo 2013 | 12:36
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Esercizio sprecato chiedere la fiducia al M5S.

Praiano –  Dopo due settimane dal voto delle elezioni politiche, dopo lo shock per i partiti tradizionali (visti i risultati), dopo ore ed ancora ore di trasmissioni, dibattiti, direzioni di partito, siamo allo stallo, né al momento si prevedono agevoli soluzioni.

L’intenzione del PD, e quindi di Bersani, di coinvolgere il M5S è impraticabile, e credo che mai si potrà realizzare. D’altronde come si può chiedere la fiducia ad un Movimento che ha fatto della lotta al sistema la sua bandiera? E’ come chiedergli di prostituirsi.

Questo, reputo, sia il motivo, per cui gli eletti del Movimento insistono sulle loro posizioni, affermando che se un governo otterrà la fiducia, voteranno di volta in volta i vari provvedimenti proposti, se questi sono in linea con le loro aspettative.

Premesso che non ho votato il M5S, capisco che solo attraverso l’azione democratica del Movimento si potrà ridare al Popolo sovrano la dignità toltagli dalla casta dei politici. Inutile pensare di accondiscendere a possibilità di intese con questi uomini ed organismi politici, capaci solo di cercare, verificare tutte le strade percorribili per mantenere in essere i propri privilegi.

Molti asseriscono che il Movimento voglia spingere il PD nell’abbraccio mortale della PDL, per poi passare all’incasso alle prossime elezioni. Ipotesi plausibile, in ogni caso, un problema non suo.

I partiti tradizionali, nonostante la lezione dei clamorosi risultati elettorali, ancora non riescono a percepire quanto sia profondo l’abisso tra Loro (politici) e Noi (gente comune), lo si evince dal loro continuo blaterare mediatico.

Al termine di questa breve riflessione, se potessi dare qualche indicazione al M5S, consiglierei sicuramente di essere più attento nella selezione degli uomini e delle donne da avviare alla politica. Il Movimento non deve essere vissuto come un trampolino di lancio e non basta l’aspirazione, la volontà, la determinazione di partecipazione, qui più che mai c’è bisogno di esperienza, meritocrazia, conoscenza, in poche parole non basta l’aver scelto, come spesso ho sentito dai militanti, “il meno peggio”.

Felice Casalino