Piano di Sorrento. Esplosione e fuoco su un motoscafo a Marina di Cassano. Cronaca e foto
Due ustionati e fuggi fuggi generale dagli stabilimenti balneari e dalla spiaggia
PIANO DI SORRENTO – Siamo in un orario pomeridiano di una domenica assolata quando all’improvviso si sente un boato sordo provenire dalla zona dove c’è la pompa di benzina del molo di sopraflutto della Marina di Cassano.
Sono le 15,45 ed è scoppiato il serbatoio di un motoscafo di circa otto metri che stava rifornendosi di benzina all’apposita pompa del porto carottese. Il natante istantaneamente è stato allontanato dalla banchina e girovagando nell’antistante specchio d’acqua è stato completamente avvolto dalle fiamme che sprigionavano un alto fumo nero dell’altezza di circa quindici metri ed un acre odore di plastica bruciata che è stato spinto dal vento verso la spiaggia. Sull’imbarcazione c’erano quattro occupanti, di cui due erano sul molo e gli altri – che sono rimasti ustionati – erano a bordo e si sono prontamente gettati in acqua raggiungendo la riva. Nel contempo sono state allertate con solerzia le forze dell’ordine che in massa si sono riversate in un batter d’occhio alla marina carottese. Ad intervenire sono state due auto della polizia di Sorrento (la civetta ed una volante) coordinate dal vice questore Antonio Vinciguerra, le due autobotti dei Vigili del Fuoco di Piano di Sorrento, due ambulanze del 118, la Polizia Municipale di Piano di Sorrento coordinata dal maresciallo Marco Porreca ed infine due auto dei Carabinieri, una della stazione di Piano di Sorrento del maresciallo Daniele De Marini e l’altra della stazione della compagnia di Sorrento comandata dal capitano Leonardo Colasuonno e dal maresciallo di stazione Nicola Mariniello ed anche la Capitaneria di Porto di Piano di Sorrento coordinata dal maresciallo Giovanni Sicignano. Contemporaneamente alle ambulanze sul luogo è anche arrivato il gommone dell’associazione di soccorso in mare “soccorso amico” che copre il tratto di mare tra massa e meta. La solerzia e la tempestività nel buttarsi in acqua ha fatto sì che i due uomini che erano sul natante ne uscissero ustionati ma senza danni più gravi e sono stati trasportati d’urgenza all’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Sorrento. Al momento dell’esplosione gli addetti dello stabilimento balneare Catarì e tutta la gente che era sull’omonima spiaggia è stata fatta allontanare perché si temeva non solo l’esplosione del motoscafo ma anche della pompa di benzina nonché degli altri natanti che erano ormeggiati nel porto carottese. Un certo panico ha pervaso molti bagnanti, tra cui intere famiglie con i bambini, che erano sui vari arenili e c’è stato subito una corsa per abbandonare la marina carottese. Senza perdere un attimo ci si è attivati con le manichette che erano sul posto, ma il lavoro di un certo rilievo è stato eseguito dalle due autobotti dei Vigili del Fuoco di Piano di Sorrento, anche se ‘vox clemens populi dicant’ che non ci sarebbe stata acqua negli appositi alloggi degli attacchi delle pompe dei VVF. Dopo che sono arrivate per prima le due auto della Polizia di Sorrento e le due ambulanze del 118, sono arrivati anche i carabinieri e quelli di Piano hanno accertato come è accaduto il fatto e stilato il loro rapporto. Mentre le cause saranno valutate dalla Capitaneria di Porto di Castellammare di Stabia coordinata dal Comandante di Fregata Savino Ricco, che è intervenuta a sua volta con la motovedetta SAR 858 che ha provveduto a dare man forte nello spegnimento dell’incendio del natante. Le cause che possono aver determinato l’istantanea esplosione possono essere varie, forse o l’accensione di una sigaretta o anche l’entrata dell’aria nel serbatoio o qualche altra causa. Pian piano l’intero motoscafo, che non doveva essere della zona sorrentina, che era stato avvolto sia a poppa che al centro dal fuoco, si è disintegrato in circa quaranta minuti, alla fine quel che è restato è stata solo la prua, che dovrebbe essere prelevata e portata con ogni probabilità nel porto di Castellammare di Stabia e sulla quale saranno fatti i dovuti accertamenti del caso dalla Capitaneria di Porto.
GIUSEPPE SPASIANO