Salvatore Cappiello de Il Montano, è lui il vero sindaco di Piano di Sorrento
Salvatore Cappiello de Il Montano, è lui il vero sindaco di Piano di Sorrento. Tutti lo conoscono, dalla penisola sorrentina come alla costiera amalfitana, “Tonino Cappiello” de Il Montano. La Giunta di Giovanni Ruggiero è senza deleghe, ma non importa, in effetti ha sempre deciso, e deciderà, lui. Mentre Pasquale Esposito ai Colli di Fontanelle di Sant’Agnello è l’ago della bilancia (ma anche a Massa Lubrense decidono le zone alte con Sant’Agata o a Vico Equense con Moiano, ndr) ecco che a “caruotto” decide lui, il “re” dei Colli di San Pietro, la zona al confine con Positano. Un articolo di Vincenzo Califano sul blog Politica in Penisola ne ricostruisce le gesta, con un solo vuoto, forse, le scorse elezioni, quando qualcosa di strano avvenne nei seggi, visto che Maurizio Gargiulo doveva vincere e i conti non tornarono… ma questa è un’altra storia. Oggi, a quanto pare, vittima sacrificale potrebbe essere proprio Vincenzo Iaccarino che avrebbe tutte le carte in regola per amministrare il paese, mentre la novità è l’esistenza di una opposizione di rottura, come Anna Iaccarino. Che la Giunta fosse ritardata, non per le “magnifiche sorti” e per un “rinnovamento” come dicono alcuni giornali, ma per tatticismi, per Positanonews è stato chiaro sin dall’inizio. Ma la disamina di Califano (fra l’altro giornalista di vecchia data ed esperto, nonchè anch’egli assessore con la Giunta Nastro) val la pena di essere ripresa.
PIANO DI SORRENTO – Da mesi le cronache locali dedicano ampio spazio all’ingresso in giunta di Salvatore Cappiello facendone il principale, se non l’unico argomento oggetto di dibattito e di confronto interno a una maggioranza oggettivamente in affanno rispetto alla mole di consensi che, due anni orsono, l’ha promossa al governo della città. Il gruppo degli amministratori in carica è di quelli super votati e perciò quasi tutti intoccabili, se le indicazioni degli elettori meritano rispetto. Ciascuno di questi Assessori supervotati, chi più chi meno, è stato fatto oggetto di valutazioni e in qualche caso anche di “aggressioni” soprattutto interne che mirano a scalzarne qualcuno dalla poltrona per disegnare così i nuovi scenari amministrativi in vista delle prossime elezioni… Una storia che si ripete da almeno 20 anni a questa parte e che è utile rievocare, soprattutto per aiutare i più diretti interessati a comprenderne le dinamiche e gli effetti.
Tra i supervotati delle ultime elezioni, ma lasciato fuori dall’esecutivo dal sindaco Ruggiero, almeno fino a oggi, c’è Salvatore Cappiello che, forte dei suoi 666 voti di preferenza, ambisce a entrare nella giunta con il titolo di vice sindaco, carica che gli spetterebbe per due motivi: per il consenso raccolto e perchè sono almeno vent’anni che si è cucito addosso il ruolo del deus ex machina dell’Amministrazione e della politica pianese, prerogativa ereditata dalla stagione democristiana dagli anni ’60-’90 e che risale alla scelta di candidare sindaco Geppino Russo nel 1997. Approfondendo questa stagione è possibile comprendere meglio il presente e soprattutto il futuro!
E’ da allora che i sindaci di Piano di Sorrento sono tutti “figli suoi” e questo conferisce a Cappiello un alone di potere col quale tutti, ma proprio tutti, sono stati costretti a fare i conti, almeno fino a oggi! Sarà così anche fra tre anni? La corsa alla successione si è aperta già all’indomani delle elezioni che hanno rieletto Ruggiero. I pretendenti questa volta sono diversi per cui Cappiello ha ricominciato a sfogliare la margherita! Con una differenza, però, rispetto al passato: tra gli aspiranti al trono questa volta c’è anche lui. Anzi, lui prima di qualsiasi altro e seppure mancano ancora tre anni alla chiamata alle urne, la costruzione della sua candidatura a sindaco è di fatto bella e partita.
La storia di ieri che oggi si ripete aspettando il 2016
Nel 1993, esattamente venti anni fa, si consumava la fine della balena bianca democristiana che nella Penisola Sorrentina aveva la sua roccaforte a Piano di Sorrento, cittadina che politicamente dominava l’intera Costiera con big del calibro dell’ex On. Raffaele Russo, Francesco Casa e Antonino Gargiulo insieme alla schiera di fedelissimi attivi in tutte le amministrazioni locali. Un potere che aveva cominciato a conoscere la crisi per la profonda spaccatura interna all’Amministrazione di Piano di Sorrento provocata da quel Geppino Russo che nel 1997 diventerà sindaco. Siamo in piena stagione di tangentopoli e il potere democristiano comincia a crollare sconvolto dalle inchieste e dagli arresti della Magistratura che rinchiude a Poggioreale, uno dopo l’altro, gli uomini simbolo di questa stagione. Il potere democristiano crolla a Piano di Sorrento nel 1993, quando una coalizione trasversale di destra-centro-sinistra vince le elezioni per un pugno di voti (meno di 100) e manda all’opposizione la DC che all’epoca era diretta da un giovanissimo Salvatore Cappiello nei panni di segretario del partito. Il ’93 celebra la vittoria elettorale diVincenzo Nastro, socialista e professore universitario, che manda all’opposizione i sopravvissuti della DC, fra i quali spiccano appunto Cappiello, Luigi Iaccarino, Gianni Iaccarino, Maurizio Gargiulo, Marilena Alberino tutti alla ricerca di una nuova identità e soprattutto di un ruolo nei palazzi dell’Amministrazione. L’eventualità che l’esperienza civica e trasversale di Nastro potesse ripetersi rappresentò lo spauracchio grazie al quale fu elaborata un’acuta controffensiva che non mancò di dare i frutti sperati.
E’ qui che entra in scena Cappiello, forte non solo di un’esperienza politica familiare, ma di un’intuizione spregiudicata che lo spinge a una manovra che si sarebbe rivelata vincente consacrandolo grande stratega della politica carottese. Cappiello propone infatti ai suoi di candidare sindaco Geppino Russo, cioè il braccio destro del sindaco uscente Nastro. Mossa azzeccata perchè ottiene di allontanare anche Vittorio d’Esposito (che candiderà il figlio Giancarlo) e Francesco Esposito da quella “santa alleanza” che era riuscita a battere la DC nel ’93 rimettendo di fatto in corsa i suoi eredi promossi a nucleo fondatore di una nuova stagione politica. La novità del ’97 fu rappresentata dall’esordio sulla scena amministrativa proprio di Giovanni Ruggiero, espressione di quell’associazionismo cattolico su cui ha fondato e fonda il proprio peso elettorale. L’elezione di Geppino Russo era scontata e riabilitò il drappello degli orfani dello scudo crociato che riuscirono a riposizionarsi sullo scacchiere politico in modo strategico trasformando di fatto il sindaco in un loro ostaggio. Al punto che proprio Russo in un momento di esasperazione politica si “autosospese da sindaco” per esaurimento conquistandosi la ribalta delle cronache nazionali per l’originalità della trovata. Ormai il gruppo si era rianimato in tutto e per tutto attraverso l’esercizio del potere e la costruzione della candidatura che li avrebbe riportati a comandare senza rivali!
Alla scadenza del mandato di Russo, lo stratega Cappiello (che già coltivava il sogno di lanciare Ruggiero) sapeva però che i tempi non erano ancora maturi per il “suo pupillo” e puntò su Luigi Iaccarino (vice sindaco uscente di Russo) nella memorabile sfida elettorale contro Antonio Elefante (all’epoca capo dell’Utc in aspettativa) che si concluse con la schiacciante vittoria di Iaccarino e con l’affermazione alla grande del gruppo di Cappiello che si aggiudicò le posizioni di testa tra gli eletti: Giovanni Ruggiero, Maurizio Gargiulo, Gianni Iaccarino, Marilena Alberino e Cappiello tanto per ricordare i nomi più forti e rappresentativi in chiave elettorale. L’amministrazione Iaccarino non brillò per tutta una serie di ragioni prevalentemente interne che indussero Cappiello a decretare in una memorabile riunione di gruppo di maggioranza (con tre anni di anticipo rispetto alla scadenza del mandato) che non ci sarebbe stato spazio per un Iaccarino-bis. Inizia così la costruzione della candidatura di Ruggiero a sindaco cui cercò di opporsi Maurizio Gargiulo
che vestì la casacca dello sfidante col sostegno di Gianni Iaccarino e Marilena Alberino in una sfida epica che si risolse di misura con il successo di Ruggiero la cui figura di sindaco ebbe una presa straordinaria sull’elettorato riuscendo a colmare la differenza dovuta anche alla maggiore debolezza della sua lista. Cappiello aveva centrato l’obiettivo e collocato ai vertici dell’Amministrazione il suo uomo, amico da sempre che si sarebbe rivelato un vero e proprio fenomeno del pensiero unico dominante nel Paese riuscendo a soffocare ogni altra voce diversa dalla sua. Con lui si affacciavano prepotentemente sulla scena amministrativa i due personaggi su cui oggi si sta consumando l’ennesima battaglia interna per la futura leadership: Vincenzo Iaccarino (che risultò primo degli eletti) e Pasquale D’Aniello.
Nonostante la straordinaria affermazione elettorale conseguita da Vincenzo Iaccarino, il sindaco gli preferì quale numero due Cappiello che divenne vicesindaco per 4 anni e mezzo. Iaccarino era a tutti gli effetti l’astro nascente della politica carottese, quindi un concorrente temibile sul quale presto si concentrò l’attenzione di Cappiello deciso a studiarne le mosse e a pedinarlo da vicino in quella che si presentava già da allora come una carriera politica in rapida ascesa attraverso la puntuale gestione di settori come la scuola, lo sport, la sanità che garantivano a Iaccarino una straordinaria popolarità e crescenti consensi nell’opinione pubblica! Approssimandosi la fine del primo giro di Ruggiero e temendo le avances che l’opposizione guidata da Gianni Iaccarino formulava all’indirizzo di Vincenzo Iaccarino (addirittura prospettandogli una candidatura a sindaco), Cappiello estrasse dal cilindro l’ennesima, straordinaria intuizione politica con l’obiettivo di blindare Iaccarino e di riflesso Ruggiero. Rinunciò per ragioni personali alla carica di vice sindaco facendo nominare al suo posto Vincenzo Iaccarino in modo da legarlo mani e piedi. Non contento e diffidando soprattutto di un possibile (umano) cedimento alle lusinghe prospettategli dall’omonimo Iaccarino (Gianni), alla vigilia delle elezioni Ruggiero fa una grande promessa a Vincenzo Iaccarino: a prescindere dall’esito delle elezioni (cioè dai voti di preferenza che avrebbe ottenuto) l’avrebbe nominato vice sindaco per tutto il mandato. Proposta accettata e quindi candidatura blindata.
All’opposizione di Ruggiero resta soltanto Gianni Iaccarino, perchè il suo gruppo, guidato dall’ex sfidante Maurizio Gargiulo col rinforzo di qualche nuova leva (Daniele Acampora) migra tutto nella lista di Ruggiero che si può permettere il lusso di sacrificare addirittura Marilena Alberino che, in extremis, non viene candidata per lasciare assoluto campo libero all’altro astro nascente della politica carottese al femminile: Rossella Russo! Così Gianni Iaccarino si rassegna a vestire i panni dello sfidante di Ruggiero in una partita elettorale assolutamente impari e senza storia, ma che gli permette però di restare sulla scena amministrativa (quantunque all’opposizione) con 4 nuove leve (di cui 2 donne) e forte di una solida capacità di negoziare anche sul lungo termine: pensando cioè all’amministrazione che verrà!
Una storia che a questo punto si ripete perchè Cappiello si trova oggi innanzi all’ennesima sfida e alle solite minacce! La sfida è rappresentata dall’esercizio di continuare a decidere chi sarà, fra tre anni, il nuovo sindaco di Piano di Sorrento visto che Ruggiero non può ricandidarsi per un terzo mandato; la minaccia è rappresentata dal fatto che i concorrenti in campo sono diversi e pure forti! Così prevedendo le future difficoltà Cappiello sta preparando il campo. Non da oggi, ma già prima delle ultime elezioni attraverso una precisa strategia, quella che più gli sarebbe tornata utile nel futuro: cioè oggi. L’obiettivo delle elezioni 2011 era quello di superare tutti gli altri candidati nel numero di voti di preferenza per risultare in assoluto il più votato e diventare quindi titolato a dettare le regole per quest’altra partita elettorale. Impresa riuscita, ma con l’aiuto determinante di Ruggiero e di una lunga schiera di fedelissimi che sono riusciti a farlo votare anche da un elettorato che con Cappiello ha scarsa familiarità e dimestichezza. Cappiello ottiene il record di preferenze diventando il primo degli eletti con un numero di voti – 666 – su cui addirittura si sbizzarrisce la fantasia di chi vi legge un richiamo al Nuovo Testamento. Cappiello riesce così a mettersi alle spalle Vincenzo Iaccarino che, diversamente, avrebbe conquistato senza problemi e con le sue sole forze il primo posto. Anche Pasquale D’Aniello dà luogo a una brillante performance elettorale collocandosi alle spalle di Iaccarino, al terzo posto.
In fase di avvio del Ruggiero-bis Cappiello si vede costretto a tenersi fuori dalla Giunta e fa scattare il piano B: quello di condurre gradualmente e inconsapevolmente in fuori gioco i concorrenti interni, attività posta in essere da subito con l’assegnazione di deleghe assolutamente improprie rispetto a interessi e competenze, per esempio, a Vincenzo Iaccarino che in questo modo non segna il passo riuscendo soltanto a prodursi nel settore sanità mettendo le gambe, e qualcosa in più, al progetto di Ospedale Unico della Penisola Sorrentina. Argomento utilizzato in campagna elettorale dagli avversari e anche dagli stessi colleghi di Iaccarino, per ridimensionarne la presa sugli elettori e per delegittimarlo ai loro occhi al punto da impedirgli financo di parlare nel comizio conclusivo della campagna elettorale quando invece Iaccarino avrebbe voluto replicare alle accuse e alle prese in giro di cui era stato fatto oggetto. E invece non ne ebbe l’opportunità. Cappiello ha continuato a coltivare un sogno mai dichiarato: quello di immortalare sulla lapide marmorea che campeggia nella sala del consiglio comunale il proprio cognome tra quello dei sindaci di Piano di Sorrento, unico esponente dei Colli a conseguire questo obiettivo. In questo modo sa di rendere onore alla memoria del padre Antonino che pure ha scritto pagine e pagine della storia DC e delle Amministrazioni a Piano di Sorrento, restando però sempre lontano dalla consacrazione sindacale. Ciò nonostante abbia svolto con autorevolezza quel ruolo politico (oltre che amministrativo) che Salvatore sin da ragazzo aveva quotidianamente appreso in famiglia, parlando di politica, gestendo le periodiche crisi del sistema democristiano e dei suoi uomini di punta dell’epoca, imparando a commerciare per ereditare la tradizionale impresa familiare oltre a mantenere saldo il controllo elettorale sulla frazione collinare.
Oggi c’è poco da scoprire del personaggio: le sue tecniche, le sue maliziei suoi trucchi sono conosciuti e collaudati, così come l’estrema disinvoltura con la quale riesce a smentire quello che veramente pensa o a dichiarare il contrario di quello che realmente vuole. Ultimo esempio in tal senso l’ha fornito allorquando ha annunciato alla stampa di non aver più intenzione di ricandidarsi al termine dell’attuale legislatura per cui l’eventuale nomina a vice sindaco avrebbe assunto il significato di una specie di riconoscimento alla carriera! Forse però non si aspettava la reazione di chi, prendendolo alla lettera, gli ha fatto presente che se non intendeva più ricandidarsi, non avrebbe dovuto avere alcun interesse a farsi nominare vice sindaco! Da qui nasce la decisione del congelamento delle deleghe che ha praticamente finito con l’immobilizzare gli Assessori lasciando anche il tempo a Ruggiero di tentare di giocarsi qualche partita elettorale in chiave sovraccomunale. Intanto Cappiello ha continuato a sovrintendere al Palazzo e in particolare al settore tecnico dove non ha rivali forte anche dell’antico e saldo legame con Graziano Maresca capo dell’Utc. Così si sono indebolite le posizioni di qualcuno, su altre invece si è preferito lasciar correre per far decantare qualche clamore suscitato dall’offensiva dell’opposizione.
A far spazio, in un modo o nell’altro, al gruppo che dovrà sostenerne l’ascesa elettorale troviamo Maurizio Gargiulo che lascia la giunta in favore di Daniele Acampora in ossequio a un patto d’alternanza deciso prima delle elezioni con Piergiorgio Sagristani annoverandosi Gargiulo e Acampora in quota UdC. Restano altre due caselle da liberare per lasciar posto a Cappiello (assessore e vice sindaco) e in un secondo momento ad Alberto Maggio che, mantenendosi in posizione defilata, sta lavorando per la prospettiva. Ciliegina sulla torta per Cappiello è stato il recupero alla sua casa e causa di Gianni Iaccarino (ormai senza altra prospettiva all’opposizione dove la matricola Anna Iaccarino sta praticamente costruendo un polo alternativo) a sostegno della sua candidatura a sindaco.