A Cava de´ Tirreni al Marte il 26 luglio la lecture magistralis dell´arch. Walter Nicolino

22 luglio 2013 | 16:14
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A Cava de´ Tirreni al Marte il 26 luglio la lecture magistralis dell´arch. Walter Nicolino

Venerdì 26 luglio, alle ore 19:30 presso la Mediateca MARTE di Cava de’ Tirreni (Sa), l’arch. Walter Nicolino terrà la lecture magistralis dal titolo “Augmented visions / Responsive spaces”, un viaggio culturale che, attraversando gli studi progettuali a diverse scale condotti tra la sede torinese e il centro ricerca di Boston, mette in luce una attitudine nell’indagare e nel dar forma alle interazioni tra le persone, gli oggetti e gli spazi, al fine di fornire possibili risposte alle nuove istanze poste dalla rivoluzione digitale.

Il programma prevede i saluti istituzionali del sindaco Marco Galdi e l’introduzione dell’arch. Amleto Picerno, promotore del Mediterranean FabLab di Cava de’ Tirreni e tutor della Summer School digitalMed, il laboratorio progettuale che da quattro anni a questa parte, indaga temi, pratiche e tecniche dell’attuale panorama architettonico internazionale.

È la smart city al centro della IV edizione di Summer School Digitalmed 2013, che si svolge a Salerno dal 22 al 28 luglio con l’obiettivo di creare un sistema di relazioni e di interazioni continue tra la città, le persone e l’ambiente in cui queste si rapportano in un continuo scambio di informazioni.

Ad esprimere la critic ai prototipi di progetto che emergeranno dal workshop digitalMed, sarà proprio Walter Nicolino, architetto di spicco del panorama italiano, coinvolto in numerosi progetti di ricerca al Senseable City Lab del MIT di Boston, insieme all’arch. Carlo Ratti con cui è fondatore e socio dello studio torinese CARLORATTIASSOCIATI.

Il 26 luglio lo space 1.0 del MARTE si fa, dunque, arena d’avanguardia per un interessante dibattito durante il quale, a proposito della Summer School digitalMed, si ragionerà anche sul modo in cui le tecnologie digitali influenzano l’architettura.

«Da qualche tempo a questa parte possiamo scegliere se orientarci alla perfezione tramite navigatori GPS o perderci come sognanti flâneur metropolitani; possiamo associare in un batter d’occhio infiniti layers di dati a un luogo, oppure contemplarne in silenzio il paesaggio; possiamo anticipare la realtà con sofisticate rappresentazioni virtuali, oppure esercitarci in giocose autocostruzioni partecipate.

Possiamo avere l’una e l’altra cosa: non si tratta di una scelta tra il mondo reale e quello virtuale, come predetto da parte della letteratura agli albori dell’era digitale, ma si tratta di capire come il nostro ambiente costruito e gli spazi in cui viviamo stiano imparando a parlare un nuovo linguaggio e ad interagire in modo sempre maggiore con le persone – afferma Walter Nicolino che parafrasando Le Corbusier “La civilisation digitale cherche et trouvera son expression architecturale”, sottolinea l’importanza di integrare le nuove tecnologie e radici locali senza perdere la visione e la dimensione umana della città: All’architettura è richiesta una revisione dei propri strumenti per creare spazi flessibili, inclusivi, in grado di adattarsi ai nuovi modi di vivere e lavorare e di rispondere in modo interattivo alle nostre esigenze».

Magrina Di Mauro