30/8/13 Siria: Usa, sara´ intervento limitato

30 agosto 2013 | 03:16
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30/8/13 Siria: Usa, sara´ intervento limitato

30/8/13 Siria: Usa, sara’ intervento limitato

29 agosto, 23:44

Non passa al voto del parlamento la mozione del governo britannico a sostegno di un eventuale intervento in Siria.

L’eventuale risposta americana all’uso di armi chimiche in Siria sarebbe ”molto discreta e limitata”. Lo afferma il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, respingendo qualsiasi paragone con l’Iraq. Il presidente americano Barack Obama ha detto nelle ultime ore di non volere un nuovo Iraq.

Le prove della responsabilita’ del regime di Assad nell’uso di armi chimiche ”sono sotto i nostri occhi”. Lo ha detto il premier britannico David Cameron presentando in parlamento la mozione sulla Siria. La situazione ”e’ differente rispetto all’Iraq”, ha poi aggiunto Cameron presentando in parlamento la mozione del governo sulla Siria, riconoscendo il peso sull’opinione pubblica di quanto avvenne in Iraq. Mentre Il leader dell’opposizione britannica, il laburista Ed Miliban prendendo la parola ai Comuni dove si dibatte la mozione del governo sulla Siria ha sottolineato: ”Non escludo la possibilita’ di un intervento, ma bisogna essere consapevoli delle conseguenze”.

Intanto la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande sono d’accordo sul fatto che serve una “reazione” all’attacco con armi chimiche in Siria, definito “una violazione del diritto internazionale” che “non puo’ rimanere” senza risposta. Lo ha reso noto il portavoce di Angela Merkel. 

Usciremo “vincitori” da questo “storico scontro”: E’ invece il monito delpresidente Bashar al Assad, citato stamani dal quotidiano libanese al Akhbar vicino al movimento sciita Hezbollah, che combatte in Siria a fianco delle forze lealiste. “Dall’inizio della crisi sapete bene che aspettiamo il momento in cui il nostro vero nemico sporga la testa in casa nostra…”, ha detto il presidente siriano ai suoi comandanti, secondo la ricostruzione di al Akhbar. “So che il vostro morale è alto e che siete pronti a contenere ogni aggressione e a proteggere la patria. Vi chiedo però di passare questo morale ai vostri sottoposti e ai cittadini siriani. Perché questo è uno scontro storico dal quale ne usciremo vincitori”, ha concluso Assad.

“Prendiamo atto che abbiamo posizioni diverse. Non sulla condanna, tanto meno sull’orrore e sull’indignazione, ma c’è un apprezzamento diverso sul che fare, su quale ambito legale agire” ha detto il ministro degli Esteri, Emma Bonino, al termine di un incontro al Quai d’Orsay con l’omologo Laurent Fabius. 

In caso di un attacco in Siria “Israele brucerà“. La minaccia, riportata da Press Tv arriva dal vice capo di stato maggiore dell’esercito, il generale Masoud Jazayeri. Che aggiunge: L’eventuale azione “di Usa e Gran Bretagna contro la nazione siriana innocente è in realtà un’operazione sionista”.

Non si è fatta attendere la risposta di Israele con il presidente Shimon Peres che afferma: ”Israele non e’ coinvolto nella guerra civile siriana, ma se provano a colpirci risponderemo a piena forza” .  Poi aggiunge: “Israele ha un forte, innovativo e potente esercito e un sistema di difesa come mai prima. I rapporti su un attacco contro di noi sono tesi a creare panico”.

Netto Enrico Letta: “Se le Nazioni Unite non ci sono, l’Italia non parteciperà”, ma la condanna dell’Italia ai crimini del regime di Assad è ferma e la risposta della comunità internazionale deve essere “netta”.

Intanto la fregata antiaerea francese Chevalier Paul, una delle più avanzate in dotazione all’esercito transalpino, ha lasciato stamattina il porto di Tolone per raggiungere la flotta internazionale schierata in prossimità delle coste siriane, che comprende ”quattro fregate lanciamissili della Us navy e un certo numero di sottomarini nucleari americani e britannici”. Mentre sei aerei da caccia della Raf sono stati dispiegati a Cipro “come misura precauzionale” per proteggere gli interessi britannici nella regione.

Per Obama, c’è il  governo siriano dietro l’attacco con armi chimiche della scorsa settimana. E’ la conclusione a cui sono giunti gli Stati Uniti anche alla luce del fatto che l’opposizione non e’ in grado di portare avanti un attacco simile a quello del 21 agosto scorso. Il presidente non ha ancora preso una decisione su una possibile risposta da parte degli Stati Uniti. Le consultazioni con gli alleati – spiega Obama in un’intervista trasmessa dalla tv Pbs – proseguono e ”ho ricevuto le opzioni militari e informative dall’ intelligence”. E il confronto e’ anche con il Congresso: alcuni funzionari della Casa Bianca aggiorneranno i leader di Senato e Camera oggi (giovedì) sulla situazione in Siria. Obama comunque rassicura: ”Non vogliamo un nuovo un altro Iraq. In Siria possiamo usare un approccio che non ci faccia ripiombare in un lungo conflitto”, indicando cosi’ come una risposta americana sarebbe ”limitata”. E precisa: ”Gli Stati Uniti non hanno alcun interesse a entrare nella guerra civile siriana”. In ogni caso ”dobbiamo evitare in ogni modo che armi chimiche possano essere usate contro di noi”. ”Abbiamo guardato tutte le prove” e ”concluso” che e’ stato il governo siriano a portare avanti l’attacco. Gli Stati Uniti – aggiunge Obama – devono inviare al regime di Bashar el Assad un ”messaggio forte sul fatto che e’ meglio che non ripeta” un incidente come quello del 21 agosto scorso. ”C’e’ una ragione, perche’ c’e’ una legge internazionale che vieta le armi chimiche” aggiunge Obama, precisando che a fronte di un’infrazione della norma ci devono essere ”conseguenze internazionali”. Usare armi chimiche ”su larga scala contro la propria gente, contro donne e bambini” non significa ”solo violare una legge internazionale e gli standard di decenza, ma significa anche creare una situazione che ha effetti sugli interessi nazionali americani”.

E c’è anche un nuovo appello del Papa Francesco che con il re di Giordania, ricevuto in Vaticano per un colloquio privato, hanno riservato “speciale attenzione alla tragica situazione in cui versa la Siria”, “è stato riaffermato che la via del dialogo e della negoziazione fra tutti i componenti della società siriana, con il sostegno della comunità internazionale, è l’unica opzione per porre fine al conflitto”.

ANSA 29 agosto, 23:44

Inserito da Alberto Del Grosso il 30 agosto alle 03:25