Berlusconi: Grasso: Colle ha bloccato deriva
D’Alema: ‘Lasci seggio, faccia leader come Grillo’
15 agosto, 14:31
Dopo che Napolitano ha detto che valuterebbe una eventuale richiesta di grazia a Berlusconi, l’avvocato del Cavaliere Piero Longo ha fatto sapere che la richiesta sarà presentata. I falchi del Pdl sono insorti (per loro la richiesta sarebbe un’ammissione di colpevolezza) e Longo ha dovuto smentire. Ma l’altro avvocato del Cavaliere, Franco Coppi, ha detto che la grazia è un’ipotesi, anche se non c’è nulla di deciso. Oggi in tutta Italia voleranno aerei con striscioni pro-Berlusconi.
Grasso: Napolitano ha bloccato deriva,ora riforme – ”La lunga nota di Napolitano mette fine a un dibattito che, tra ipotesi impraticabili e minacce di impeachment, stava prendendo una deriva inutile e pericolosa”. Ne è convinto il presidente del Senato Piero Grasso che in un’intervista alla Stampa sottolinea come ora ”la necessità delle riforme” non sia ”negoziabile”. ”È il momento di dare una nuova forma al nostro Stato – spiega Grasso – con coraggio, determinazione e intelligenza”. Tra le priorità individua quella della legge elettorale: ”Il cosiddetto ‘porcellum’ è uno dei motivi di scollamento tra la politica e gli elettori”. Nessuna ipotesi sul dopo riforma: ”Nel nostro Paese uno dei passatempi più praticati, dopo il fantacalcio, è la fantapolitica – aggiunge il presidente del Senato – Se non fosse una situazione così drammatica sarebbe quasi divertente assistere al balletto delle date sulle prossime elezioni. Ognuno guarda la sua agenda e sulla base dei propri impegni e dei propri interessi propone un fine settimana a piacere. Non scherziamo: l’unico che può sciogliere le camere è il presidente Napolitano”. ”È un equilibrio delicato, ma tutti siamo chiamati alla responsabilità in questo momento”. A settembre per Grasso il governo dovrà confrontarsi in primis con l’economia, ”per agganciare il treno della ripresa”, mentre invita a non sottovalutare l’allarme per il rischio di tensioni sociali: ”non possiamo avere una generazione intera disoccupata o precaria”, ”è ovvio che questa situazione porterà a un conflitto forte, se non diamo al più presto segnali e risposte soddisfacenti”. Altro fronte caldo quello dell’immigrazione: ”l’Europa non può attendere oltre per immaginare una seria politica d’integrazione. L’altro punto è l’urgenza di un serio intervento della comunità internazionale per risolvere i problemi nei Paesi da cui così tante persone fuggono”
Ferrara: non si dimetterà mai, leader da casa – ”Mi farei cacciare. Proclamerei la mia innocenza, la mia condizione di vittima della giustizia, ma non mi dimetterei certo da senatore. E credo che Berlusconi non si dimetterà, battendosi fino in fondo in giunta al Senato”. È quello che farebbe Giuliano Ferrara, intervistato da Repubblica, nei panni dell’ex premier. ”Le sentenze si possono criticare però poi si applicano – aggiunge il direttore del Foglio -. Berlusconi deve farsi alcuni mesi di domiciliari o servizi sociali o quel che sarà. L’agibilità consisterà nella possibilità di Berlusconi di offrire un’altra immagine di leadership: lui è prigioniero di una giustizia che è riuscito a incastrarlo? Bene, ne rigetta la sostanza criticando la sentenza, ma ovviamente la subisce e la applica. Dimostrando tutta l’anomalia di questa situazione alla quale è stato costretto e da lì continuare a parlare agli italiani di tasse, di crescita, di governo: esercitare la leadership insomma. Nei limiti di un’agibilità, diciamo così, minorata”. ”Mi farebbe piacere per lui se arrivasse (la grazia, ndr), perché gli sono amico, lo riterrei un atto di giustizia, di riparazione, ma non è quella la strada. È un’altra, lo ripeto: quella dell’espiazione pur paradossale della pena continuando a far politica, a sostenere il governo”. Sull’eventuale ingresso in politica di Marina Berlusconi, Ferrara non è convinto delle ”smentite ufficiali” della figlia dell’ex premier: ”altrimenti non capirei certe sue interviste, la sua partecipazione al dramma paterno. Tuttavia Marina funziona se si vota a ottobre, non dopo, non tra due anni. In politica conta l’effetto sorpresa”
Gasparri, per il Colle è leader incontrastato – ”Dobbiamo partire da un’affermazione importantissima di Napolitano che mi ha particolarmente colpito”, ”lì dove scrive che Berlusconi è il ‘leader incontrastato’ di un partito che ha un largo seguito nel Paese”. Lo dice al Corriere della Sera Maurizio Gasparri, vicepresidente Pdl al Senato, per il quale le parole di Napolitano implicano ”la necessità per Berlusconi di avere una piena agibilità politica, cioè la possibilità di essere non solo il leader sostanziale del Pdl, ma anche quello formale, a tutto tondo, a trecentosessanta gradi”. ”Questo vuol dire – prosegue – che deve essere candidabile e non decaduto. Ma a quest’ultimo aspetto ci penserà la giunta del Senato, a partire dal 9 settembre. Quanto all’incandidabilità in questi giorni, i tecnici, gli avvocati, devono studiare bene la cosa, quale sia il percorso tecnico per ottenere il risultato politico: se sia la richiesta di grazia, o di commutazione della pena, di quella principale o di quelle accessorie. Ma non ci si sottopone a nessun percorso se non si ottiene la completa agibilità politica”. Gasparri invita insomma a guardare il bicchiere ”mezzo pieno”. Il presidente Napolitano, aggiunge, ”oltre al riconoscimento della leadership di Berlusconi, in realtà, ha ripreso molti dei nostri punti di vista. Ha sottolineato la necessità della riforma della giustizia, e ha parlato della criticabilità delle sentenze”.
D’Alema;lasci seggio, faccia leader come Grillo – ”Se fossi Berlusconi scioglierei l’enigma dimettendomi da parlamentare. Magari negoziando forme alternative per scontare la pena che siano compatibili con l’esercizio di un ruolo politico”. Il consiglio all’ex premier arriva da Massimo D’Alema, che in un’intervista al Messaggero invita Berlusconi a lasciare il seggio: ”Si può svolgere un ruolo politico anche fuori dal Parlamento”, dice, come Beppe Grillo che ”è il leader indiscusso del suo movimento”. Per l’esponente del Partito democratico ”la nota del capo dello Stato marca una netta separazione tra il destino di Berlusconi e quello del governo”. ”Il Presidente – precisa – si è espresso in modo rispettoso per la condizione particolare di un condannato in via definitiva che, tuttavia, mantiene un ruolo politico primario essendo il leader di un’importante forza politica. E ciò comporta un rispetto innanzitutto verso i suoi elettori. Però nei limiti della legge, senza forzature, senza stravolgimenti, senza invenzioni paradossali come quella di un salvacondotto”. Anche il centrodestra ”dovrebbe porsi il problema della leadership, altrimenti dedicherà il suo futuro a tentare di risolvere i problemi giudiziari di Berlusconi”. Per D’Alema il governo Letta non cadrà, ma a patto ”che emerga un accordo serio e incisivo di riforma costituzionale ed elettorale” e che si riducano le tasse su impresa e lavoro. Sull’Imu invece ”chi può pagare la tassa, deve pagarla. Io mi iscrivo tra quelli che vogliono farlo”. Sul fronte del Pd sarebbe invece ”un grave errore” se Renzi si candidasse a fare il segretario: ”Se lui punta alla segreteria come trampolino per andare a palazzo Chigi – dice – credo che debba considerare che non si voterà prima del 2015. Dunque, se farà il segretario, dovrà fare il segretario, non il candidato alla premiership”.
ANSA 15 agosto, 14:31
Inserito da Alberto Del Grosso