Egitto: Apertura da Fratelli Musulmani

13 agosto 2013 | 19:52
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Egitto: Apertura da Fratelli Musulmani

Egitto: Apertura da Fratelli Musulmani

Incidenti al Cairo tra sostenitori e oppositori di Morsi. La polizia ha usato i gas lacrimogeni

13 agosto, 16:57

IL CAIRO  – I Fratelli Musulmani sono pronti a partecipare a colloqui sulla crisi politica in Egitto, a patto che siano condotti nei giusti termini. Lo ha detto all’agenzia di stampa Reuters il loro portavoce Gehad El-Haddad.

I colloqui, ha detto El-Haddad, devono basarsi sul ”ripristino della legittimità costituzionale”. Il portavoce ha anche aggiunto che i Fratelli Musulmani non sono disposti ad accettare la mediazione del gran imam di al-Azhar, Ahmed el-Tayeb, visto che ha dato il suo appoggio all’esercito contro il presidente Mohamed Morsi (ora agli arresti), ma che vi sono stati contatti con altre autorità di al-Azhar. Quest’ultima è la più importante istituzione teologica musulmana sunnita.

Scontri sono scoppiati al Cairo tra sostenitori e oppositori del deposto presidente Morsi con la polizia che e’ intervenuta usando gas lacrimogeni.Gli scontri sono scoppiati nel centro del Cairo quando i sostenitori del presidente Morsi sono stati attaccati – riferisce un reporter – mentre marciavano verso il Ministero dell’Interno, dai sostenitori del nuovo governo militare che hanno iniziato a tirare sassi e bottiglie dalle finestre e dai balconi. La polizia è intervenuta, lanciando gas lacrimogeni contro i i manifestanti pro-Morsi.

Nuovo appello a manifestare dei pro-Morsi, contro il prolungamento della detenzione del loro leader Mohamed Morsi, decisa ieri dalla giustizia. “Porteremo un milione di persone nelle strade”, è la promessa degli organizzatori.

jihadisti Sinai, per ebrei no sicurezza ne’ turismo – “Eilat e altre citta’ israeliane non avranno sicurezza ne’ turismo o crescita economica”: e’ la minaccia del gruppo jihadista majlis shoura el moudjahedin de beit el makdes” attivo in Sinai. Stamani ha rivendicato il lancio di un razzo sull’aeroporto della citta’ resort di Eilat.

Ministro esteri, non vogliamo bagno di sangue – Se i dimostranti pro-Morsi “non saranno violenti risolveremo la situazione senza significative vittime”: lo ha detto all’ANSA il ministro degli Esteri egiziano, Nabil Fahmi, confermando così l’intenzione del governo di sgomberare i sit-in ma senza bagni di sangue. “La situazione non è più sostenibile, agiremo nel rispetto della legge”.
La comunita’ internazionale deve avere fiducia nel nuovo governo egiziano, che sapra’ “ripristinate l’ordine e rilanciare l’economia”: lo ha detto in una intervista all’ANSA il ministro degli Esteri egiziano.

Occorre “salvaguardare la sicurezza e proteggere la vita dei cittadini e dei residenti” che abitano nei pressi delle piazze dove si concentrano i pro-Morsi, ha detto Fahmi. La crisi ha un impatto forte all’estero, e su alcuni settori strategici come il turismo: “Molti italiani continuano a venire, dobbiamo accrescere il senso di sicurezza anche in quelle regioni, come il Mar Rosso, dove tutto e’ sotto controllo e le notizie che rimbalzano fanno inutilmente preoccupare”, ha aggiunto il ministro.

Appello pro-Morsi a militari, non attaccate
– L’Alleanza dei sostenitori del deposto presidente egiziano Mohamed Morsi fa appello a militari e polizia: “Non attaccate i nostri pacifici fratelli”, si legge in un comunicato, mentre cortei sono in corso al Cairo. I manifestanti pro-Morsi hanno inoltre chiesto l’autorizzazione per dimostrare, venerdì, in piazza Tahrir e davanti al palazzo presidenziale.


dell’inviato Claudio Accogli

E’ scaduto l’ultimatum: fonti militari del governo e della sicurezza assicurano che restano poche ore, poi le piazze del Cairo presidiate dai Fratelli musulmani saranno sgomberate. ”Vuole dire usare mezzi militari anche pesanti, e il rischio di un bagno di sangue è chiaro”, è l’allarme lanciato dal ministro degli Esteri, Emma Bonino. ”La situazione è quella di una attesa molto nervosa”, ha sintetizzato la responsabile della Farnesina, fotografando l’atmosfera che si respira soprattutto nella megalopoli.

Come osservato la notte scorse, le misure di sicurezza nella capitale sono state rafforzate, con agenti e militari che presidiano in forze e bene armati le strade di accesso ai simboli della rivolta. Per il blitz contro i dimostranti sarebbero stati mobilitati in migliaia. In segno di sfida dopo il nuovo annuncio sull’imminenza di un’azione di forza, i pro-Morsi hanno manifestato nella capitale, affluendo a Rabaa e Nahda, e andando a ingrossare le fila della crescente moltitudine assiepata negli accampamenti, che continuano a estendersi verso il limite delle barricate in particolare a Rabaa, la più affollata. E proprio a Rabaa la notte scorsa un blackout elettrico di circa un’ora ha scatenato le preoccupazioni dei pro-Morsi pronti a dover subire il più volte annunciato sgombero.

”Siamo in stato di emergenza”, è il messaggio rilanciato nella notte sui social-network. Dopo circa un’ora è tornata l’elettricità, si è trattato solo di un guasto, hanno spiegato le autorità. In questo quadro, la possibilità che si apra una concreta via al dialogo ”è legato a un filo”, ha detto ancora il ministro Bonino: ”La nostra presenza continua, ma per ora non ho motivo di credere che un qualche compromesso sia stato trovato”.

Lontano dalla capitale, nel governatorato di Beni Suef, una disputa banale si è tramutata in scontri violenti tra ultraconservatori musulmani e cristiani copti: almeno 15 feriti il bilancio, l’ingresso di una chiesa dato alle fiamme, così come una decina di case. E’ invece una vera e propria ”guerra al terrorismo” la campagna militare lanciata dall’esercito in Nord Sinai, dove in 48 ore sono stati uccisi almeno 10 ”miliziani integralisti”. 

ANSA 13 agosto, 16:57

Inserito da Alberto Del Grosso