Egitto: elicotteri fanno strage. Letta: subito iniziativa Ue

17 agosto 2013 | 10:36
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Egitto: elicotteri fanno strage. Letta: subito iniziativa Ue

Egitto: elicotteri fanno strage. Letta: subito iniziativa Ue

80 morti in piazza Ramses al Cairo, altri 40 ad Alessandria. Oltre mille arresti tra i pro-Morsi

17 agosto, 10:34

La polizia egiziana ha arrestato nella giornata di ieri 1.004 presunti sostenitori dei Fratelli musulmani, in una nuova giornata di sanguinarie violenze tra manifestanti e forze dell’ordine. Lo ha annunciato oggi il ministero dell’Interno egiziano. Degli oltre mille arresti tra i pro-Morsi, 558 sono stati effettuati al Cairo. Oggi la Fratellanza torna in piazza, mentre gli anti-Morsi hanno annunciato una settimana di proteste.

dell’inviato Claudio Accogli

Sangue, sangue e ancora sangue: l’Egitto è sprofondato nell’abisso, i moniti e le condanne della comunità internazionale sono caduti nel vuoto. Nel venerdi’ di preghiera dopo le stragi di Rabaa e Nahda, con un bilancio ufficiale di oltre 600 morti destinato inesorabilmente ad aumentare, i sostenitori del deposto presidente Mohamed Morsi sono tornati nelle strade per il ”giorno della collera”. E la rabbia si è trasformata in furiosa battaglia, dopo le immagini trasmesse a ripetizione dalle tv panarabe, che hanno mostrato i cecchini mercoledì a Rabaa che sparano sui soccorritori mentre raccolgono i feriti, su giovani ragazze inermi e lontane dagli scontri e dalle barricate. La moschea di Rabaa è stata praticamente distrutta dalle fiamme, un atto ”imperdonabile” per i musulmani.

“Gli assassini verranno giustiziati”, hanno gridato in migliaia oggi in tutto il Paese, con la guida dei Fratelli musulmani, Mohamed el Badie, che ha invitato i confratelli a “resistere, fino alla vittoria”. Alle prime ore del pomeriggio, così come avevano minacciato, le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco sui manifestanti: i primi a cadere sono stati i sostenitori di Morsi a Ismailiya, poi a Tanta, Arish, Fayyoum, fino al Cairo, dove si registra il bilancio più drammatico. I militari hanno sparato sulla folla radunata a piazza Ramses, che si staglia a un paio di chilometri da Tahrir, il luogo simbolo della rivolta contro Mubarak e Morsi, presidiata da 14 carri armati leggeri e decine di blindati della polizia. I dimostranti hanno reagito con il lancio di pietre, poi hanno attaccato e dato alle fiamme un commissariato.

Alla fine della giornata sono almeno 42 i morti secondo fonti della sicurezza, 80 secondo i Fratelli musulmani, solo nella battaglia di Ramses. Gli elicotteri militari hanno sorvolato costantemente la piazza, anche a bassa quota: ”Ci hanno sparato dagli elicotteri”, recitano alcune testimonianze non confermate. Altri dimostranti sono stati uccisi a Zamalek, nel cuore della capitale, dove gli anti-Morsi hanno attaccato le barricate dei Fratelli musulmani sul ponte 15 maggio, costringendo la folla a calarsi dal cavalcavia: diversi quelli che non ci sono riusciti, cadendo nel vuoto. Morti, almeno 10, anche a ridosso di Garden City, a poca distanza dalle ambasciate americana e britannica, dove sono riecheggiati distintamente i colpi delle mitragliatrici. Mentre ad Alessandria i carri armati hanno aperto il fuoco lasciando sul terreno almeno 40 manifestanti. Sull’altro fronte, le vittime da ieri nelle fila delle forze di sicurezza sono 24. A loro vanno aggiunti i 43 agenti uccisi mercoledì. “Stiamo combattendo un complotto terroristico dei Fratelli musulmani”, ha tuonato il governo provvisorio, invitando la popolazione a stare lontana dal centro, dove verrà ripristinato l’ordine, è l’ultimatum dei militari.

E il governo potrebbe promulgare nelle prossime ore la legge marziale in tutto l’Egitto dopo l’escalation di violenze nel Paese, ha riferito all’ANSA un alto responsabile dei servizi di sicurezza. L’instaurazione delle legge marziale equivarrebbe a una dichiarazione di stato di guerra. Fallite le prime mediazioni, l’Europa cerca di far fronte comune per fermare il bagno di sangue. Frenetiche le consultazioni telefoniche oggi tra i leader di Francia, Italia, Germania e Gran Bretagna, con il premier Enrico Letta che ha esortato a mettere in campo “subito un’iniziativa per l’immediata cessazione di ogni repressione e violenza”. Si va verso una riunione straordinaria dei ministri degli Esteri dei 28 la prossima settimana a Bruxelles, dove lunedì e’ già fissato un incontro tra gli ambasciatori dei Paesi membri. Intanto e’ grande la preoccupazione anche sul Mar Rosso e nelle altre località turistiche, con manifestazioni nel centro di Hurgada.

La Farnesina, assieme ad altri Paesi europei, ha sconsigliato i viaggi in tutto il Paese. E cresce l’angoscia anche nella comunità cristiana, bersagliata dalla rabbia degli islamici, con oltre 40 chiese in tutto il Paese razziate e date alle fiamme. L’Egitto e’ sull’orlo di una guerra civile dagli esiti imprevedibili per il Paese e per tutta la regione. E gli anti-Morsi hanno annunciato da domani una settimana di nuove proteste.

ANSA 17 agosto, 10:34

Inserito da Alberto Del Grosso