IL DIRETTORE DI SCENA, LE INISPENSABILI QUALITA’ E LE SUE FUNZIONI.

8 agosto 2013 | 19:11
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IL DIRETTORE DI SCENA, LE INISPENSABILI QUALITA’ E LE SUE FUNZIONI.

IL DIRETTORE DI SCENA, LE INISPENSABILI QUALITA’ E LE SUE FUNZIONI.

In diversi spettacoli anche importanti, è assente il direttore di scena. Eppure Questa figura, ignorata da alcuni organizzatori e registi, è una figura molto importante di uno spettacolo.

Il direttore di scena, caratterialmente, dovrà essere persona intelligente, rispettosa, precisa, avere prontezza di riflessi, senso estetico ed essere risoluto a farsi rispettare e far rispettare il copione del lavoro che sta andando in scena.

Egli è il responsabile dell’ allestimento dello spettacolo e conosce a fondo tutti i ruoli tecnici della compagnia (luci, audio, scena, ingresso e uscite degli attori). E’ il punto di riferimento per tutto il personale e per i tecnici che lavorano ad uno spettacolo (sia esso teatrale, concerto, danza o opera lirica), collabora a stretto contatto con il regista, mantiene i rapporti con direzione artistica e direzione di produzione del teatro e spesso coordina anche l’attività dei collaboratori di palcoscenico, di sala e alle luci.

È responsabile del regolamento di palcoscenico, nonché referente per tecnici e personale impiegato nell’allestimento di un lavoro teatrale. Egli può a sua discrezione e responsabilità modificare, secondo le esigenze, parte dello spettacolo originale, mantenendo il più possibile l’atmosfera voluta dal regista.

E’ colui che solitamente dà il “chi è di scena” agli attori, ovvero li avvisa del tempo che resta prima della loro entrata in scena.

E’ un lavoro complesso che implica numerose competenze, dalla conoscenza dell’allestimento di uno spettacolo dal vivo a 360gradi a tutte le sue regole e le fasi realizzative  del lavoro svolto da tutti i reparti, sia artistici che tecnici.

Egli ha l’opportunità di misurarsi con realtà completamente diverse; ciò è emozionante e molto costruttivo.” Un Direttore di Palcoscenico dev’essere autorevole per il grado che ricopre senza eccedere nella severità, abusare del proprio potere, deve avere un carattere forte ma amabile e saper controllare la misura del tutto.

Questo ruolo offre spesso occasioni di visitare posti e teatri nuovi.
I giovani sono indubbiamente nuova linfa, hanno dalla loro l’avvento di nuove tecnologie lavorative che stimolano ad impegnarsi in maniera diversa, ciò aiuta ambedue le generazioni a dare sempre di più a questa bella professione. Per le donne non credo ci sia alcuna differenza, si possono creare delle difficoltà nel momento in cui si presenta l’esigenza di sollevare manualmente oggetti pesanti, ma è un lavoro d’équipe.

Stare nelle quinte è una prova continua con sé stessi e con gli altri e l’intuito ha un ruolo di rilievo.
Dell’ambiente teatrale non si accetta l’ipocrisia; il teatro non è l’unico posto dove vige l’ambiguità, però si rende più evidente. Fra i doveri e diritti fondamentali e imprescindibili: il rispetto comune, verso tutte le persone che costituiscono la Compagnia o  il Cast e ciò, deve portare positivamente al fine ultimo per cui si lavora: la   realizzazione dello  spettacolo

Sull’infallibilità è bene non contare, ma l’impegno, certamente può ridurre al minimo i rischi.

Il teatro dev’essere una comunione che ha come fine comune, quello di portare al pubblico  un prodotto di ottima qualità. Una quinta che crolla, un oggetto che sparisce, un fondale che non cala, i possibili ‘vuoti di scena’ e piccoli o grandi problemi che insorgano, si deve cercare di risolverli senza creare incidenti di percorso.

Io ho un direttore di scena giovane che mi sarebbe difficile sostituire; perché in relazione al rispetto reciproco che ha saputo creare  con il cast e la simbiosi che si è generata tra noi, nei rispettivi ruoli, lui  di  direttore di scena ed io di regista, benché ci dividano due generazioni, l’hanno reso quasi insostituibile.  Egli è l’uomo che lavora all’ombra delle quinte, il pubblico non lo vede, ma è una delle travi portanti dei miei spettacoli.

Esistono corsi specifici per diventare direttore di scena, ma conta molto l’esperienza sul campo, sempreché, la “malattia di palcoscenico” e l’attitudine, la si hanno  nel DNA, ma se queste non le si hanno, anche le migliori scuole non potranno mai creare un capace: “ signorina Rossi, si prepari, tra due minuti è di scena”.

Alberto Del Grosso

Giornalista Garante del Lettore

Del giornale Positano News