Napoli, Carolina c´è. Un segnale dalla rianimazione Il suo cervellNo «parla», il bimbo sta bene
Napoli, Carolina c’è. Un segnale dalla rianimazione
Il suo cervellNo «parla», il bimbo sta bene
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di Chiara Graziani
Napoli. Un segnale. Piccolissimo. Il primo dalla sera in cui la follia di un vicino frustrato, nevrotico ed armato di pistola l’ha trascinata ai confini della morte con il suo bambino in grembo. Carolina Sepe, 25 anni, c’è. Ha fatto un piccolissimo passo indietro dal territorio di mezzo abitato in solitudine dai pazienti di una rianimazione. Il suo cervello ancora «parla» e i medici della rianimazione del Cardarelli hanno visto il primo, timidissimo segnale che in quel corpo di mamma al terzo mese di gravidanza c’è l’intenzione di non arrendersi.
C’è, infatti, una riduzione dell’edema devastante inflittole a pistolettate. Piccolissima. Inattesa. Appena registrata. Carolina, alle soglie della morte, dunque combatte per quel figlio che forse non vedrà e non la conoscerà. Lui, cuoricino che corre in fretta come in ogni piccolo al terzo mese di sviluppo, si è presentato sullo schermo dell’ecografia: vitale, formato. E si torna a pensare che il traguardo di vederlo nascere, lontanissimo, non sia impossibile.
Il proiettile di Domenico Aschettino, 40 anni, ha fatto uno scempio in quella testa. Il neurochirurgo Michele Carandente che ha operato Carolina Sepe non ha potuto che liberare il cervello da quello che lo comprimeva. Poi è iniziata l’osservazione dell’edema. Un’attesa che ha ora dato un piccolissimo frutto di speranza.
Fonte:ilmattino.it venerdì 30 agosto 2013 – 20:41 Ultimo aggiornamento: 21:30
Inserito da Alberto Del Grosso alle 04:35 del 31 Agosto 13