Napolitano:´Fiducia anche se futuro dubbio´. Letta: ´Non ho intenzione di vivacchiare´

28 settembre 2013 | 13:15
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Napolitano:´Fiducia anche se futuro dubbio´. Letta: ´Non ho intenzione di vivacchiare´

Napolitano:’Fiducia anche se futuro dubbio’. Letta: ‘Non ho intenzione di vivacchiare’

Capo dello Stato da Napoli: ‘No a campagne elettorali a getto continuo, abbiamo bisogno di un Parlamento che lavori’. A Poggioreale: ‘Valutare indulto e amnistia’

28 settembre, 13:08

Napolitano: ‘Futuro incerto ma avere fiducia’ – Le Quattro Giornate di Napoli ”ci debbono dare convinta fiducia in quel che di qui può ancora venire – nelle critiche circostante attuali e nell’incerto prospettarsi del futuro – alla causa comune dell’Italia e dell’Europa”. Così il capo dello Stato Giorgio Napolitano, oggi a Napoli. “Non abbiamo bisogno di campagne elettorali a getto continuo – ha detto durante la visita nel carcere di Poggioreale – ma di un Parlamento che discuta e lavori e non che ogni tanto si sciolga”.

Schifani: ‘Aumento Iva gravissima responsabilità Letta’ – Letta chieda la fiducia “lunedì, dopo un dibattito tra Camera e Senato: vi è il tempo per farlo, per realizzare questo percorso. E immediatamente dopo, se dovesse ottenere la fiducia, bisogna adottare immediatamente il provvedimento per il blocco dell’Iva”. Così il capogruppo Pdl Renato Schifani a SkyTg24. “Il presidente del Consiglio – ha proseguito – si è assunto la gravissima responsabilità di non deliberare su provvedimenti economici” per “evitare l’aumento dell’Iva. Il provvedimento era pronto, non è stato adottato per motivazioni politiche”, spiega. Lo stop alla manovrina è stato “un gesto forte” e se Enrico Letta “subordina queste scelte a un voto di fiducia, a un chiarimento, lo faccia subito, prima di martedì, altrimenti le responsabilità dell’aumento dell’Iva non saranno del Pdl”, sottolinea Renato Schifani. “Mi auguro che prevalga la volontà di accelerare la verifica, gli italiani non possono attendere tempi inutili – afferma il capogruppo del Pdl – Il provvedimento non è stato adottato per motivazioni politiche: quando succede questo, la politica ha i suoi doveri”.

Monti: ‘Governo deve continuare, ma su basi diverse’ –”Siamo convinti che l’esperienza di governo della larga coalizione, del governo presieduto da Letta possa e debba continuare. Ma sulla base di atteggiamenti molto, molto diversi, più responsabili”: lo ha detto l’ex premier Mario Monti parlando ad una convention di Scelta Civica nel Bresciano.

Asse Letta-Colle, chiarimento e subito fiducia a Camere – Stanare Berlusconi e il Pdl, metterli di fronte alle proprie responsabilità facendo emergere tutte le contraddizioni di una mossa politica carica di ambiguità. Questo attraverso due passaggi-chiave: chiarimento immediato nel Cdm di questa sera e fiducia delle Camere già all’inizio della prossima settimana, tra lunedì o, più probabilmente, martedì. Il tutto con la benedizione e il sostegno del Colle, suggellata nell’incontro di un’ora e mezzo al Quirinale. Ma, al di là delle buone intenzioni, sono subito volati gli stracci nel consiglio dei ministri notturno dove i nodi Iva-giustizia sono subito arrivati al pettine. Con Angelino Alfano che ha addossato al Pd la colpa della crisi (a causa del congresso e per l’antiberlusconismo, ha attaccato). Il vicepremier ha quindi alzato la voce contro qualsiasi ipotesi di aumento delle tasse per coprire il rinvio dell’aumento Iva (‘così non ci stiamo’) e ha rilanciato il chiarimento anche sulla giustizia (‘per non tirare a campare’). Ne è nato uno scontro con Dario Franceschini che ha scandito: nessun baratto tra la durata del governo e cedimenti sulle regole.

Nessun cedimento anche da parte di Enrico Letta rientrato ricaricato e battagliero nella capitale dopo il tormentato tour americano, e con granitica determinazione ha affrontato il suo venerdì di passione. Con una missione precisa, procedere ad un immediato chiarimento politico con il Pdl, da blindare con una rinnovata fiducia del Parlamento (possibilmente con il voto su una mozione che metta in sicurezza il governo). E un monito, per ora sottotraccia, sulla tenuta di una ventina di berluscones al Senato che potrebbero addirittura votare la fiducia al governo. Una parlamentarizzazione della ‘strana-crisi’, quindi, con un chiarimento a 360 gradi, ”senza se e senza ma” – ha spiegato Enrico Letta ai leader incontrati nel pomeriggio nel frenetico viavai a Palazzo Chigi.

Il premier prima di salire al Colle, che gli ha riconfermato la sua fiducia con l’incoraggiamento a procedere nella sua ‘operazione verità’, ha visto Dario Franceschini, Angelino Alfano, Guglielmo e Epifani e, a sorpresa, anche Gianni Letta. Rovente anche la linea telefonica del palazzo (tra gli altri Letta ha sentito Mario Monti). Un giro di contatti volti a preparare quel chiarimento ”risolutivo”, invocato anche dal segretario del Pd Epifani, e quindi avviato già stasera nella riunione del consiglio dei ministri. Riunione preceduta dalla ‘war room’ dei ministri del Pd che con Dario Franceschini hanno convenuto su un punto inderogabile: senza un chiarimento vero e definitivo non sa va avanti e quindi si intona il requiem per questa esperienza di governo. Altrettanto ruvida la risposta dei colleghi del Pdl. I ministri pidiellini hanno fatto sapere che nel chiarimento politico deve esserci anche il caso-giustizia (leggi condanna-Berlusconi) altrimenti non se ne fa niente e ”non si va da nessuna parte”. Continua dunque la prova di forza il cui esito non è affatto scontato. Sia chiaro, però – è la linea del premier Letta, che questa volta per Berlusconi e i suoi si tratta di un ”prendere o lasciare, perché i problemi del paese sono tanti e urgenti e non si può andare avanti in un clima di tensione continua”.

Ergo: stop con il logoramento e basta Vietnam, altrimenti si chiude bottega. In questo quadro anche Angelino Alfano si è speso molto, con una spola continua tra palazzo Chigi e via del Plebiscito dove Berlusconi ha riunito per ore e ore i suoi per poi lasciare Roma alla volta di Milano. Nervosismo e preoccupazione hanno avvolto anche il Colle. Giorgio Napolitano ha ribadito il suo no all’anomalia del voto anticipato (‘una prassi tutta italiana’, ha detto da Milano) e ha sferzato la malapolitica, quella che – ha denunciato – ha ‘smarrito ogni nozione del confronto civile’, gettando alle ortiche anche il ‘rispetto istituzionale e personale’. Un rimprovero erga omnes che però è stato letto come bacchettata soprattutto a quanti nel Pdl lo hanno attaccato anche in modo pesante, come ha fatto Daniela Santanche’ (che oggi ha rincarato dicendosi ‘molto pentita’ di averlo votato) ma anche Sandro Bondi ormai arruolato tra i falchi più aggressivi. E che oggi gli ha mandato a dire che deve prendere atto una volta per tutte, della fine del governo e della legislatura. Destinatario, certo, anche Grillo che lo ha invitato a fare le valigie perché ”ha perso la partita”.

Pressing imprese su governo, crisi ora danno gravissimo – Nel momento di massima allerta torna a ricompattarsi il fronte imprenditoriale per mettere sotto pressione Governo e forze politiche. ”Una crisi di governo ora sarebbe un gravissimo danno per l’Italia e rischierebbe di far ripiombare il nostro Paese in una spirale negativa, con conseguenze pesanti per imprese e famiglie” affermano all’unisono Confindustria, Abi, Rete Imprese Italia, le cooperative riunite nell’Alleanza e le imprese assicurative dell’Ania. In una nota congiunta danno voce a una ”grande preoccupazione per i rischi che si profilano sulla stabilità di Governo, che resta la prima e più importante condizione per agganciare la ripresa, rilanciare la crescita e non vanificare i primi segnali positivi che si intravedono”.

Rincara la dose Giorgio Squinzi, numero uno di Confindustria: “Con tutti i sacrifici che hanno fatto gli italiani in questi ultimi due-tre anni in termini di tasse e altro, oggi mettere a repentaglio tutto mi sembra folle” ha detto parlando a Cesena. Le sorti sempre più in bilico del governo Letta dopo l’ennesima giornata politica convulsa, fanno superare al mondo produttivo recenti frizioni. Dopo aver marciato in ordine sparso sulle ultime partite rilevanti, a cominciare dallo ‘strappo’ di Confindustria-sindacati sul ‘patto di Genova’, il fronte imprenditoriale ritrova nell’emergenza la sua compattezza per richiamare le forze politiche alla responsabilità, ricordando i duri sacrifici cui è stato chiamato il paese negli anni bui della crisi.

Confindustria, le Pmi di Rete Imprese, le aziende assicurative e bancarie, le cooperative dell’Alleanza, hanno preso carta e penna per ribadire ”con forza la necessità che il Governo sia in condizioni di assicurare compiti e funzioni fondamentali legati al varo imminente del disegno di legge di stabilità e agli altri provvedimenti necessari per valorizzare le potenzialità di ripresa e assicurare la tenuta dei conti pubblici”. 

ANSA  28 settembre, 13:08

Inserito da Alberto Del Grosso