ATRANI. PER LA MORTE DELLO CHEF ABATE UDIENZA 5 FEBBRAIO PER 11 INDAGATI
Sono passati ben quattro anni dalla tragedia che, il 2 gennaio 2010, colpì il centro della Costiera amalfitana. Quel maledetto giorno il distacco di massi e fango dal costone roccioso, al confine tra Amalfi e Atrani, provocò la morte dello chef 44enne Carmine Abate di Tramonti, che lavorava presso il ristorante “Zaccaria”. Il 5 febbraio si terrà l’udienza preliminare. Per quella tragedia sono indagati in undici: il proprietario del costone roccioso Andrea Barbato, i gestori del ristorante Annamaria Staiano e Zaccaria Pinto, tecnici e funzionari dell’Anas, del Consorzio di bacino Destra Sele e i tecnici del raggruppamento di imprese che ebbe l’incarico di redigere il piano stralcio per l’assetto idrogeologico di quell’area. Per tutti il sostituto procuratore Giovanni Paternoster ha chiesto che sia aperto un processo con l’accusa di concorso in omicidio, in quanto a vario titolo avrebbero omesso le attività di prevenzione che secondo il magistrato avrebbero potuto salvare la vita di Abate. La richiesta di rinvio a giudizio doveva essere discussa ieri mattina nell’udienza preliminare, davanti al giudice Sergio De Luca. Per la seconda volta, però, l’appuntamento è saltato per la mancata notifica a uno dei difensori e la discussione è slittata a febbraio. Per quella data il giudice ha deciso che si arriverà anche all’emissione della pronuncia, dedicando al caso l’intera giornata, con la richiesta del pubblico ministero, le repliche dei difensori e infine la decisione tra archiviazioni e rinvii a giudizio. Uno degli imputati, il proprietario del costone roccioso da cui si staccò la mole di pietre e fango che travolse il ristorante, avrebbe già deciso di chiedere il giudizio abbreviato, definendo il procedimento allo stato degli atti senza andare al dibattimento. Anche su questo si deciderà a febbraio, a più di quattro anni dal crollo avvenuto il 2 gennaio del 2010. Erano le 10 del mattino quando Carmine Abate fu seppellito dai detriti. Era in cucina a preparare i piatti per il pranzo quando si verificò il cedimento. Secondo il magistrato di quel crollo c’erano già state avvisaglie, ma nessuno di chi poteva sarebbe intervenuto in tempo. (c.d.m.) Atrani morte di uno chef