Massa Lubrense e l´Annunziata. L´intervento di Donato Iaccarino

5 ottobre 2013 | 18:55
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Massa Lubrense e l´Annunziata. L´intervento di Donato Iaccarino

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del presidente Donato Iaccarino relativa alle vicissitudini del Complesso dell’Annunziata. Siamo al suo fianco in questa battaglia e presto lo raggiungeremo per una intervista video.

SONO I MASSESSI CHE MERITANO RISPETTO

Cari Massesi,

Sono rimasto allibito nel leggere le giustificazioni addotte dai frati minimi a riguardo della triste vicenda del Conservatorio Ave Gratia Plena dell’Annunziata. Il “livore e la disinformazione” si evince solo dalle loro parole, come dimostra il tono arrogante utilizzato. Probabilmente è solo un modo per schermare e sviare la vera essenza della questione che, si badi bene, non riguarda l’IPAB o un singolo altro soggetto: si sta cercando di togliere qualcosa ai fanciulli ed all’intera comunità massese, ai quali per volere di Marco Cangiano, fondatore del Conservatorio,  è destinato il bene. Sono i Massesi a meritare rispetto!

I monaci dell’ordine dei minimi continuano a giocare sulle ambiguità – vendita, proprietà, fitto – e ripetendo a più riprese che loro sono i legittimi proprietari solo perché presentarono un assegno, che giustamente fu rifiutato dall’IPAB, di due milioni e settecentomila delle vecchie lire (circa € 1400).

Una cifra irrisoria per un bene che appartiene al popolo massese, non all’IPAB, e che reclamano in virtù di un contratto che non hanno mai rispettato, non paghi di aver già ricevuto in dono (£ 1000) sempre dai massesi l’altrettanto grosso complesso di S. Francesco. Vale a dire che vogliono in loro possesso due immensi complessi, centinaia di stanze e locali, per tenerci un solo monaco (sic) e nemmeno fisso.

Vorrei che fossero loro a spiegare ai Massesi, non a me che conosco bene la questione, quali opere ed attività di assistenza e beneficenza hanno realizzato nei cinquant’anni durante i quali hanno usufruito e goduto del complesso dell’Annunziata.

Tuttavia voglio ancora una volta fornire notizie e porre dei quesiti per le vostre valutazioni!

– il contratto di enfiteusi sottoscritto tra l’IPAB ed i frati minimi nel 1958 prevedeva che essi facessero attività di assistenza e beneficenza in favore dei fanciulli e giovani massesi, inoltre dovevano istituire una scuola media ed ospitare gratuitamente dieci ragazzi massesi. Quali sono state le attività  intraprese nel corso di questi cinquant’anni?

– La stessa delibera dell’IPAB per l’affidamento in enfiteusi del Conservatorio fu bocciata dalla Prefettura e approvata successivamente solo dopo che essi confermarono in modo inconfutabile gli impegni di assistenza e beneficenza da parte dell’ordinein favore dei massesi. Quegli impegni sono stati rispettati?

– I lavori di restauro del complesso dell’Annunziata furono eseguiti dal 1958 al 1962 con denaro pubblico avvalendosi, attraverso l’IPAB, di una legge dello Stato sui danni di guerra. Voi lo sapevate?

– I lavori, o meglio le “devastazioni”, furono eseguiti in totale spregio del vincolo che gravava sullo storico immobile, addirittura abbattendo (per loro stessa ammissione) l’intera ala lato mare. Che fine ha fatto l’antico chiostro?

– Quali autorizzazioni ebbero dalla Soprintendenza per eseguire quelle demolizioni?

– Dove sono gli arredi sacri della chiesa, alcuni dei quali di inestimabile valore?

– Da alcuni anni il complesso è chiuso ed i monaci non vi esercitano nemmeno le attività previste dal loro ordine. Secondo voi è giusto?

– Anzi vorrebbero lucrarci cedendo in fitto oneroso a terzi il complesso del Conservatorio. E’ giusto?

– La storica chiesa (antica Cattedrale della città di Massa Lubrense), che dovrebbe essere aperta al culto, è sbarrata e non permettono l’accesso a nessuno. E’ giusto?

– La Parrocchia dell’ex Cattedrale si mostrò interessata a svolgere presso il Conservatorio attività sociale e religiosa con una lettera inviata per conoscenza anche al Sindaco. I monaci hanno mai risposto? Se lo hanno fatto in che modo?

Inoltre i titoli che reclamano in loro possesso debbono ritenersi provvisori, essendo in corso ancora dei giudizi: loro non hanno rispettato i termini del contratto e quindi esso è da ritenersi nullo.

Infine anche volendo ipotizzare che quanto esposto sia frutto della fantasia mia e del popolo massese, vero proprietario del bene, e volendo postulare che ai monaci spetti veramente il diritto di riscattarlo, la legge dice che il computo della cifra del riscatto deve fare riferimento al valore di mercato dell’immobile, ossia parecchi milioni di euro!

Non credo che tutto questo sia giusto e che la vicenda vada nella direzione della carità cristiana come ripetutamente affermato da Papa Francesco!

Comunque i frati minimi sono ancora in tempo a rimediare con un’azione conforme ad un ordine religioso,  restituendo ai Massesi, legittimi proprietari del bene, ciò che gli spetta!

Invito il popolo massese a mobilitarsi per reclamare i propri diritti. Confido comunque nella giustizia che in serenità valuterà la questione.

Donato Iaccarino