OTTIMA JUVENTUS CONTRO UN GRANDE REAL , ALLO STADIUM LA GARA TERMINA 2-2
Una Juve che surclassa il Real per grande parte del primo tempo grazie ad un gioco di squadra eccelso. E una Juve di cuore e nervi che riprende la partita quando ormai sembrava sfuggita di mano, sfiorando anche la vittoria. È un pari, da pari a pari contro il colosso costruito per la Decima. Ma quel po’ di amaro che resta in bocca, perché resta, si sente un po’ meno pensando al ko del Galatasaray. Conte sceglie Asamoah terzino, fuori Ogbonna. Davanti Marchisio nel tridente con Tevez e Llorente. Real con Bale-Benzema-Ronaldo davanti, Pepe-Varane coppia centrale e Sergio Ramos spostato a destra. L’urlo dello Stadium assordante, come i fischi che subissano il Real arancione: Pogba prova la fucilata dopo cinque minuti, a lato. E al 10′ il diagonale Ronaldo, dopo aver disorientato un avversario, gela lo stadio. Palla a centimetri dal palo. Tevez cade in area, Webb lascia giustamente correre; Bale si libera di Cáceres e di destro scarica rasoterra, Buffon la tiene giù. E intanto arriva la notizia del gol del Copenaghen.Al 17′ Casillas salva il Real: esterno velenoso di Pogba, Pepe anticipa Llorente con un destro goffo verso la sua porta e solo un doppio riflesso del portiere sul tiro e sul tentativo di ribattuta di Marchisio salva lo 0-0. Occasionissima. Juve compatta, il Real è palla a quei tre davanti e vediamo che succede con Ancelotti che inverte di nuovo . Ronaldo duella in velocità con Barzagli, il difensore lo sbalza via di forza e il tuffo del portoghese è patetico come quello del Bernabeu. Ma stavolta c’è Webb, non c’è Grafe: al ‘piscinero’ non resta che rialzarsi. Vidal e Pirlo provano il tiro, senza fortuna. Bella azionedella Juve al 28′: Vidal recupera palla sul lato della sua difesa, giravolta tra tre avversari e apertura per Pogba, Tevez vola sulla sinistra e crossa perfetto per Marchisio che schiaccia sicuro. Ma c’è la gamba di Casillas, tanto provvidenziale per gli spagnoli quanto amara per il pubblico, e anche per qualcun altro, che grida al gol invano. Juve dominante davanti, in mezzo e dietro, a ritmi non umani. Manca solo il gol. Bale ci prova dal limite, tentativo estemporaneo, e arriva anche il primo giallo, Modric. Ancora Casillas mostra tutti i suoi riflessi sul destro di Vidal dai 25 metri deviato: anche se sulle uscite non è sicuro, è a lui che si aggrappa il Real. Ma il gol arriva, il triangolo Pogba-Tevez-Pogba che mette la gazzella nera in piena area e furbo il tocco che allontana il pallone e l’attesa di Varane in scivolata che lo falcia: qualche istante lungo un’eternità, poi Webb decide, calcio di rigore. A deciderlo, sempre lui: Re Arturo Vidal, che piazza sotto la traversa tutta la grinta e la rabbia della sua garra sudamericana. La Juve, meritatamente, è in vantaggio. Ma siccome spesso, dopo tanto costruire, i bianconeri di quest’anno si fanno recuperare in maniera inversamente proporzionale alla fatica per segnare, anche stavolta i minuti finali fanno tremare: due falli di Pirlo, che viene ammonito, un pallone vagante in area e un altro più preciso di Marcelo al centro: Benzema e Ronaldo ci arrivano insieme, la palla va in curva e le squadre negli spogliatoi. Cáceres recupera su un Cristiano Ronaldo lanciatissimo sulla trequarti, applausi che si mutano un minuto dopo in un silenzio surreale. L’uruguagio, stretto dal pressing sulla fascia, non trova altro di meglio che un passaggio suicida verso il centro della difesa: Ronaldo sporca, Benzema controlla e chiude il triangolo per il più facile dei gol regalati. 1-1, tutto da rifare e morale sotto i tacchetti per i bianconeri, con il Real che sentitamente ringrazia e approfitta del blackout avversario: Xabi Alonso dal limite dell’area fa tremare la traversa, Juve alle corde. Fiammata d’orgoglio della Juventus, che parte sempre da uno scambio Tevez-Pogba: il francese si beve Varane e mette forte al centro, tap in di Marchisio respinto da Casillas, palla ancora al centrocampista e tiro sul primo palo che Pepe respinge sulla linea. Sembra la sveglia che vorrebbe Conte, è la premessa a un’altra dormita che costa carissima: Ronaldo serve Bale che entra in area e finta di andare sul destro, Asamoah ci casca e il sinistro del gallese non perdona Buffon. In un quarto d’ora il mondo si capovolge. Ma Conte non ci sta, oramai quasi senza fiato: manca ancora mezz’ora, un’eternità. E ha ragione Conte, perché la Juve torna a giocare, di nervi e di geometrie, e in tre minuti torna a galla dall’abisso: il cross è di Cáceres, fino a quel momento completamente disorientato, la testa è di Llorente che si impone di forza contro la marcatura di Varane e incrocia perfettamente, con Casillas che può solo toccare. Dopo il pari bianconero , Benzema di destro sfiora il tris. Ancelotti cambia: fuori Xabi Alonso, dentro Illaramendi. E fuori anche Bale e Benzema per l’ultimo quarto d’ora a Di Maria e Jese Rodriguez, mentre Conte fa scaldare tutti ma non sostituisce nessuno fino all’82’, con Quagliarella a rilevare Tevez, poco prima pericoloso con una botta forte ma centrale. E subito il numero 27 si coordina in un fazzoletto di sinistro, impegnando Casillas. Spiccioli anche per Giovinco per un Llorente sempre più amato dallo Stadium. E dai due nuovi entrati arriva la combinazione per l’ultimo tentativo che Quaglia spara pulito addosso a Casillas. Il colpaccio non riesce, almeno a Torino, ma la notizia più bella arriva dalla Danimarca: il Copenaghen stende il Galatasaray e fa saltare tutti i calcoli: ora è la Juve, se batterà i danesi, a potersi presentare a Istanbul con due risultati su tre.