MARINA D´AEQUA. PER NON DIMENTICARE

10 dicembre 2013 | 11:44
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MARINA D´AEQUA. PER NON DIMENTICARE

Come ogni anno si rinnova l’appuntamento intorno all’altare del Signore per ricordare i marinai scomparsi trentadue anni orsono a seguito dell’affondamento del “Marina d’Aequa”.

L’intero equipaggio, trenta persone, la maggior parte della penisola sorrentina, perì con la propria nave.

Nonostante gli anni trascorsi è sempre vivo in me il ricordo ed il susseguirsi degli eventi di quel tragico martedì.

Certo, la tecnologia non era quella dei giorno nostri, le notizie non si captavano in tempo reale: ero in servizio nella sala controllo propulsione Apparato motore su una nave proveniente da Malta per Reggio Calabria quando il collega in servizio in plancia di comando mi comunicò che la nave Theodore Fontane aveva ricevuto alle 14.43 la richiesta di soccorso da parte del Maria D’Aequa e che aveva invertito la rotta per accorrere in aiuto.

Da quel momento un susseguirsi di contatti, l’immedesimarsi nella situazione, vivere le stesse angosce , un pensiero alla famiglia…. Ed intanto la nostra navigazione continuava pur se in mare agitato, ma consapevoli che nulla era in realtà paragonabile a quello che vivevano i nostri colleghi più sfortunati.

Arrivammo in porto alle 22.30 con mezz’ora di ritardo rispetto alla tabella di marcia a causa del mare mosso: la tragedia dei nostri fratelli del mare si era già conclusa alle ore 17.55.

Rabbia, sgomento, commozione era in ognuno di noi. Ricordo che l’equipaggio, ultimate le operazioni commerciali, si raccolse autonomamente in silenzio nel  saloncino passeggeri ormai vuoto, gli occhi vitrei, incapaci di profferir parola, finanche di pregare.

Poi finalmente lo sfogo liberatorio, ognuno conosceva e ricordava qualcuno, chi ricordava un parente, chi ricordava un amico o un semplice conoscente.

Ogni anno ho voluto ricordare per mai dimenticare ed anche per indurre chi legge a meditare. E, ricordare quest’anno in questo modo mi costa particolare sacrificio.

Rivivo ogni attimo, ritorna in me la stessa rabbia, la rabbia dell’impotenza, la rabbia d’essere stato più fortunato, la stessa commozione, lo stesso sgomento d’allora…., anch’io avevo un amico, un conoscente …..,abitava accanto a me.

Quel senso di unione, di partecipazione vera, sincera dell’equipaggio della mia nave d’allora sono certo, per la presunzione che ho di conoscere almeno un po’ il mondo marittimo, vuole riproporre la celebrazione della S. Messa alle ore 16.30 di domenica 29 Dicembre 2013 nella Chiesa di S. Giuseppe in S. Agnello.

Un atto di preghiera, un atto di comunione con gli scomparsi, ma anche la visibilità di essere un tutt’uno : autorità civili, militari e religiose, Associazioni marinare, congiunti dei dispersi in mare e cittadini.

Mi è sempre apparsa come in filmato sbiadito la visione di trenta persone abbracciate l’un l’altra con lo sguardo verso il cielo ed il pensiero ai propri cari, i corpi   calare negli abissi ma immediatamente sollevarsi leggeri verso la luce.

Purtroppo le tragedie del mare sembrano non avere mi fine: come non ricordare  gli ultimi avvenimenti riguardanti la Concordia e le oltre trecento bare di Lampedusa?

Riuniamoci tutti in preghiera per le anime di tutti i periti nelle sciagure del mare e con una invocazione al Signore perché illumini la mente degli operatori del mare nella promozione ed attuazione di tutto quanto occorre per scongiurare simili lutti. 

Tutti uniti anche per essere un esempio di concretezza per i giovani sempre più incerti e, bombardati dai media, sempre più spesso attratti da falsi idoli.

Cap.D.M. Vincenzo ASTARITA

Presidente Associazione Professionale Capitani Marittimi