RIUNIRE CIO’ CH’E’ SPARSO di SERGIO ZAZZERA

8 dicembre 2013 | 17:03
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RIUNIRE CIO’ CH’E’ SPARSO di SERGIO ZAZZERA
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RIUNIRE CIO’ CH’E’ SPARSO di SERGIO ZAZZERA
RIUNIRE CIO’ CH’E’ SPARSO di SERGIO ZAZZERA

RIUNIRE CIO’ CH’E’ SPARSO di SERGIO ZAZZERA

L’articolo che segue a firma del magistrato e giornalista Sergio Zazzera è apparso su “Il brigante” del 6 Dicembre  2013. Nel ringraziare l’autore e la Redazione de “Il brigante”, lo riprendiamo anche per i nostri lettori.

Alberto Del  Grosso

RIUNIRE CIÒ CH’È SPARSO» – CAPITOLO N° 17
Sergio Zazzera

Dopo un lungo periodo di “sosta”, riprendo con piacere la consuetudine di manifestare “a voce alta” alcuni miei pensieri.

Oggi che si parla tanto di redistribuzione della ricchezza, come ricetta per risanare l’economia nazionale, credo che non si dovrebbe perdere di vista l’opportunità, più volte da tanti suggerita, di consentire il recupero, anche soltanto parziale, di talune spese per l’acquisto di beni o di servizi, mediante detrazione nella dichiarazione IRPEF. L’effetto che ne conseguirebbe, infatti, sarebbe quello di trasferire ricchezza dai percettori di reddito variabile a quelli di reddito fisso, sia pure in maniera indiretta, nel senso di distribuire fra i medesimi l’onere tributario in ragione dell’effettiva percezione di reddito da parte di ciascuno di

La decadenza di Silvio Berlusconi dalla carica di senatore, accertata dal Senato ai sensi della cosiddetta “legge Severino”, mi fa ricordare – non so perché (o magari lo so) – La décadence, canzone a sfondo erotico degli anni 70 di Serge Gainsbourg (nella prima foto)

Ho la sensazione che la scissione determinatasi in seno alla destra, in conseguenza dell’evento qui sopra ricordato, sia stata destinata esclusivamente al recupero dei voti degli scontenti della politicadel Governo e, rispettivamente, dell’“antigoverno”; poi, passata la tempesta, si ritornerà tutti insieme. Un po’ come il lupo e l’agnello del noto cartone animato di Hanna & Barbera (nella seconda foto).

Dopo avere vietato l’installazione di decorazioni natalizie luminose in piazza Plebiscito, il soprintendente b.a.p.p.s.a.e. ha imposto anche il divieto di potenziamento dell’illuminazione serale della piazza, che deve rimanere – testualmente – affidata «alla luna e alle stelle». Stando così le cose, sarà il caso di domandarsi se non sia il caso di recuperare dai depositi di quella medesima Soprintendenza i famosi teschi di Rebecca Horn (nella terza foto) e ricollocarli su quella piazza, per potenziarne l’aspetto sostanzialmente “cimiteriale”.

La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della legge elettorale, nota con la significativa denominazione di “porcellum”, nella parte in cui essa prevede l’attribuzione illimitata di un premio di maggioranza e in quella in cui non consente la manifestazione di preferenze per candidati della lista prescelta da ciascun elettore. Da ciò si vorrebbe – e da più parti – far discendere l’illegalità del Parlamento in carica, del Governo anch’esso in carica, del Presidente della Repubblica eletto da quel Parlamento e dei senatori a vita da lui nominati, nonché degli stessi giudici costituzionali di nomina parlamentare e presidenziale, insediatisi dopo l’ultima tornata elettorale. Se ragionassimo con quello stesso cervello, dovremmo sostenere anche l’illegalità di tutte le leggi emanate dal Parlamento oggi in carica e di quelle emanate da quello precedente, eletto anch’esso con le modalità dettate da quella stessa legge. Ma, così ragionando, non ci accorgeremmo che l’articolo 136 della Costituzione afferma, senza possibilità di dubbi o equivoci, che la norma dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale cessa di avere efficacia dal giorno successivo a quello della decisione.